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Milano, Teatro alla Scala – Concerto diretto da Lorenzo Viotti

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Trentatré anni il prossimo 15 marzo; fisico atletico e scolpito grazie alla pratica di svariati sport e, in particolare, della boxe; presenza scenica fresca e avvenente che lo ha reso ragazzo immagine di brand quali Bulgari e Omega. Per il nuovo appuntamento della Stagione sinfonica del Teatro alla Scala torna uno dei maestri più amati della nuova generazione, attuale direttore musicale della Dutch National Opera di Amsterdam, lo svizzero di famiglia italo-francese Lorenzo Viotti, oramai di casa al Piermarini (ricordiamo, almeno, Roméo et Juliette nel gennaio 2020, Thaïs nel 2022 e i molteplici concerti).

La serata prevede un programma articolato e ricercato, che spazia dal classicismo viennese alla musica del Novecento. In apertura troviamo, sui leggii della Filarmonica della Scala, la Sinfonia n. 104 in re magg. Hob. I:104 “London” di Franz Joseph Haydn, del 1795, l’ultima delle sinfonie haydniane, che debuttò nella New Room al King’s Theatre di Londra con, primo violino, il musicista e compositore Giovan Battista Viotti. Con gestualità energica e prestante, Viotti ne dà una lettura scattante, luminosa e levigata, ariosa e cangiante nelle dinamiche, bilanciata con innegabile eleganza. Alla brillantezza rapinosa dell’Adagio – Allegro segue la raffinatezza leggiadra dell’Andante, nel quale Viotti ottiene dalla Filarmonica sonorità maggiormente vaporose e soffici. Dopo il brio impetuoso e trascinante del Menuet. Allegro – Trio, al quale il maestro svizzero imprime un’agogica agile, si ascolta il Finale. Spiritoso, un flessuoso e festevole rondò di gusto schiettamente popolare, dallo spiccato vigore ritmico.

Dopo l’intervallo si apprezza una perla rara, il Concerto in re magg. op. 35 per violino e orchestra di Erich Wolfgang Korngold del 1947, dedicato ad Alma Mahler ed eseguito nella sua versione definitiva da Jascha Heifetz (inizialmente era destinato a Bronisław Huberman). Nella serata scaligera si distingue, come solista, il trentaduenne violinista belga di origini russo-ucraine Marc Bouchkov, esibitosi in passato con direttori del calibro di Mariss Jansons, Christoph Eschenbach, Valery Gergiev e Philippe Jordan, debuttante su queste tavole. Portamento austero, ottenendo dal suo violino Carlo e Michelangelo Bergonzi un suono plastico e morbido, ampio e avvolgente, Bouchkov emerge per doti quali la tecnica solidissima, l’espressività cocente, la precisione, la buona musicalità e l’indiscutibile virtuosismo. Tale interpretazione ben si amalgama con la direzione sensuale, suggestiva e lussureggiante di Viotti, improntata a sonorità smaglianti e rigogliose stemperate, all’occorrenza, in dolci e sinuose pennellate. Il giovane maestro, altresì, sbalza e cesella con nitidezza e garbo le due anime della partitura, il terso sinfonismo di stampo mitteleuropeo e le brillanti melodie hollywoodiane nate per film come Another Dawn e The Prince and the Pauper. Accolto da festanti e scroscianti applausi, Bouchkov si cimenta con sferzante incisività in un bis, la Danse rustique dalla Sonata n° 5 in Sol maggiore di Eugène Ysaÿe, un concentrato di virtuosismi puntuti e penetranti.

Chiude il programma uno dei caposaldi del repertorio di Richard Strauss, il poema sinfonico del 1890 Tod und Verklärung op. 24, “Morte e trasfigurazione”, descrizione in musica dell’ultima notte di un artista malato che, all’appressarsi della morte, ripensa ai momenti felici della propria esistenza e, per superare le sofferenze, aspira all’Idea assoluta che fungerà da punto di approdo della sua anima. Alla guida di una compagine scaligera compatta e impeccabile, con gesto sicuro ed elegante Lorenzo Viotti opta per una lettura polita, limpida e calibrata, di serena e cristallina bellezza e di ampio respiro, duttile e suadente nel suono, apollinea e vellutata anche nell’intenso climax conclusivo che va spegnendosi nelle tenui, trasfiguranti battute finali.
Alla serata, che è stata trasmessa in diretta su LaScalaTv, ha arriso un festoso successo, con fervidi applausi da parte di un teatro quasi esaurito e manifestazioni di entusiasmo per Viotti e Bouchkov.

Teatro alla Scala – Stagione sinfonica 2022/23

Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 104 in re magg. Hob. I:104 “London”

Erich Wolfgang Korngold
Concerto in re magg. op. 35 per violino e orchestra

Richard Strauss
Tod und Verklärung op. 24

Filarmonica della Scala
Direttore Lorenzo Viotti
Violino Marc Bouchkov

Milano, 10 marzo 2023

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