Un sorriso venato di malinconia. È forse la cifra più autentica di Falstaff, l’estremo capolavoro verdiano. Tale il sentimento che il giovane regista Manuel Renga restituisce nella sua originale lettura, in scena al Teatro Verdi di Busseto nell’ambito del Festival che Parma dedica al suo più illustre figlio. Un Falstaff giocato nel segno della semplicità scenica e dell’importante lavoro sui singoli personaggi di un cast in prevalenza giovane e comunque duttile nell’assecondare la visione registica. Intelligente, quest’ultima, anche alla luce delle oggettive condizioni del teatro bussetano, molto piccolo nel palcoscenico. Qui, tre pareti formano una sorta di scatola, uno spazio spoglio caratterizzato dalla presenza di diversi tavoli, “il mobilio tipico delle osterie, ma anche delle case – scrive Renga nelle note di regia -. E questi tavoli acquisiscono di volta in volta funzioni diverse: creano diversi piani in altezza, diventano un palcoscenico ideale, permettono di nascondersi e di creare labirinti sotterranei”. Un luogo dove a governare sono le donne, avanguardia di una nuova e rampante classe sociale che pensa a guadagnare e a monetizzare tutto. Facile quindi comprare anche Falstaff, sempre a corto di quattrini. Il protagonista, dal canto suo, se ne sta spesso in un angolo, fuori dal boccascena, su una sedia a dondolo e da qui talvolta emigra in un mondo onirico, dove Renga dispiega la parte più favolistica del capolavoro verdiano, giocando con ironia. Contribuiscono alla riuscita dello spettacolo i movimenti scenici di Giorgio Azzone, le belle luci di Giorgio Morelli, sempre perfette nel disegnare il clima emotivo del momento, nonché i magnifici costumi di Aurelio Colombo (che firma pure le scene) e che trasportano l’azione nella Gran Bretagna degli anni Quaranta del Novecento.
In buca il Quintetto d’archi Kyiv Virtuosi e l’Ensemble di fiati “La Toscanini”, diretti da Alessandro Palumbo. Quest’ultimo ha anche curato la riduzione della partitura verdiana (cimento da far tremare le vene ei polsi, come si dice), ma che sostanzialmente riesce nell’intento di restituire la straordinaria ricchezza di colori del genio di Busseto. Archi e fiati, dunque, con un pianoforte che assume una funzione squisitamente timbrica. E un ritmo narrativo spigliato, che non sacrifica le voci e l’involo melodico, ma che soprattutto rivela una volta di più la spiazzante modernità della scrittura verdiana.
Complici le dimensioni ridotte del teatro, il pubblico è molto vicino agli interpreti e finisce quindi per sentirsi parte dell’azione. Merito pure dei cantanti che, come detto, si impegnano a fondo nella recitazione e offrono una prova apprezzabile anche sotto il profilo musicale. Franco Vassallo è un Falstaff di schietta voce baritonale, capace di un giusto equilibrio tra la dimensione buffa e quella amara del personaggio, tale da renderlo molto umano e autentico. Alice Ford vanta il timbro chiaro e la squisita musicalità di Ilaria Alida Quilico, peraltro scenicamente vivacissima, così come convince, nella sua postura più seriosa, la Quickly di Adriana Di Paola, dal bel colore vocale scuro. Veronica Marin è una Nannetta liliale e curata nel fraseggio, affiancata da un Fenton di voce importante come Vasyl Solodkyy (per il quale, forse, questo ruolo è fin troppo leggero). Ottimi Gregory Bonfatti quale Cajus e i sodali di Falstaff: Roberto Covatta, Bardolfo di grande verve, e Andrea Pellegrini, Pistola di voce scura e tonante. Completano la locandina il puntuale Ford di Andrea Broghini e la affascinante Meg di Shaked Bar. Vivissimo successo per tutti.
Festival Verdi 2023
FALSTAFF
Commedia lirica in tre atti di Arrigo Boito,
dalla commedia The merry Wives of Windsor
e dal dramma The History of Henry the Fourth di Shakespeare
Musica di Giuseppe Verdi
Arrangiamento per ensemble a cura di Alessandro Palumbo
Sir John Falstaff Franco Vassallo
Ford, marito di Alice Andrea Borghini
Fenton Vasyl Solodkyy
Dott. Cajus Gregory Bonfatti
Bardolfo, seguace di Falstaff Roberto Covatta
Pistola, seguace di Falstaff Andrea Pellegrini
Mrs. Alice Ford Ilaria Alida Quilico
Nannetta, figlia d’Alice e Ford Veronica Marini
Mrs. Quickly Adriana Di Paola
Mrs. Meg Page Shaked Bar
Quintetto d’archi Kyiv Virtuosi e Ensemble di Fiati La Toscanini
Direttore Alessandro Palumbo
Regia Manuel Renga
Scene e costumi Aurelio Colombo
Luci Giorgio Morelli
Movimenti scenici Giorgio Azzone
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con la
Fondazione Arturo Toscanini, nell’ambito della residenza artistica
dei Kyiv Virtuosi nella Stagione 2023/2024 de La Toscanini
Busseto, Teatro Verdi, 22 settembre 2023