Ultimo titolo d’opera della Stagione Notte 2022/23 del Teatro Sociale di Como, mai eseguito prima d’ora sulle tavole lariane, dopo il debutto pavese dello scorso novembre va in scena, nella città di Volta, una rarità come Napoli milionaria, dramma lirico in tre atti su musica di Nino Rota e libretto di Eduardo De Filippo, tratto dalla sua omonima commedia del 1945, facente parte della raccolta Cantata dei giorni dispari.
L’opera debuttò nel 1977 al Festival dei Due Mondi di Spoleto, diretta da Bruno Bartoletti e con regia di Eduardo De Filippo, con un cast capeggiato da Giovanna Casolla e Mariella Devia. La vicenda è ambientata nella Napoli della seconda guerra mondiale e della liberazione da parte degli Alleati, tra la gente umile che popola i bassi napoletani; la composizione di Rota mostra alcune differenze con la commedia teatrale e con il film del 1950 da essa derivato (che vede protagonisti, tra gli altri, lo stesso De Filippo, Totò, Delia Scala, Aldo Giuffré e Titina De Filippo): in particolare, rispetto all’originale eduardiano, Amalia cede alle profferte amorose di Errico “Settebellizze”, che diviene suo amante e, nel finale, Amedeo, figlio di Amalia e di Pasquale Iovine, datosi ad affari loschi, muore durante una sparatoria con gli agenti della Pubblica Sicurezza. Ne scaturisce, così, una lettura più cupa e a tinte fosche, pervasa di drammaticità e disillusione, in linea con l’epoca travagliata degli anni di piombo che stava vivendo l’Italia di Rota.
La partitura del musicista milanese, eclettica e sfaccettata, presenta un riuscito amalgama tra differenti linguaggi: melodie napoletane, musical, jazz, Verismo, citazioni da pellicole cinematografiche precedenti, debitamente rielaborate (come Le notti di Cabiria e Boccaccio ’70), riferimenti a compositori quali Puccini, Kurt Weill, George Gershwin e Dmitrij Šostakovič. Alla guida dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali, quella dello statunitense James Feddeck è una direzione rutilante e vivida, vigorosa e potentemente drammatica, contraddistinta da un tappeto orchestrale perlopiù lussureggiante, a tratti soverchiante rispetto al palcoscenico, e attenta altresì a sbalzare con energia e rifinitezza le varie anime che caratterizzano l’opera. Con scioltezza Feddeck alterna sonorità corrusche e violente (per esempio durante i bombardamenti del I atto), brillanti (la scena dei soldati americani), maggiormente sfumate (l’incontro tra Maria Rosaria e Johnny).
Ben assortito il nutrito cast. Sugli scudi la prova di Clarissa Costanzo, Amalia espressiva e partecipe, in possesso di uno strumento vocale morbido e pastoso, di volume debordante e omogeneo in tutti i registri; appassionata la resa del duetto “Villanova ‘ncoppa Margellina”, intriso di pathos lo struggente lamento finale. Accanto a lei, il Gennaro Iovine di Mariano Buccino, voce scura e profonda, timbrata e ben espansa nella sala teatrale, nitido nella dizione napoletana e credibile nel delineare il reduce di guerra sconvolto dagli orrori visti sui campi di battaglia. Vocalità tenorile squillante e corposa, di timbro vellutato e ricca di armonici, Riccardo Della Sciucca dipinge con prestanza e freschezza il piacente Errico “Settebellizze”, amante di donna Amalia. Annunciata indisposta a inizio recita, Maria Rita Combattelli è una Maria Rosaria musicale, luminosa e aggraziata, convincente nei panni della fanciulla sedotta e abbandonata, “my little Butterfly” come la chiama l’aitante sergente americano Johnny di Francesco Samuele Venuti, dalla voce duttile e di bel colore. Solare l’Amedeo di Marco Miglietta, dalla schietta timbrica mediterranea; Sabrina Sanza è un’Assunta scenicamente gustosa, disinvolta e sbarazzina, in possesso di uno strumento vocale brioso, piccolo e puntuto. Autorevole ed elegante il Brigadiere Ciappa di Alberto Comes; apprezzabile l’Adelaide Schiano di Giovanna Lanza, dalla vocalità ben impostata; ineccepibile e cristallino Roberto Covatta nei sapidi panni di Pascalino “o pittore”; sonoro il Peppe o’cricco di Pasquale Greco. Puntuali le prove di Giuseppe Esposito (O’ miezzo Prevete), Graziano Dallavalle (Riccardo Spasiano), Sara Borrelli (Donna Peppenella) e Luisa Bertoli (Donna Vinzenza). Corretti Francesco Cascione (Federico), Maria Paola Di Carlo (Una donna del popolo), Christian Magrì (Una guardia). Lodevoli e incisivi gli interventi del Coro OperaLombardia, guidato con mano sicura da Diego Maccagnola.
