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Venezia, Teatro Malibran – Satyricon

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A cinquant’anni dalla prima rappresentazione, la Fenice ha messo in scena al Teatro Malibran il Satyricon di Bruno Maderna. Tratto dal romanzo latino omonimo di Petronio e ultima opera teatrale del compositore veneziano, Satyricon nella città lagunare era stato rappresentato solo una volta, venticinque anni fa. Non c’è in questo lavoro una vera trama, né un autentico sviluppo drammaturgico: tutto prende le mosse dalla cena orgiastica a casa di Trimalchio e i vari numeri compongono un ritratto della Roma ai tempi di Nerone. Poche le modifiche al testo di Petronio, tradotto però in diverse lingue, per la maggior parte in inglese, ma anche in francese e tedesco, con brevi momenti dell’originale latino. Di fatto, eliminati i dialoghi e le descrizioni, abbiamo una serie di monologhi affidati ai diversi personaggi. I numeri musicali sono intercambiabili: il Satyricon è una composizione aleatoria, aperta, con ventuno momenti da eseguirsi senza un ordine prestabilito. Maderna mescola ironia e malinconico sarcasmo, realizzando per la sua opera buffa tre differenti disposizioni del materiale musicale per tre diverse esecuzioni da lui dirette.

Satyricon presenta anche cinque sezioni su nastro magnetico. Si ascoltano dunque materiali provenienti da altre composizioni dello stesso autore, suoni prodotti elettronicamente, la voce del musicista, di alcuni parenti e amici, e versi di animali. Con tono beffardo, quest’opera si pone dunque come uno specchio del caos e dello smarrimento del mondo contemporaneo, secondo l’idea che il teatro debba essere anche un “atto politico”. Com’è tipico della produzione dell’ultimo decennio, Maderna propone un continuo scambio tra materiali e stili. Dal canto gregoriano al belcanto, dallo Sprechgesang alle continue citazioni da Gluck a Weill, da Mozart a Verdi, la partitura crea continui effetti stranianti.

Il regista Francesco Bortolozzo, con le scene di Andrea Fiduccia, i costumi di Marta Del Fabbro e le luci di Fabio Barettin, esalta la figura di Trimalchio. È lui il personaggio “straordinario” attorno al quale ruotano tutti gli altri, inseguendo il denaro, ricercando le apparenze e i piaceri materiali. Eccessivo, a nostro avviso, attribuirgli però insistiti riferimenti cristologici ed eucaristici. Nell’insieme, tuttavia, lo spettacolo funziona grazie anche all’apporto di cinque mimi (Estella Dvorak, Emanuele Frutti, Roberta Piazza, Giulio Venturini, Aaron Weber) che si muovono con eleganza in uno spazio razionalmente organizzato in cui dominano le tinte perlopiù tenui e chiare dei costumi.

Convince Manuela Custer nel duplice ruolo di Fortunata e Quartilla: ha una duttilità vocale che le consente di muoversi con disinvoltura nel polistilismo di Maderna. Anche Marcello Nardis, nel ruolo tenorile di Trimalchio, affronta diverse modalità di canto e citazioni parodistiche con apprezzabile disinvoltura. La parte di Habinnas, ugualmente affidata a un tenore, è sostenuta con efficacia e rigore da Christopher Lemmings. A lui è riservato il numero più ampio dell’opera, il racconto della matrona di Efeso “infedele” al marito defunto, satira misogina nota anche per la favola di Fedro La vedova e il soldato. Funzionali anche gli apporti di William Corrò (Niceros),  Francesca Gerbasi (Criside) e Francesco Milanese (Eumolpus). Alla guida dell’orchestra della Fenice, Alessandro Cappelletto ha assicurato coerente coesione allo spettacolo; la regia del suono era di Giovanni Sparano.
Calorosa l’accoglienza del pubblico per questo nuovo allestimento.

Teatro Malibran – Stagione 2022/23 del Teatro La Fenice
SATYRICON
Opera in un atto
dall’omonimo romanzo di Petronio
Musica e libretto di Bruno Maderna

Quartilla/Fortunata Manuela Custer
Criside Francesca Gerbasi
Trimalchio Marcello Nardis
Habinnas Christopher Lemmings
Niceros William Corrò
Eumolpus Francesco Milanese

Orchestra del Teatro La Fenice
Direttore Alessandro Cappelletto
Regia Francesco Bortolozzo
Scene Andrea Fiduccia
Costumi Marta Del Fabbro
Luci Fabio Barettin
Regia del suono Giovanni Sparano

Nuovo allestimento Teatro La Fenice
Venezia, 25 gennaio 2023 

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