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Vienna, Wiener Staatsoper – Recital di Piotr Beczala

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Accompagnato al pianoforte in modo più che corretto da Sarah Tysman, Piotr Beczala ha tenuto alla Wiener Staatsoper un concerto incastonato fra due recite del Lohengrin che nei giorni scorsi lo ha visto acclamato protagonista. In una sala esaurita in ogni ordine di posti (cosa degna di nota per un recital di canto senza orchestra in un teatro lirico di grande capienza) e di fronte a un pubblico infervorato fin dalla sua apparizione in palcoscenico, il tenore polacco ha presentato un programma articolato in due parti: la prima dedicata al repertorio russo, per lo più canzoni di Čajkovskij, oltre a due brani di Rachmaninov e Moniuszko, la seconda a pagine operistiche di Massenet e Meyerbeer. Beczala ha potuto così mostrare la sua versatilità stilistica, la padronanza tecnica, le qualità di una voce sempre bella e squillante, omogenea in tutta la gamma, ma con un centro e un grave più corposi di prima e un registro acuto intatto.

La prima parte è iniziata con l’arioso di Lenski da Evgenij Onegin, probabilmente il personaggio che il tenore più ha cantato sul palcoscenico. L’interpretazione, struggente e appassionata, serviva da introduzione a otto canzoni di Čajkovskij, pagine non meno difficili quanto a scrittura ed esecuzione delle arie d’opera, che insistono sui toni melanconici, nostalgici, sui tormenti amorosi e sul male di vivere, sulla compenetrazione/opposizione fra natura e stati d’animo. A seguire l’arcifamosa “Oh, non cantarmi, mia bella” di Rachmaninov, anch’essa elegiaca e nostalgica. Infine, del connazionale Stanislaw Moniuszko, il cantante ha fatto ascoltare la sua esemplare versione del recitativo e aria di Jontek dal quarto atto di Halka: “La sventurata Halka”. Beczala si è confermato un interprete unico nell’esprimere questa gamma di sentimenti.

Nella seconda parte, il tenore ha interpretato dal Werther di Massenet tutti gli assoli del protagonista (quattro), più il breve ma intenso momento del primo atto dove Werther dichiara a Charlotte il suo amore (Rêve!Extase!). Inutile sceglierne uno: dall’aria di sortita fino al canto di Ossian, è stata una continua dimostrazione del perché lo si consideri attualmente l’interprete più completo del ruolo per bellezza del timbro, espressività, senso della lingua, articolazione perfetta. Dovrebbe sostenerlo più spesso in teatro.
A seguire, il momento meno interessante della serata: Élegie, pure di Massenet, che è sembrata, per contrasto, alquanto superficiale e monotona. Di Meyerbeer, Beczala ha poi eseguito “O Paradis!” (con un acuto finale un po’ incerto) da L’Africaine, un’opera che sicuramente non eseguirà mai completa. Per fortuna, la chiusura con un altro titolo di Massenet, Le Cid, tornava a farci sentire un artista eccezionale, al meglio della forma: non gli ho mai sentito cantare così bene l’aria di Rodrigue “O souverain!”.

Visto che il pubblico non voleva assolutamente andarsene, Beczala ha aggiunto altri tre numeri: la “sua” canzone del conterraneo Mieczysław Karłowicz, “Ricordo di giorni tranquilli”, che ha contribuito a diffondere in modo decisivo, con quel suo famoso pianissimo finale (questa volta più breve), quindi un omaggio all’operetta viennese, “Dein ist mein ganzes Herz” (Tu che mi ha preso il cuor), da Il paese del sorriso di Lehár, più un Lied di Carl Bohm, anch’esso molto noto da queste parti, “Still wie die Nach” (Calmo come la notte), di una seduzione assoluta.

Wiener Staatsoper
RECITAL DI CANTO
Musiche di Čajkovskij, Rachmaninov,
Moniuszko, Massenet, Meyerbeer

Tenore Piotr Beczala
Pianoforte Sarah Tysman

Vienna, 18 aprile 2023

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