L’allestimento, messo in scena nel 2010 al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca e, per l’occasione, ripreso dal circuito di OperaLombardia, porta la firma alla regia di Arturo Cirillo, che confeziona uno spettacolo godibilissimo nel quale si mescolano con efficacia comico e tragico, basato su di una recitazione approfondita, veemente e curata nei minimi dettagli, nonché su di una notevole caratterizzazione di ogni singolo personaggio. Si avvale dei bei costumi variopinti di Gianluca Falaschi, ripresi da Anna Missaglia, dell’impattante gioco di luci di Fiammetta Baldiserri e delle dettagliate scene di Dario Gessati. Tutta la vicenda si svolge in un unico ambiente, una grande stanza che, nel corso dei tre atti, muta il suo aspetto, circondata via via da un campo di fiori bianchi (II atto) e da una metafisica trincea con scheletri abbandonati (III atto); vi si respira un’atmosfera di marcata religiosità popolana, quasi opprimente nella sua ridondanza, sottolineata da elementi scenici quali un incombente busto scultoreo della Vergine Addolorata, posto sopra l’ingresso di casa Iovine, ex voto, immagini del Cuore Immacolato di Maria e di Cristo portacroce, una Madonnina, ceri votivi. Tra i momenti meglio riusciti della serata, vogliamo almeno ricordare il duetto di commiato tra Maria Rosaria e Johnny e il toccante Finale secondo, pervasi di commovente, malinconica poeticità alla Tennessee Williams.
Teatro gremito di pubblico e, al termine, festanti e convinti applausi per tutti gli interpreti. Si conclude, così, la stagione lirica del Teatro Sociale di Como; arrivederci a quest’estate, con il Festival Como Città della Musica e Aida di Verdi.
Teatro Sociale – Stagione 2022/23
NAPOLI MILIONARIA
Dramma lirico in tre atti
Libretto di Eduardo De Filippo, tratto dalla sua omonima commedia
Musica di Nino Rota
Gennaro Iovine Mariano Buccino
Amalia, sua moglie Clarissa Costanzo
Maria Rosaria, figlia Maria Rita Combattelli
Errico “Settebellizze” Riccardo Della Sciucca
Amedeo, figlio Marco Miglietta
Johnny, sergente americano Francesco Samuele Venuti
Adelaide Schiano Giovanna Lanza
Assunta, sua nipote Sabrina Sanza
Pascalino “o pittore” Roberto Covatta
O’ miezzo Prevete Giuseppe Esposito
Il Brigadiere Ciappa Alberto Comes
Riccardo Spasiano Graziano Dallavalle
Peppe o’cricco Pasquale Greco
Federico Francesco Cascione
Donna Peppenella Sara Borrelli
Donna Vinzenza Luisa Bertoli
Una donna del popolo Maria Paola Di Carlo
Una guardia Christian Magrì
Rituccia Federica Gambarana
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro OperaLombardia
Direttore James Feddeck
Maestro del coro Diego Maccagnola
Regia Arturo Cirillo
Scene Dario Gessati
Costumi Gianluca Falaschi ripresi da Anna Missaglia
Luci Fiammetta Baldiserri
Allestimento del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca
ripreso dai Teatri di OperaLombardia
Como, 13 gennaio 2023