Quanti palpiti per Teresa Iervolino. Il mezzosoprano campano è stata applaudita protagonista di un recital al Rossini Opera Festival, accompagnata al pianoforte dall’ottimo Giulio Zappa. Interamente rossiniano – e molto impegnativo – il programma, che, da Tancredi a Semiramide, passando per Ermione e Ciro in Babilonia, ha teso un ideale arco non solo nella parabola artistica del Cigno di Pesaro, ma anche in quella della stessa Iervolino. Nel mezzo, alcuni gustosi Péché de vieillesse, affidati anche al pianismo fine e incisivo di Zappa (lui pure apprezzatissimo dal pubblico).
Tancredi, dunque: il capolavoro con cui nel 1813 si apre di fatto la carriera di Rossini è anche quello che, diversi anni fa, ha lanciato una giovanissima Iervolino, fresca vincitrice del concorso Aslico, con una serie di recite nei teatri del Circuito lombardo. Allora stupì pubblico e critica per la tornita bellezza di uno strumento vocale scuro, capace di affondare con sicurezza nelle note gravi e di svettare in acuto, conservando sempre una pregevole omogeneità timbrica. Oggi, dopo diversi anni di carriera in costante crescendo, l’artista non solo conferma le qualità di allora, ma vi aggiunge uno scavo interpretativo che rivela una profonda conoscenza dell’estetica rossiniana. Nella sortita di Tancredi, Iervolino cesella il recitativo con estrema sapienza espressiva, rivelando poi la sua straordinaria musicalità nell’aria seguente, prima di abbandonarsi alla celeberrima cabaletta e far “palpitare” con lei il pubblico in sala. Pagina iconica, quest’ultima, di un Ottocento musicale scosso dal “ciclone Rossini” e pagina che incanta a ogni ascolto, tanto più se restituita da un’interprete che fa davvero ripensare alle grandi primedonne dell’Ottocento: le Malanotte, le Marcolini, le Pisaroni.
Quelle in programma sono scene ove sovente vibra una statura tragica, stemperata da una scrittura che già presagisce i turgori romantici (le introduzioni orchestrali affidate al pianoforte assumono risonanze schubertiane). Una potente statura tragica informa di sé quel singolare capolavoro che è Ermione, troppo ardito per essere apprezzato dal pubblico del tempo. Con Andromaca, il timbro vellutato di Teresa Iervolino distende sulla melodia un sottile velo di sensualità, dissolto poi dall’accento altero della seconda parte, quando sgrana le agilità con ferma determinazione.
È quindi la volta di Ciro in Babilonia: dopo un recitativo vario e cangiante nel sentimento, il mezzosoprano distilla l’aria con una morbidezza di cavata e un’intima affettuosità che fanno da contraltare a una cabaletta dal legato esemplare, in un crescendo emotivo da pelle d’oca, che porta a fragorosi applausi.
Il cerchio si chiude con “l’opera delle opere” del catalogo rossiniano, quella Semiramide che, esattamente dieci anni dopo Tancredi, conclude la carriera italiana del Nostro nel segno della più estrema stilizzazione: un ritorno a casa per l’apollineo Rossini, che pure si era misurato nel frattempo con l’audace sperimentalismo delle opere napoletane. Non è un caso che gli studiosi notino affinità tra la cavatina di Tancredi e quella di Arsace: una costruzione simile, qui tuttavia nel segno di una più alta perfezione formale, che poi è propria di tutto questo superbo capolavoro. L’olimpica scrittura orchestrale di Semiramide, filtrata dal suono cristallino di Zappa, apre a un recitativo ove Teresa Iervolino indaga quella varietà degli affetti di settecentesca memoria con perfetto controllo del canto e dell’emissione; sgrana poi con sicurezza i vocalizzi, ma ponendo sempre attenzione al significato espressivo della musica.
Queste grandi scene, dicevamo, sono state inframmezzate da alcuni “peccati di vecchiaia” suonati con eleganza e felicità di fraseggio da Zappa. Teresa Iervolino, dal canto suo, si è divertita e ha fatto divertire nella simpaticissima Chanson du bebè, ha cantato a fior di labbra Le Dodo des enfants e ha trovato accenti sensuali nella Chanson de Zora.
Niente Rossini per i due bis regalati al pubblico: la verdiana Azucena di “Stride la vampa” e un bellissimo omaggio a Napoli, con “Era de maggio”.
Rossini Opera Festival 2023
CONCERTI DI BELCANTO
Teresa Iervolino, mezzosoprano
Giulio Zappa, pianoforte
Pesaro, Teatro Sperimentale, 19 agosto 2023