Al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena è andato in scena L’elisir d’amore, capolavoro comico di Gaetano Donizetti. Si è trattato di una coproduzione con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona che ha dato la possibilità ad alcuni giovani talenti, provenienti dalle classi di alto perfezionamento del conservatorio e del teatro, di debuttare nei ruoli principali.
Dal punto di vista musicale la risposta del pubblico, per la verità abbastanza esiguo, è molto positiva. Il maggior successo lo raccoglie il tenore, come spesso succede con L’elisir. Seppur giovane, Giuseppe Infantino sfoggia una voce da lirico di bellissimo timbro, ricca di armonici e sorretta da un’ottima tecnica e un fraseggio che gli permettono di garantire al personaggio di Nemorino l’espressione dei propri sentimenti, culminando nella pregevole interpretazione di “Una furtiva lagrima”, accolta da un lungo e meritato applauso.
Di belle speranze anche Tamar Otanadze nel ruolo di Adina, dotata di una vocalità di buon volume e bel colore, efficace nel registro centrale, seppur con qualche sbavatura in quello acuto. Oltre alla buona prova vocale, il soprano dimostra anche ottime qualità di attrice. Belcore è interpretato da Antimo Dell’Omo, anche lui giovane debuttante e in grado di offrire una prestazione positiva, forte di una buona presenza scenica adeguata al ruolo del sergente. Efficace pure la performance di Maria Smirnova come Giannetta.
Ad affiancare queste giovani voci c’è Simone Alberghini come Dulcamara, che invece vanta una carriera consolidata e di livello internazionale. Il baritono offre un’ottima caratterizzazione del dottore ciarlatano sia dal punto di vista interpretativo che vocale, dimostrando oltre a una solida preparazione tecnica anche una spiccata musicalità.
Scorrevole e incisiva la lettura di Antonello Allemandi alla guida dei professori dell’Orchestra Filarmonica Italiana e del Coro Lirico di Modena preparato da Mirca Rosciani.
Se la parte musicale viene premiata con lunghi e generosi applausi, il versante visivo risulta ben più divisivo, e il motivo è facilmente individuabile nella scelta della regista Stefania Panighini di portare in scena una interpretazione in chiave moderna e di impronta politicamente corretta. L’obiettivo di tale scelta, come spiega la stessa regista, è quello di attualizzare l’opera accostandola a temi cari alle nuove generazioni: il cambiamento climatico, la lotta al patriarcato e il no alla guerra. I mietitori di fine Settecento lasciano così il posto a giovani attivisti accampati in tende che sventolano cartelli con slogan contro il patriarcato e il riscaldamento globale. Sullo schieramento opposto, ci sono poliziotti in tenuta antisommossa che provano a contenere i manifestanti, esattamente come nelle scene che si vedono sovente nei telegiornali. I costumi di Artemio Cabassi sono molto casual nella prima parte, dove Amina indossa il famoso impermeabile alla Greta Thumberg, il personaggio che ha ispirato questa rilettura registica. Il dottor Dulcamara viene rappresentato praticamente come un guru dei social dei giorni nostri, capace di promettere ricchezza e quindi felicità, almeno nella visione di questi personaggi. Inutile dire che risulta molto difficile mettere insieme ciò che si ascolta con quanto si vede in scena, e che è proprio questa inconciliabilità il tallone d’Achille dello spettacolo.
Teatro Comunale Pavarotti-Freni
L’ELISIR D’AMORE
Melodramma giocoso in due atti di Felice Romani
da Le philtre di Eugène Scribe
Musica di Gaetano Donizetti
Nemorino Giuseppe Infantino
Adina Tamar Otanadze
Belcore Antimo Dell’Omo
Dulcamara Simone Alberghini
Giannetta Maria Smirnova
Orchestra Filarmonica Italiana
Direttore Antonello Allemandi
Coro Lirico di Modena
Maestro del coro Mirca Rosciani
Regia e idea scenica Stefania Panighini
Costumi Artemio Cabassi
Luci Andrea Tocchio
Creazione contenuti multimediali Mattia Bena
Coordinamento e realizzazione dei movimenti mimici STED
Coproduzione Teatro dell’Opera Giocosa di Savona
Modena, 22 settembre