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Udine, Teatro Nuovo Giovanni da Udine – Concerto della Dresden Philharmonic Orchestra

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Nel corso dei suoi cinque lustri di vita, celebrati lo scorso anno, il Teatro Nuovo Giovanni da Udine si è ritagliato un posto di assoluto rilievo, non solo nel territorio del Nord-Est, ma nel cuore stesso della Mitteleuropa, in virtù di una programmazione che, in ambito musicale, ha da sempre privilegiato la musica sinfonica e i grandi concerti solistici o da camera, attirando nomi celeberrimi e compagini di altissimo livello. Fedele a questo passato, la serata inaugurale della stagione 2023/24, è stata in qualche modo programmatica, includendo alcuni dei leitmotive su cui la neo-direttrice artistica musica e danza, Fiorenza Cedolins, da noi recentemente intervistata (qui il link), ha voluto impostare il cartellone.

Il tema dell’internazionalità era rappresentato dai tre grandi protagonisti sul palco, la strepitosa Dresden Philharmonic Orchestra diretta dal galvanizzante Krzystof Urbański, e l’ispirata violoncellista Julia Hagen, a cui spettava anche il compito di incarnare la volontà di valorizzare i giovani e le donne; l’interesse per l’Invenzione del Nuovo e la Tradizione era invece il filo conduttore del programma che accostava a Orawa di Wojciech Kilar, esponente dell’avanguardia polacca, due grandi classici come il Concerto per violoncello e Orchestra n.1 op. 33 in la minore di Saint-Saëns e la Sinfonia n. 4 op. 36 in fa minore di Čajkovskij.

Orawa è una composizione che ha il pregio di esaltare da subito il magnifico suono della compagine tedesca e il perfetto equilibrio che la bacchetta di Urbański imprime alle sue sezioni: l’iterazione ritmica di matrice minimalista che evoca in qualche modo, nell’ostinato ripetersi delle medesime figurazioni, l’architettura del Bolero di Ravel, si acquieta a tratti, prima del crescendo finale che culmina in un grido degli orchestrali. Sin da questa prima pagina si evincono le doti del direttore polacco: concentrazione, senso dell’architettura generale del brano affrontato, un raffinato virtuosismo nel trarre dall’orchestra colori e dinamiche amplissime, fraseggio superbo e di grande eleganza che benissimo si sposa, nel brano successivo, con quello esibito dalla giovane violoncellista salisburghese Julia Hagen.  L’equilibrio formale del concerto di Saint- Saëns, che si esplica in un continuo dialogo fra il solista e l’orchestra, trova una compiuta realizzazione in questa esecuzione che vive di una perfetta consonanza di intenti. Hagen suona un Ruggieri del 1684 con inteso lirismo, offrendo una lettura che anche dalle pagine più virtuosistiche sa trarre non un mero sfoggio di abile tecnicismo, ma una tensione costante al canto, supportato da un suono sempre morbido e da un fraseggio nobile e sobrio al tempo stesso. La sua interpretazione entusiasma il pubblico, a cui l’artista concede un unico bis, la Sarabanda di Johann Sebastian Bach dalla Suite n.1 di cui esalta la raccolta eleganza della scrittura.

La seconda parte del concerto regala ai presenti in sala una memorabile esecuzione della Quarta di Čajkovskij a cui il direttore Krzystof Urbański infonde un’energia contagiosa e una tensione narrativa che non ha una singola caduta nel corso di tutta la durata della composizione. Non si può non dire qualche parola sulla gestualità del quarantenne Maestro polacco, che ha gesto, a mio avviso, tanto elegante quanto teatrale. Uso tale aggettivo non in senso negativo, ma nella sua accezione più esatta, che riguarda il teatro e pertanto, etimologicamente, all’atto del guardare. Non si può prescindere dal guardare infatti i gesti delle sue braccia, o l’aprirsi e chiudersi delle sue mani, il pulsare delle dita da cui la musica sembra scaturire come per miracolo. Esso diviene pertanto drammatico, per la sua capacità di far nascere una storia che rispecchi nel modo più rigoroso la volontà dell’autore. È sorprendente l’ampiezza delle dinamiche che ottiene dalla Dresden Philharmonic: ne è un esempio il terzo tempo, il famoso Scherzo, Pizzicato Ostinato, in cui sembra quasi un pittore che schizzi miriadi di piccole gocce di colori che si trasformano in suoni; ma anche nei momenti di maggiore densità della partitura, quando il tema del Fatum incalza e riemerge nell’impetuoso epilogo, i forti dell’orchestra sono pieni, energici, granitici come imperativi, eppure mai fragorosi: tali, al contrario, sono gli applausi con cui il il pubblico entusiasta sancisce il successo della serata, riconfermando la vocazione sinfonica e internazionale della città friulana.

Dai commenti che si ascoltavano uscendo dalla sala per immergersi nel tepore di una serata quasi estiva, della serata resterà, credo di interpretare anche in riferimento alle mie impressioni, il ricordo di una grande eleganza e tornitura formale nella prassi esecutiva di interpreti, a partire dai maestri della Dresden Philharmonic, non disgiunta dal travolgente dinamismo del direttore e dalla vitalità poetica della solista Julia Hagen.

Teatro Nuovo Giovanni da Udine
CONCERTO DELLA DRESDEN PHILHARMONIC ORCHESTRA

Wojciech Kilar
Orawa

Camille Saint-Saëns
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in la minore op. 33

Pëtr Il’ič Čajkovskij
Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36

Krzystof Urbański, direttore
Julia Hagen, violoncello

Udine, 7 ottobre 2023

 

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