Gorizia, Teatro Verdi – Aci, Galatea e Polifemo (di Georg Friedrich Händel)
Nell’ambito di Baroque Stories 2023 – Festival MusicAntica e atto conclusivo di un lungo percorso che includeva un concorso vocale e un laboratorio di vocalità tenuto da Sara Mingardo, approda al Teatro Verdi di Gorizia una pregevole edizione della serenata a tre voci Aci, Galatea e Polifemo HWV 72 di Georg Friedrich Händel. Si tratta del secondo evento che l’Associazione Barocco Europeo realizza nella città che sarà capitale della cultura nel 2025 e che, quasi fosse una metafora, in virtù della sua posizione geografica, potrebbe idealmente prestarsi a divenire sede di un appuntamento fisso per la musica barocca, lasciata spesso alla periferia delle programmazioni nazionali, eppure centrale nella storia musicale e culturale dell’Europa e dell’Occidente. Disgraziatamente, il pubblico, a considerare i numeri presenti, non pare essere ancora pronto a una tale eventualità mentre la città, forse, si dimostra ancora troppo timida nell’educarlo, promuovendo le iniziative che mette in atto in sinergia con il territorio. Confidando nella pazienza degli organizzatori e nella volontà dell’amministrazione che vorrà cogliere le opportunità del 2025, non resta che approfittare di queste occasioni, tanto più che la qualità del prodotto è di alto livello.
Merito innanzitutto del Cenacolo Musicale, nato per iniziativa di Donatella Busetto, fondatrice anche dell’Associazione Barocco Europeo, che si è fatto conoscere in Italia e all’estero per le sue esecuzioni di opere del genere barocco, e che nella passata stagione aveva eseguito a Gorizia La vedova ingegnosa di Sellitti. All’interno del progetto Laboratorio Opera Barocca, infatti, il gruppo, costituito da musicisti e studiosi esperti del repertorio, si dedica alla riscoperta di titoli di intermezzi e brevi opere di rara, se non rarissima, esecuzione. La serenata Aci Galatea e Polifemo fu composta da Händel all’incirca ventitreenne su commissione della Principessa di Squinzano per celebrare le nozze del Duca di Alvito con Beatrice Sanseverino e nella sua brevità costituisce una sorta di catalogo delle arie che non potevano mancare nell’opera barocca: aria di bravura, aria di mezzo carattere, di portamento, di guerra. Grande merito va ai tre giovani interpreti chiamati ad affrontare una scrittura quanto mai varia che, oltre a rivelare i tratti di quello che sarà l’Händel a venire, richiede al cantante una solida preparazione tecnica e mature doti di interprete.
Emma Alessi Innocenti, dotata di un bel timbro, si è fatta apprezzare nei panni di Galatea, tanto nelle arie più virtuosistiche che in quelle di mezzo carattere, dove acquista importanza l’espressività, e per presenza scenica, recitando con grande perizia. Maddalena De Biasi nei panni dell’amato Aci non è stata da meno, esibendo un’ottima impostazione tecnica e proprietà stilistica, che le permettono di gestire una tessitura ostica, capace di piegarsi a un contenuto lirismo nella scena della morte di Aci. Bel timbro di basso, Yuri Guerra ha degnamente eseguito un ruolo temibile, che sembra volere provare tutte le potenzialità di un registro all’epoca ancora non pienamente sfruttato. Il giovane interprete italo brasiliano sia fa notare sia per l’estensione che per le figurazioni ritmiche e i virtuosismi riservatigli dall’autore.
Va da sé che per i tre interpreti c’è margine di miglioramento, ma quanto sentito l’altra sera è di buon auspicio, e l’età è dalla loro parte. La loro prova, oltre ad avere tratto vantaggio dalla preparazione con una specialista del repertorio come Sara Mingardo – già interprete del ruolo di Aci che ha anche registrato – poteva contare sulla preparazione e, letteralmente, il sostengo del Cenacolo Musicale, qui diretto dal Maestro Riccardo Doni che ha saputo imprimere una pregnante scansione ritmica all’esecuzione senza nulla sacrificare di una ricca tavolozza dinamica, attenta alle esigenze della scrittura händeliana, ai delicati equilibri fra voci e strumenti e alle esigenze del canto.
All’insegna della progettualità costruita sui giovani e per i giovani, anche la realizzazione scenica dello spettacolo, affidato agli studenti del Triennio in Scenografia di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti : Sabina Bratu, Elena Toffolon, Angelica Cabass, Giulia Balloni, Abraham Gutierrez, Alva Bergstrom e Daiana Nitu, realizzano, per la regia di Cesare Scarton, uno scorcio di Arcadia che, nella semplicità di una stilizzazione moderna, restituisce intatti le atmosfere del mythos, per sua natura atemporale e indefinito e, pertanto, universale. Su un fondale il cui colore muta con il mutare delle passioni – gelosia, rabbia, passione / verde, rosso, blu – si stagliano grandi fiori di cartapesta dalle tinte dell’autunno, simili a girasoli dimenticati nei campi, fra i quali si muovono i tre personaggi, raddoppiati a tre mimi, Andrea Maddalozzo, Marta Lucchese e Lenardo Bertolo. Ispirati alle vesti dei pastori settecenteschi, i costumi presentano un taglio discretamente moderno, più audace quello nero con ampio collo e cappuccio di Poseidone rispetto a quelli dei due amanti. L’effetto è di uno spettacolo di grande gusto nella sua semplicità, funzionale all’azione e in grado di restituirci i tratti salienti della rilettura che l’Arcadia ha dato della classicità e a cui lo stile barocco ha dato voce, adeguandoli con rispetto a una sensibilità prossima all’estetica contemporanea.
Va doverosamente ribadito il ruolo giocato in tutto ciò da Donatella Busetto, cuore di Barocco Europeo, che in questa occasione si è esibita all’organo e ideatrice dello spettacolo e del percorso che a esso ha condotto. Crediamo che un simile progetto, che, come lo scorso anno, prevedeva la registrazione della rappresentazione ed esecuzione per la sua diffusione su televisioni e piattaforme nazionali ed estere, vada sostenuto non solo per quanto oggi è in grado di offrire, ma quello che può significare per il futuro, formando, da un lato, giovani interpreti dall’altro, auspichiamo, un pubblico sempre più numeroso, desideroso di riscoprire un repertorio che oggi suona distante più per l’oblio calato su di esso dal tempo e dall’ignoranza (nel significato primo del termine) che ne è scaturita, che per questioni di estetica.
Lo spettacolo si replica a Trieste il 17 novembre alle ore 21.00 al Teatro Miela e il 19 novembre alle ore 17.00 al Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento. [Rating:4/5]
Baroque Stories 2023 – Festival MusicAntica
ACI, GALATEA E POLIFEMO HWV 72
Libretto dell’abate Nicola Giuvo
Musica di Georg Friedrich Händel
Aci Maddalena De Biasi
Galatea Emma Alessi Innocenti
Polifemo Yuri Guerra
Mimi: Andrea Maddalozzo,
Leandro Bertolo, Marta Lucchese
Orchestra del Cenacolo Musicale
Direttore Riccardo Doni
Supervisione vocale e stilistica Sara Mingardo
Regia Cesare Scarton
Ideazione Donatella Busetto
Gorizia, Teatro Verdi , 12 novembre 2023