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Stresa Festival 2023 – Concerti di Nicola Piovani, L’Arpeggiata e Yuja Wang

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Dalle influenze latinoamericane nel jazz del trombettista Arturo Sandoval alle sinfonie di Mozart; dalla poliedricità del ventiseienne chitarrista Matteo Mancuso all’integrale bachiana, al violoncello piccolo con il direttore artistico della kermesse, Mario Brunello; da Rigoletto in formato “pocket”, con riduzione musicale e drammaturgica di Gianmaria Aliverta di VoceAllOpera, alle sonate di Schubert, Janáček, Rachmaninov e Franck. Per l’edizione 2023 in corso, lo Stresa Festival propone un programma ancora più articolato e multiforme rispetto al passato, immaginando un arcipelago di bellezze sonore che ben si sposa con la conformazione e la natura del territorio del Lago Maggiore. Si susseguono così, dal 14 luglio all’8 settembre, Stresafestivaljazz, Stresafestivalyoung, Stresafestivalbaroque e Stresafestivalclassic, quattro immaginarie isole musicali, quattro microcosmi di note, colori, emozioni e sensazioni. Come già negli anni precedenti, svariate sono le sedi degli spettacoli, con un occhio di riguardo per la grande sala all’interno del Palazzo dei Congressi di Stresa, ora rinominata Stresa Festival Hall.
Evento di punta nel mese di luglio, andato in scena sabato 15 in una Stresa Festival Hall esaurita, è la serata La musica è pericolosa con, protagonista, il pianista, compositore e direttore d’orchestra, nonché premio Oscar, Nicola Piovani. Si ascoltano, così, indimenticabili colonne sonore di pellicole come, per esempio, Ginger e Fred di Fellini, Il marchese del Grillo di Monicelli, Good Morning Babilonia dei fratelli Taviani, La vita è bella e Pinocchio di Benigni, Il traditore di Bellocchio, De eso no se habla di María Luisa Bemberg. Accompagnato brillantemente da Marina Cesari (sax, clarinetto), Sergio Colicchio (tastiere, fisarmonica), Pasquale Filastò (violoncello, chitarra, mandoloncello), Vittorino Naso (batteria e percussioni) e Marco Loddo (contrabbasso), raccontando anche simpatici aneddoti al pubblico, Piovani intraprende un piacevole e sfaccettato viaggio musicale in libertà, della durata di poco meno di due ore, arricchito dalla proiezione di immagini di Milo Manara, locandine di film, fotografie.

