In occasione del 250° anniversario della prima esecuzione dell’Exsultate, jubilate di Wolfgang Amadeus Mozart, l’etichetta Arcana pubblica una nuova incisione discografica dal titolo “Mozart in Milan” (Mozart a Milano). Giulio Prandi dirige il Coro e Orchestra Ghislieri oltre a una serie di solisti tra cui spiccano i nomi di Carlo Vistoli, tra i controtenori più in auge del momento, e Robin Johannsen, soprano americano specializzato nel repertorio sacro, barocco e mozartiano. Prendendo spunto dall’Exsultate, jubilate KV 165 (Milano, 1773), l’incisione esplora la scena della musica sacra milanese nella seconda metà del ‘700, al fine di inserire il capolavoro mozartiano nel suo contesto d’origine e dimostrare come questo mottetto sia un prodotto tutto milanese per concezione, gusto e stile. Per contestualizzare Mozart vengono proposte all’ascoltatore anche pagine sacre di Johann Christian Bach, Giovanni Andrea Fioroni e Melchiorre Chiesa, incluse tre prime incisioni mondiali. Matteo Marni cura l’edizione di alcuni brani contenuti in questa incisione. Mozart in Milan è il quarto album pubblicato da Arcana con Coro e Orchestra Ghislieri, al termine di una serie di progetti sui viaggi italiani di Mozart. Il lancio del disco ha coinciso con un recente concerto tenutosi alla chiesa milanese di Sant’Antonio Abate, a 250 anni dalla prima esecuzione dell’Exsultate da parte del castrato Rauzzini.
Il programma dell’incisione ha per oggetto un repertorio trascurato, che nell’ultimo decennio è stato però oggetto di alcuni convegni e studi, per ultima la conferenza “Mozart a Milano” tenutasi a marzo 2022 presso il Collegio Ghislieri di Pavia. A introdurre in maniera chiara e stimolante il CD è Raffaele Mellace, musicologo, docente e autore di diverse pubblicazioni a proposito di Mozart e della musica sacra a Milano nel ‘700. La sua nota, contenuta nel libretto del CD si intitola “Milano sacra: un meraviglioso paesaggio sonoro”. Mellace osserva che, proprio come le chiese di Milano – dove nella loro architettura convivono elementi romanici, rinascimentali e barocchi – così anche la musica sacra milanese dell’epoca è caratterizzata da una ricchezza e varietà stilistiche: il canto gregoriano coesiste con il contrappunto e lo stile galante, lo stile antico con quello moderno. Uno stile composito quindi che è anche frutto del biritualismo meneghino che ha visto convivere il rito ambrosiano delle chiese diocesane e quello cattolico degli ordini religiosi. Ma è in fondo anche l’eredità di una lunga tradizione di musica sacra, che affonda le sue radici nella Milano degli Sforza e di Josquin des Prez.
La Milano illuminata di Maria Teresa della seconda metà del ‘700 – la Milano di Verri, Parini e Beccaria – diventa un polo musicale attrattivo non solo per l’Opera, ma anche per la musica sacra, con cui si cimentano non solo compositori stabili delle cappelle milanesi ma anche illustri compositori stranieri in visita a Milano. Una vitalità musicale testimoniata anche dallo storico della musica Charles Burney, che dopo il suo viaggio italiano riferirà: “le eccellenti esecuzioni che la gente del popolo ascolta ogni giorno gratuitamente nelle chiese contribuiscono in misura maggiore a raffinare e stabilire il gusto per la buona musica”. In visita a Milano nel 1770 Burney assiste a riti liturgici ed esecuzioni di musica sacra; affascinato dalla qualità delle esecuzioni ma anche dalla loro complessità formale, chiede a Giovanni Andrea Fioroni, rinomato contrappuntista e maestro della cappella musicale di Milano, una copia del suo salmo a otto voci “per convincere quanti ancora ne dubitano che, per quanto lo stile teatrale e quello liturgico siano oggi in Italia assai vicini… tuttavia lo stile antico e solenne non si è del tutto perso”.
