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Berlino, Philharmonie – Kirill Petrenko dirige i Berliner in Mozart e Schumann

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Entrare nella Großer Saal della Philharmonie di Berlino è da subito una grande emozione, per il portato storico del luogo, per la concezione architettonica dello spazio e per il vertice ingegneristico nella progettazione acustica. Se poi a suonare è l’orchestra che ha lì la propria sede e se la guida compete al direttore principale in carica, si può assistere a un concerto di altissimo livello. Questo perché i Berliner Philharmoniker eseguono e interpretano tutto il repertorio proposto con quel bilanciato equilibrio di souplesse e savoir-faire che contraddistingue da sempre la loro attività. Inoltre il rapporto di fiducia instaurato con Kirill Petrenko, da qualche anno stabilmente a capo della compagine, assicura un’intesa efficace da subito. Se ne ha una prova in uno dei concerti più recenti.

Già sulla carta il programma appare particolarmente stimolante, con il suo particolare accostamento di Mozart e Schumann, in un virtuale percorso tra fine Settecento e prima metà dell’Ottocento. Il catalogo mozartiano offre alla serata due celebri perle sacre: in apertura il noto Exultate, jubilate KV 165 seguito dall’altrettanto famosa Messa in do maggiore per soli coro e orchestra, K 317 (conosciuta come Messa dell’Incoronazione). Il mottetto, composto per l’evirato cantore Venanzio Rauzzini ed eseguito per la prima volta all’inizio del 1773, adotta la consolidata struttura con due arie inframezzate da un recitativo e coronate dall’Alleluja finale. La partitura si configura come un pezzo di bravura per il solista che ha modo di sfoggiare tutte le proprie abilità tecniche. A Berlino l’eredità è raccolta dal soprano Louise Alder che, nonostante il volume esiguo, sfoggia una linea canora convincente e capace di dare luminosità al fraseggio mozartiano. La guida sapientemente Petrenko che intesse una limpida trama orchestrale caratterizzata da levità e precisione tali da rendere l’esecuzione praticamente impeccabile. Caratteristiche riscontrabili anche nella lettura della Messa in do maggiore che per la costruzione musicale raffinata (Mozart la compose nel 1779, dopo l’importante lungo viaggio culminato a Parigi), legata indissolubilmente tanto all’esperienza avuta a Mannheim, quanto all’ambito teatrale, ha tutte le caratteristiche per permettere agli esecutori di dimostrare e la propria tecnica canora e il virtuosismo strumentale. Ancora una volta il direttore cesella con gusto le sei parti di cui si compone il lavoro esibendo la propria totale sintonia con l’orchestra berlinese. La già menzionata Louise Alder, che ripropone una valida lettura della partitura, è affiancata dal corretto contralto Wiebke Lehmkuhl, dotato di timbro interessante al pari del tenore Mauro Peter che ha dato prova di un fraseggio accurato e di valide intenzioni interpretative. Efficace anche l’apporto del basso-baritono Krešimir Stražanac. Maiuscola per coesione, omogeneità e musicalità la prestazione del Coro Orfeó Català preprato da Simon Halsey e Pablo Larraz.

Nella seconda parte del concerto si assiste tuttavia al vero e proprio trionfo dell’inconfondibile suono dei Berliner Philharmoniker: al cospetto della Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120, nella seconda versione approntata nel 1851 che si presenta come una sorta di fantasia sinfonica caratterizzata da numerosi elementi innovativi quali la successione, senza soluzione di continuità, dei movimenti e la riproposizione variata di alcuni materiali tematici, l’orchestra si impone in tutto il suo smagliante fulgore dando prova di un rigore interpretativo capace però di piegarsi a inusitate raffinatezze espressive. E ancora più al cospetto di Schumann, Petrenko esibisce una solida intesa con i musicisti che condividono e assecondano la sua appassionata interpretazione costruita con perizia e profonda attenzione agli impasti e alle dinamiche.
Il travolgente successo finale, con applausi di crescente intensità, suggella una serata capace di accostare repertori molto diversi sempre all’insegna della passione per la musica e per la precisione esecutiva.

Berliner Philharmoniker – Stagione 2022/2023

Wolfgang Amadeus Mozart
Exultate, jubilate, Mottetto KV 165

Messa in do maggiore per soli coro e orchestra,
KV 317 “Messa dell’Incoronazione”

Robert Schumann
Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120

Direttore Kirill Petrenko
Louise Alder, soprano
Wiebke Lehmkuhl, contralto
Mauro Peter, tenore
Krešimir Stražanac, basso-baritono

Coro Orfeó Català
Maestri del coro Simon Halsey e Pablo Larraz

Philharmonie, Sala Grande
Venerdì 28 aprile 2023

Photo: Stephan Rabold

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