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Verona, Arena Opera Festival 2022 – Aida (con Anna Netrebko)

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Superlativa. Anna Netrebko è indubbiamente oggi una delle maggiori interpreti del ruolo di Aida, affrontato in una serata memorabile in un’Arena di Verona inspiegabilmente non piena di pubblico. Il soprano russo si impone anzitutto per la linea di canto, solidissima nella compattezza dell’emissione, sempre sostenuta da un assoluto controllo del fiato, accompagnata a una straordinaria musicalità. Messa a servizio, quest’ultima, di un talento di interprete che si va sempre più affinando, dando ragione della sostanziale ambiguità entro la quale si muove questo personaggio: schiava remissiva o principessa fiera. Netrebko è sia l’una che l’altra, grazie a un fraseggio che illumina di senso ogni frase e a un colore vocale del tutto singolare, che nelle note gravi non aveva quell’ombra di artefazione esibita in altre occasioni, ma manteneva invece una omogeneità nei diversi registri. C’è, nell’Aida di questa superba artista, tutta la malinconia schiva e intima del canto più lirico (eccellenti le smorzature), ma pure la vaporosa sensualità promanante da un accento spontaneo, che sa essere fermo e volitivo. La voce, poi, come si dice in gergo, corre: si impone non solo nelle arie o nei duetti, ma pure nei concertati. Quasi superfluo dire che il momento più emozionante è stato quello dei “Cieli azzurri”, introdotto da un magnifico recitativo, e poi delibato nel segno di una vocalità cangiante, morbida e rotonda, a reggere senza il minimo impaccio le lunghe arcate vocali e culminante in un terso do emesso in pianissimo. Chapeau.

Al suo fianco un cast nel complesso buono, ma non all’altezza di cotanto genio. Clémentine Margaine, Carmen nel titolo inaugurale della stagione areniana, si mostra molto più a suo agio nei panni della tormentata principessa egizia che in quelli della sensuale sigaraia sivigliana. La sua Amneris vanta una voce ampia e ben timbrata, un fraseggio incisivo e intensamente espressivo, senza artificiose forzature e con un bel gioco di colori. Yusif Eyvazov, colto in una serata forse non ottimale, si conferma per quello che più volte è stato scritto di lui: fine fraseggiatore, è attentissimo al dettato musicale e sfuma e smorza con grande sensibilità, offrendo così il ritratto di un condottiero sì fiero ed eroico, ma pure di un giovane innamorato appassionato. In “Celeste Aida”, si produce anche nella smorzatura del si bemolle finale e, nel duetto che chiude l’opera, accanto a una strepitosa Netrebko, accarezza con intensità la dolente melodia. Certo, resta la tara di un timbro oggettivamente non bello, che pecca in comunicativa e incorre anche in qualche nota nasale. Ma tant’è.
Ambrogio Maestri, che è pur sempre un grande artista, non era in serata, risultando fisso e forzato negli acuti, mentre a tratti imbarazzante è stata la prestazione di Gűnther Groissbőck quale Ramfis: voce secca, ingolata, fraseggio inesistente. Romano Dal Zovo si è disimpegnato con onore nel ruolo del Re.

Dal podio, Marco Armiliato ha retto bene le fila dell’orchestra, trovando una bella sintesi tra la dimensione epicheggiante e quella intimista del capolavoro verdiano. Una direzione che non perde mai di vista il passo teatrale, pur ammorbidito da screziature sensualmente esotiche. Non sono mancati disequilibri tra buca e palcoscenico, ma crediamo siano inevitabili in un contesto come quello veronese. Bene hanno fatto il coro e gli altri interpreti. L’allestimento è quello ormai storico, firmato da Franco Zeffirelli e molto apprezzato dal pubblico areniano (qui la recensione dello spettacolo in occasione della “prima”).

Arena Opera Festival 2022
AIDA
Opera in quattro atti
Libretto di Antonio Ghislanzoni
Musica di Giuseppe Verdi

Il Re Romano Dal Zovo
Amneris Clémentine Margaine
Aida Anna Netrebko
Radamès Yusif Eyvazov
Ramfis Gűnther Groissbőck
Amonasro Ambrogio Maestri
Un messaggero Carlo Bosi
Sacerdotessa Francesca Maionchi
Primi ballerini Eleana Andreoudi
Alessandro Staiano

Orchestra, Coro, Corpo di ballo e Tecnici dell’Arena di Verona
Direttore Marco Armiliato
Maestro del coro Ulisse Trabacchin
Regia e scene Franco Zeffirelli
Costumi Anna Anni
Coreografia Vladimir Vasiliev
Coordinatore del Corpo di Ballo Gaetano Petrosino
Allestimento Fondazione Arena di Verona

Verona, 8 luglio 2022

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