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Gand, Teatro dell’Opera – Ernani

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Quando Giuseppe Verdi diventa un pretesto per altro. Il nuovo allestimento di Ernani andato in scena ad Anversa e Gand, in Belgio, non avrebbe passato indenne le forche caudine del pubblico italiano. Colpa della scelta registica di Barbora Horáková Joly, invero singolare, con la collaborazione della direttrice Julia Jones, che avvalla tagli draconiani alla partitura (che invece è in sé drammaturgicamente efficacissima). Tanto che, a fine recita, ci si chiede se quello a cui si è assistito sia ancora l’Ernani di Verdi o sia invece un’altra cosa. Donde tante perplessità?

La regista immagina la vicenda del bandito come un delirio della mente del protagonista, un soldato tornato profondamente ferito nell’animo dalla dura esperienza della guerra in Libano. Tutto quello che accade sul palco dunque non è altro che la proiezione di ciò che Ernani vive nella sua testa. Per rafforzare ulteriormente questa impostazione, non solo la regista impone a Ernani di essere costantemente in scena (con conseguente eccezionale impegno per il tenore), ma prevede pure la presenza sul palco di un attore (Johan Leysen) che, in lingua olandese, interviene in diversi momenti dello spettacolo. Spezzando e interrompendo il fluire del dramma verdiano, creando inopinate cesure tra i numeri musicali e, di fatto, stravolgendo la drammaturgia originale. Una presenza davvero fastidiosa. Tanto più che la pausa non avviene tra secondo e terzo atto ma a metà del secondo atto. Cosa dice l’attore? Spiega forse la discutibile visione registica? Assolutamente no. Il testo, opera originale di Peter Verhlest, evoca immagini, profumi, esperienze, incubi, che rimandano alla guerra libica.
Con tutto ciò, Elvira non è che una bellissima ragazza libica che Ernani ha incontrato in guerra (peraltro “doppiata” in scena da una danzatrice, Christine Sollie), Silva è un graduato dell’esercito nel quale il protagonista ha combattuto, ma non si capisce bene chi sia don Carlo, vestito in abiti non connotati, stante il fatto che resta l’assassino del padre di Ernani. Ci sono poi elementi fortemente simbolici, non sempre chiarissimi: l’acqua, che scarseggia nei deserti libici, il sangue che la guerra necessariamente versa, agrumi, fiori… Perfettamente funzionali a questa impostazione dal clima cupo e dai colori freddi le scene minimaliste e i costumi moderni di Eva-Maria Van Acker, con l’importante contributo del video design di Tabea Rothfuchs. A parziale discolpa della regista possiamo dire che certamente sa fare il suo lavoro: non mancano momenti suggestivi, così come molto curati appaiono i movimenti di protagonisti e coro. Ma tant’è…

Dal podio la direttrice Julia Jones non va oltre la corretta routine, senza però aiutare molto i cantanti ed esagerando con le sonorità. Dicevamo dei tagli, davvero eccessivi, soprattutto nei recitativi e nelle ripetizioni delle cabalette (come in “Vieni meco sol di rose”, un autentico delitto!). Il ruolo meno colpito dai tagli è, fortunatamente, quello del protagonista. Che vede il debutto del giovane Vincenzo Costanzo, perfettamente a suo agio nei panni dell’eroe romantico perseguitato dalla sorte. Il colore scuro, la voce rotonda e morbida, gli acuti squillanti e ben proiettati si uniscono a una scelta interpretativa che rende ragione sia dello sdegno del nobile che della passione dell’innamorato. Scenicamente, poi, Costanzo è efficacissimo, con movimenti anche molto impegnativi (come quando ingaggia una lotta greco romana con don Carlo, peraltro mentre il coro canta “Si ridesti il leon di Castiglia”). Ernesto Petti – che tiene testa con vigore a Ernani nella succitata lotta – è un don Carlo che privilegia la dimensione stentorea del canto, grazie a una voce importante per colore, volume ed estensione, che tuttavia sa piegare a belle sfumature (come in “Vieni meco sol di rose”). Leah Gordon è un’Elvira vocalmente corretta, con un virtuosismo apprezzabile e un timbro smaltato nei centri. Completa il quartetto dei protagonisti il protervo Silva di Andrews Bauer Kanabas, basso scuro non impeccabile nella linea di canto. Discreti i comprimari: Elisa Soster (Giovanna), Dejan Toshev (don Riccardo), Thierry Vallier (Jago). Molto bene ha fatto il coro istruito da Jef Smits.
Il pubblico che gremiva il bel teatro di Gand, praticamente silente nel corso dell’esecuzione, alla fine ha tributato un vero trionfo a tutti gli interpreti.

Opera Ballet Vlaanderen
ERNANI
Dramma lirico in quattro parti
Libretto
di Francesco Maria Piave,
dal dramma Hernani di Victor Hugo
Musica di Giuseppe Verdi

Ernani Vincenzo Costanzo
Don Carlos Ernesto Petti
Elvira Leah Gordon
Silva Andreas Bauer Kanabas
Giovanna Elisa Soster
Don Riccardo Dejan Toshev
Jago Thierry Vallier
Attore Johan Leysen
Danzatrice Christine Sollie

Orchestra e coro dell’opera di Anversa
Direttore Julia Jones
Maestro del coro Jef Smits
Regia Barbora Horáková Joly
Testo parlato Peter Verhelest
Scene e costumi Eva-Maria Van Acker
Lighting design Tabea Rothfuchs
Drammaturgia Koen Bollen

Gand, Teatro dell’Opera, 14 gennaio 2023

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