Nella seconda metà di agosto, il Seicento napoletano sbarca sulle placide rive del Verbano. In un concerto accolto da ripetute ovazioni e grande entusiasmo, alla presenza di un pubblico eterogeneo e partecipe, si esibisce lunedì 21 alla Stresa Festival Hall il valevole e rinomato ensemble di musica antica L’Arpeggiata, nato nel 2000 a Parigi ed elogiato in tutto il mondo, da sempre animato da caratteristiche quali un’innata curiosità, lo sperimentalismo, la contaminazione con altri generi teatrali; lo guida con estro e freschezza la sua fondatrice, l’acclamata tiorbista e direttrice austriaca Christina Pluhar. Nella fattispecie, si apprezzano la musicalità, la precisione e il brio dell’ineguagliabile Tobias Steinberger (percussioni), dello scanzonato Doron Sherwin (cornetto), degli eclettici Marcello Vitale (chitarra battente e chitarra barocca) e Leonardo Teruggi (contrabbasso). Accanto alla formazione orchestrale, protagonista dell’evento è un artista a tuttotondo, versatile e proteiforme, come il cantante e danzatore Vincenzo Capezzuto, già applaudito su queste tavole nel 2022 come Evangelista della Matthäus-Passion di Bach. Voce particolarissima e abbastanza voluminosa, pura come un diamante, di seducente timbro dorato, acuta e naturale ma difficilmente classificabile e che rifugge qualsiasi etichetta, emessa con garbo, eleganza e delicatezza, cantando amplificato Capezzuto conferisce alla parola e all’interpretazione un’espressività carezzevole e, al contempo, incisiva, conquistando il palcoscenico anche a passi di danza, con movenze suadenti e armoniose, fluide e disinvolte. Il programma, a metà tra repertorio colto e canzone popolare, verte principalmente intorno alla Napoli sei e settecentesca, vivace fucina di idee e creazioni musicali fra le più disparate, con sconfinamenti in composizioni otto e novecentesche o in altre zone del Belpaese. Si alternano, in questo modo, musica di tradizione colta e musica “di strada” del passato, parti solo strumentali e altre anche per voce. Ascoltiamo, a titolo esemplificativo, la celeberrima, ritmata Ciaccona su basso ostinato di Maurizio Cazzati (1616-1678); la rigorosa Toccata L’Arpeggiata di Giovanni Girolamo Kapsberger (1580-1651), che dà il nome alla compagine orchestrale francese; la brillante improvvisazione su di un tema assai diffuso in età barocca, Canario. Tra i brani cantati, vogliamo almeno ricordare l’andamento vorticoso e di schietta genuinità, intriso di robusta ironia, de Lo Guarracino, spigliata canzone settecentesca al ritmo di tarantella che narra una vicenda di amori e litigi tra pesci, con la frenetica enumerazione di addirittura ottanta specie animali d’acqua, tra “purpe”, “secce”, “cuocce” e “grancetielle”; la straziante, accorata malinconia di Dicitencello Vuje di Rodolfo Falvo (1930), tormentata dichiarazione d’amore di un uomo alla donna da lui follemente amata; la popolaresca tarantella di anonimo del Seicento La Carpinese. Forse uno dei momenti più alti e toccanti del concerto, affrontato da Capezzuto con estrema sensibilità, squisita immedesimazione e rifinita musicalità, è un pezzo antico di tradizione orale, La canzone di Cecilia, ricco di intimismo dolente e strappacuore. Alcuni brani sono arricchiti dalla presenza, in palcoscenico, della danza pregnante, irruente, sfrontata e potentemente fisica della ballerina e attrice Anna Dego, lanciatasi con impeto, passione e comunicatività in sgargianti pizziche e tarantelle. Alla fine della scaletta ufficiale seguono due bis, a onor del vero non proprio in linea con il fil rouge del programma proposto, ma molto graditi dagli spettatori e, comunque, che ben si sposano con lo sperimentalismo di Capezzuto e dell’ensemble: una goliardica rivisitazione in chiave rap della Pizzica di San Vito dei Normanni, composizione appartenente in origine all’ambiente salentino, e un’inaspettata Hallelujah di Leonard Cohen, con tanto di ascoltatori invitati a cantare tutti assieme il ritornello, richiesta accolta di buon grado dalla quasi totalità dell’auditorium.

