L‘undicesima stagione di Vicenza in Lirica continua al Teatro Olimpico con il Requiem di Mozart. Superfluo indugiare sulla storia del brano: l’ultimo capolavoro mozartiano, lasciato incompiuto durante la malattia che ha portato alla morte il compositore, è uno tra i brani del repertorio eurocolto più noti, apprezzati e presenti nei cartelloni delle sale da concerto di tutto il mondo. Il pubblico vicentino l’ha accolto calorosamente, in un Olimpico gremito e partecipe. Dopo l’introduzione e i saluti di rito da parte delle autorità, orchestra, coro e solisti hanno fatto il loro ingresso e preso posto nel teatro palladiano; l’attacco non è dei più sicuri e tradisce qualche incertezza d’insieme che caratterizzerà l’intera esecuzione. Lo stesso si può dire del tempo: il direttore, Marco Comin, sceglie tempi rapidi che non sempre risultano in linea con le risorse di coro e orchestra o con le idee interpretative dei solisti. Questo Requiem darà non di rado l’impressione di essere affrettato e povero di sfumature agogiche, benché sostanzialmente corretto.
Il coro diretto da Marina Malavasi, nel complesso, si comporta egregiamente: attacchi e finali precisi, anche nelle insidiose occlusive e sibilanti del testo latino; buona articolazione anche nei passaggi tecnicamente più impervi, di cui abbondano le sezioni più angoscianti; buon impasto timbrico tra le sezioni, seppure con qualche disparità nei momenti contemplativi: emblematico il caso del Confutatis, in cui le voci maschili conferiscono efficacemente e senza volgarità la terribilità del testo, mentre le sezioni femminili reggono non senza fatica il contrastante passaggio etereo. Nei passaggi d’insieme, comunque, l’amalgama risulta perfettamente bilanciato.
Tra i solisti spiccano soprano e contralto; nessuna meraviglia, trattandosi di due musiciste di fama internazionale e di solida esperienza. Barbara Frittoli ha una sua idea del Requiem che talvolta sembra collimare a fatica con quella di Comin, per divergenze artistiche o per necessità contingenti; il soprano sembra volersi approcciare in punta di piedi a una musica che evidentemente la tocca e cui riserva una morbidezza e una cura che arrivano a cozzare con la tendenziale fretta dell’ensemble orchestrale. Sara Mingardo è una solista di tale manifesto talento che spiace ascoltarla in una parte quantitativamente tanto ridotta; i suoi pochi interventi sono contraddistinti da un’elegante delicatezza e da una padronanza che la porta a riempire il teatro anche con il pianissimo più lieve. Roberto Manuel Zangari, tenore, non sembra del tutto a suo agio, né particolarmente confacente alla parte: doma a stento la spiccata e brillante vocalità di tenore leggero, che spesso risulta sopra le righe. Buona la prova di Riccardo Zanellato, basso dal timbro elegante che sa dosare la forza della sua voce. L’Orchestra Camerata Musicale Città di Arco si comporta con dignità.
Soprano Barbara Frittoli
Orchestra Camerata Musicale Città di Arco
Vicenza, Teatro Olimpico, 4 settembre 2023