L’incisione si apre con una prima registrazione mondiale del monumentale salmo Dixit Dominus in re maggiore W E15 (1758, Chiesa di San Francesco Grande) di Johann Christian Bach (1735-82), per soli, coro e orchestra. Il figlio più giovane di Bach arriva a Milano nel 1755 per studiare con padre Martini, entrando a servizio del conte Agostino Litta e divenendo poi secondo organista del Duomo di Milano nel 1760. Il Dixit Dominus viene composto nel 1758, sotto la supervisione di padre Martini e comprende, oltre a movimenti prettamente corali, quattro arie affidate a tenore (“Tecum principium” aria spianata e gentilmente abbellita da Raffaele Giordani), contralto (la concitata “Tu es sacerdos” interpretata da Carlo Vistoli), basso (“De Torrente”, affidata a Alessandro Ravasio che esibisce ottima padronanza di fraseggio, dinamiche e agilità) e soprano (Robin Johannsen intona il canto delicato e melismatico di “Gloria Patri”, arricchito dagli interventi di una coppia di flauti pastorali).
Veniamo al giovane Mozart, che nel corso dei suoi viaggi italiani di musica sacra ne scrive in realtà poca, se paragonata per esempio alla sua produzione operistica milanese (Mitridate re di Ponto, Ascanio in Alba, Lucio Silla), anche se insieme al padre ha modo di partecipare a molte celebrazioni liturgiche a Milano, Roma, Napoli e Bologna. Delle poche composizioni sacre italiane, Exsultate, jubilate KV 165, rimane tra i capolavori sacri più eseguiti, composto da un Mozart quasi diciasettenne al termine del terzo viaggio italiano. Il mottetto viene eseguito per la prima volta presso la chiesa milanese di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio 1773 dal castrato Venanzio Rauzzini (primo uomo per il ruolo di Cecilio nel Lucio Silla al Teatro Regio Ducale l’anno prima).
L’esecuzione per questa incisione spetta al soprano americano Robin Johannsen in possesso di una voce chiara e ben timbrata, con una buona articolazione e sufficiente estensione, anche se il suono non è sempre libero e spavaldo in acuto. Il suo non è un virtuosismo trascendentale ma la coloratura ha comunque espressività e una buona fluidità, oltre a una certa tornitura di suono. Rende con sensibilità la linea di canto e le dinamiche di “Tu virginum corona” (bella la cadenza finale e il trillo stretto su “suspirat”) mentre l’Alleluja viene reso in maniera equilibrata, senza manierismi o isterismi, ma anche con un po’ di cautela e assenza di brio che soprattutto sul finire finisce per smorzare il carattere di giubilo.
Viene eseguito anche il Misericordias Domini KV 222 per coro, orchestra e continuo, composto in realtà per Monaco di Baviera in occasione della Prima Domenica di Quaresima, circa due anni dopo l’Exsultate. Si tratta di una breve composizione polifonica moderna che si gioca sui contrasti con un contrappunto che si accende su “cantabo in aeternum”; è tra l’altro individuabile un temino precursore dell’incipit dell’inno alla gioia di Beethoven.
Spazio viene riservato anche ai compositori italiani di musica sacra stabilmente operativi Milano. Giovanni Andrea Fioroni (1715/16-78), Maestro di cappella del Duomo di Milano per circa un trentennio ed esperto di contrappunto è l’autore di O sacrum convivium un brano che pur nella sua brevità affascina per immediatezza e perfetto equilibrio, con un coro Ghislieri ispirato in maniera sublime. Chicca della registrazione è sicuramente il mottetto per alto e orchestra in la maggiore Caelo tonanti di Melchiorre Chiesa (ante 1740?-post 1799), che nella sua carriera fu anche maestro cembalista al Teatro Ducale milanese e alla Scala, ma che all’attivo ebbe soprattutto ruoli di primo piano nelle cappelle musicale milanesi. Il mottetto è composto da due arie più recitativo e Alleluja finale, ricordando molto come schema compositivo l’Exsultate, jubilate mozartiano. A rendere egregiamente la vocalità pirotecnica di questa composizione ci pensa Carlo Vistoli, forte di uno strumento flessibile, ben timbrato e sempre a servizio di una musicalità raffinatissima. Si ascolti ad esempio come gestisce tutte le stupende cadenze del mottetto. Il da capo dell’aria di apertura del mottetto è puro virtuosismo vocale a servizio del testo e sempre pieno di sfumature espressive. Di carattere opposto e dalla struttura bipartita l’aria “In pace tranquilla” dove Vistoli plasma un canto che sa essere rasserenante e abbellito con eleganza, oltre a essere innestato su lunghi fiati e caratterizzato da un ampio fraseggio musicalmente ricco di significato. Proprio come l’Exsultate, anche questo mottetto si chiude con un “Alleluja”, che però rispetto a quello mozartiano è più vorticoso, accentato e drammatico.