Con gli eventi di settembre si ritorna, infine, nei ranghi della classicità. Domenica 3 si esibisce, in una Stresa Festival Hall esaurita, l’arcinota pianista cinese Yuja Wang. Fasciata in un lungo abito giallo cosparso di brillantini, l’artista orientale si cimenta con due capisaldi del pianismo novecentesco di Maurice Ravel, due veri e propri pezzi di bravura: il Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore, del 1929-1931, dedicato alla pianista e insegnante francese Marguerite Long, e il Concerto per pianoforte e orchestra per la mano sinistra in re maggiore, composto tra 1929 e 1930, commissionato a Ravel dal pianista austriaco Paul Wittgenstein che, durante la Grande Guerra, rimase mutilato del braccio destro. Wang espugna ambedue le partiture raveliane con un virtuosismo siderale e al fulmicotone, un tocco pianistico tagliente e penetrante, un’invidiabile tecnica d’acciaio, un appassionato coinvolgimento e un approccio scattante al pianoforte. Nel Concerto in sol si apprezzano la giocosità graffiante e l’esuberanza di trilli del primo movimento (Allegramente), nel quale si riconoscono echi jazz, blues e del folklore iberico, allusioni a Stravinskij, Satie e Milhaud; la mesta, liederistica nobiltà dell’Adagio assai; lo zampillare frenetico e indiavolato degli accordi puntuti del conclusivo Presto. Nel Concerto per la mano sinistra si giustappongono, invece, delicate invenzioni pianistiche e sferzanti toni percussivi di lancinante intensità.
Wang è accompagnata, per l’occasione, dall’Orchestre Philharmonique de Radio France, una delle quattro formazioni musicali permanenti di Radio France, emersa per il suono morbido e avvolgente; sul suo podio, troviamo il ventitreenne Tarmo Peltokoski. Formatosi con Jorma Panula (mentore, fra gli altri, di Esa-Pekka Salonen e Mikko Frank) e con Sakari Oramo, il giovanissimo musicista finlandese è oggi direttore artistico e musicale della Latvian National Symphony Orchestra, direttore ospite principale della Deutsche Kammerphilharmonie Bremen e della Rotterdams Philharmonisch Orkest; da settembre 2024 ricoprirà il ruolo di direttore musicale dell’Orchestre National du Capitole de Toulouse. Con gestualità elegante e, all’occorrenza, energica, senza mai risultare manierato o enfatico, dirigendo per tutta la serata a memoria, senza spartito, Peltokoski dimostra una sensibilità musicale adamantina e una notevole aderenza al testo. Il suo è un Ravel cangiante e vivido, fluido e brillante nel primo brano, maggiormente corrusco e veemente nel secondo. Accolti da un trionfo, i due musicisti eseguono l’arrangiamento a quattro mani di Libertango di Astor Piazzolla.
Dopo l’intervallo, si ascoltano i fastosi Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, nella celebre orchestrazione del 1922 di Maurice Ravel: la versione originale del 1874 era, infatti, per pianoforte. La composizione si ispira agli acquarelli, ai disegni e ai dipinti dell’amico Viktor Aleksandrovič Hartmann, pittore e architetto russo di origini tedesche, opere esposte all’Accademia di belle arti di San Pietroburgo nel 1874, un anno dopo la prematura scomparsa dell’artista trentanovenne. Con mano solida, Tarmo Peltokoski ne dà una lettura compatta e agile, solenne ma mai grave o tronfia, spigliata e rilucente nelle sonorità. Si susseguono così, fra gli altri, la cristallina amenità di Tuileries, l’ilarità puntuta e frizzante del Ballet des poussins dans leurs coques, l’austero e pietroso andamento di Catacombae, la sublime e luminosa apoteosi del quadro conclusivo, La grande porte de Kiev, un trionfo di suoni maestosi e rutilanti. Il successo entusiastico e prolungato del pubblico viene ripagato con un altro bis, Le jardin féerique di Ravel, da Ma mère l’oye, un profluvio di trasparenze e preziosismi soffici come la seta.

Stresa Festival 2023
NICOLA PIOVANI – LA MUSICA È PERICOLOSA
Musiche di Nicola Piovani

Stresa, Stresa Festival Hall, 25 luglio 2023
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ALLA NAPOLETANA
Musiche di Maurizio Cazzati, Nicola Matteis, Giovanni Girolamo Kapsberger,
Rodolfo Falvo, Andrea Falconieri, Marcello Vitale, Alfio Antico

L’Arpeggiata
Tiorba e direzione musicale Christina Pluhar
Alto Vincenzo Capezzuto

Stresa, Stresa Festival Hall, 21 agosto 2023
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YUJA WANG E RAVEL
Musiche di Maurice Ravel e Modest Musorgskij

Orchestre Philharmonique de Radio France
Direttore Tarmo Peltokoski
Pianoforte Yuja Wang

Stresa, Stresa Festival Hall, 3 settembre 2023

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