Non è iniziato nel migliore dei modi il Don Pasquale andato in scena al Teatro Carlo Felice di Genova. Urla e strepiti di presunti giocatori d’azzardo (si finge che l’azione si svolga in un casinò) inquinavano infatti la Sinfonia con buona pace del direttore d’orchestra che, a nostro modo di vedere e di sentire, avrebbe dovuto ribellarsi a simili prevaricazioni. Ma, evidentemente, Andrea Bernard, firmatario della messa in scena importata da Firenze, deve avere idee tutte sue su come debba essere allestito l’ultimo capolavoro comico di Gaetano Donizetti. Siamo stati quindi costretti a subire una Norina tenutaria di bordello, un Ernesto un po’ citrullo e un Pasquale in piena tempesta ormonale. Sentir cantare (seppur ahimè in modo piuttosto stridulo come è accaduto a Genova) il bellissimo “Quel guardo il cavaliere” mentre alcune comparse, nelle vesti di puttane, si agitavano in cabine da peep show stile Amsterdam, era quanto di più sgradevole potesse capitare. Senza dimenticare che la forzata attualizzazione della trama scadeva poi nel grottesco involontario quando gli interpreti della ineffabile opera donizettiana si mettevano a discettare di crinoline, ventagli, legni, cavalli, scuffiere e quant’altro. Avranno mai il coraggio simili registi di cambiare anche i testi dei libretti che strapazzano?
Non vorremmo però essere considerati dei passatisti a tutti i costi: regie geniali e “innovative” sono assolutamente possibili, come ha dimostrato il bellissimo Béatrice et Bénèdict con la regia di Damiano Micheletto visto proprio a Genova quest’anno, o la recentissima e splendida Rusalka con la regia di Emma Dante in scena alla Scala. Una realizzazione degna di Donizetti, comunque, persino questo Don Pasquale poteva vantarla: la difficile e sempre problematica “scena dello schiaffo”, infatti, era realizzata in modo convincente e persuasivo, sottolineando il lato malinconico e persino drammatico della situazione.
Sotto l’aspetto musicale i risultati sono stati più appaganti, pur con qualche distinguo. Ottimo era il Malatesta di Francesco Samuele Venuti, dal bel timbro e dalla presenza scenica autorevole, così come inappuntabile era l’Ernesto di Marco Ciaponi, delizioso nell’uso di dinamiche raffinate e fraseggiatore notevolissimo fin dalla sua entrata in scena, chiaramente in linea con la tradizione di Tito Schipa. Il Pasquale di Davide Maria Sabatino, invece, scivolava troppo spesso nel “parlato” ed era in lieve difficoltà nei veloci sillabati, ma risolveva tutto con eleganza e senza scadere in effetti farseschi. Maria Rita Combattelli infine, nel ruolo di Norina, variava con bravura il rondò finale, ma la voce appariva a tratti stretta in gola, con acuti spesso sgradevoli e un registro basso poco consistente. Efficiente la direzione d’orchestra di Francesco Ivan Ciampa, anche se non sempre vivace come si sarebbe voluto. Ottimo il coro istruito da Claudio Marino Moretti.
A fine serata, successo caloroso per tutti i cantanti, il coro e il direttore d’orchestra.
Teatro Carlo Felice – Stagione 2022/23
DON PASQUALE
Dramma buffo in tre atti
Libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti
Musica di Gaetano Donizetti
Don Pasquale Davide Maria Sabatino
Dottor Malatesta Francesco Samuele Venuti
Ernesto Marco Ciaponi
Norina Maria Rita Combattelli
Un notaro Matteo Armanino
Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Regia Andrea Bernard
Scene Alberto Beltrame
Costumi Elena Beccaro
Luci Marco Alba
Videomaker Pierpaolo Moro
Genova, 9 giugno 2023