A testimonianza della convivenza del canto gregoriano con altri stili nella musica sacra milanese del secondo ‘700 viene inserito “Exultavit spiritus meus” di anonimo, solo 22 secondi che nella loro essenziale bellezza fanno da ponte a un ulteriore brano di J.C. Bach. Al prolifico compositore di musica sacra che aveva aperto la registrazione, spetta anche il compito di chiuderla con il suo Magnificat in do maggiore W E22 (1760). In apertura, dopo l’esposizione del coro, si distingue il solo del sopranista Federico Fiorio, che svetta in acuto con una voce chiara, duttile e ben proiettata. Il terzo movimento della composizione, l’allegro “Fecit Potentiam” trainato energeticamente dall’orchestra vede l’alternarsi di interventi orchestrali ai soli di basso (Alessandro Ravasio, a cui spetta una solenne proclamazione dell’onnipotenza divina), contralto (Maximiliano Baños) e tenore (Raffaele Giordani), che incitano a turno il coro. Segue il largo “Gloria Patri” dal carattere pastorale e in realtà poco giubilante, per chiudere con “Et in saecula saeculorum”, dove gli intrecci contrappuntistici di stile antico sono evidentemente un’eredità degli studi con padre Martini.
In conclusione, Arcana confeziona ancora una volta un prodotto ben curato e musicalmente stimolante. Giulio Prandi dirige il Coro e Orchestra Ghislieri con la consueta pertinenza stilistica, rendendo il carattere di questa musica dove si alternano sobrietà ambrosiana, brillantezza, raffinatezza, suntuosità cattolica e raccolta spiritualità. È chiaro che questa formazione sia un’eccellenza in questo tipo di repertorio. Prandi è sempre partecipe e non perde mai di vista le sfumature espressive, curate nel dettaglio, non cedendo mai alla tentazione di sovraccaricare tempi e volume con effetti troppo teatrali.
Chiudiamo con una breve riflessione. Se non fosse per chi si prodiga al fine di conservare e riscoprire l’enorme patrimonio di musica sacra della tradizione cristiana, cosa ne sarebbe di questo repertorio di tradizione secolare? Ci dobbiamo affidare alle registrazioni o a pochi concerti di nicchia per ascoltarlo, perché, salve poche eccezioni di cori, istituzioni e cappelle musicali ancora animate dalla giusta sensibilità, la musica che si ascolta oggi in chiesa è per la maggiore di un livello talmente basso da non essere neanche classificabile. Chissà cosa penserebbe Mozart in un suo viaggio italiano nel 2023? Se Charles Burney partecipasse a una funzione odierna parlerebbe ancora di “eccellenti esecuzioni che contribuiscono a raffinare il gusto per la buona musica”?
MOZART IN MILAN
Sacred Music around The Exultate, jubilate
Carlo Vistoli controtenore, alto
Robin Johannsen soprano
Solisti e voci concertanti del coro Ghislieri
Coro e Orchestra Ghislieri
Giulio Prandi direttore
Etichetta: Arcana
Formato: CD
Registrazione effettuata tra il 13 e il 16 marzo 2022
presso la Gustav Mahler Hall – Kulturzentrum Gran Hotel di Dobbiaco