Chiudi

Verona, Arena Opera Festival 2022 – Aida (cast alternativo)

Condivisioni

Un’unica serata, quella del 24 luglio, per il debutto in Arena del giovane soprano cubano-americano Monica Conesa in Aida di Verdi, nei panni della protagonista. Cecilia Gasdia, che in qualità di sovrintendente e direttore artistico ha avuto l’indubbio merito di riportare i grandi nomi nelle stagioni areniane, non ha mancato anche di dar fiducia a giovani promettenti, svelando nuovi talenti come questa ventiseienne, dal fisico da mannequin e dal timbro che evoca reminiscenze callasiane.

Vincitrice nel 2021 del Primo Premio Assoluto al Concorso Internazionale di Canto Lirico Fausto Ricci di Viterbo e, nello stesso anno, del Primo Premio e del Premio del Pubblico al Concorso Internazionale Maria Caniglia di Sulmona, le bella e brava Conesa fa quindi il suo importante esordio en plein air e in un ruolo per di più assai complesso. Non ne sembra intimorita, ma per gridare al miracolo è presto, pur consapevoli che la sua prova riveli indubbi meriti.
Annotiamo le qualità di una voce che non fatica a farsi sentire nei grandi spazi e mostra, nei centri come nei gravi, screziature timbriche di evidente derivazione callasiana. Eppure, a ben sentire, osservando con più attenzione l’arco della sua prova, per altro applauditissima dal pubblico, non è difficile rendersi conto che si è dinanzi a una voce di chiara ascendenza lirica, capace di raccogliere i suoni e di piegarli a suggestive mezze voci. Da subito s’impone in uno sfumato “Ritorna vincitor” e poi, in “O cieli azzurri”, emette un do acuto non in piano ma attaccato con l’intenzione di far valere la radiosità di un suono progressivamente espanso con un’arcata di fiato di tutto rispetto. L’effetto non le riesce del tutto, ma è innegabile che per una debuttante che a sangue freddo si cimenta in una parte tanto difficile, per di più garantendo una tenuta complessiva dove le luci d’indubbie doti vocali prevalgono sulle ombre dell’inesperienza, il risultato finale è nell’insieme interessante e dovrebbe garantirle un futuro luminoso. Perché questo avvenga dovrà tuttavia giocare con più cautela nelle scelte del repertorio e, ad esempio, l’annunciato debutto del prossimo ottobre, sempre a Verona, come protagonista in Gioconda di Ponchielli al Teatro Filarmonico, non appare certo un toccasana per una vocalità bisognosa per ora di plasmarsi e affinarsi su un terreno più lirico. Per ora limitiamoci a ricordare il suo nome e a proporlo all’attenzione dei nostri lettori, nella speranza che lo sbocciare di una vocalità tanto preziosa abbia vita più lunga di un fiore.

Al suo fianco, questa recita di Aida in Arena poggia sulle sicure spalle di Jorge de León, Radamès di solida consistenza vocale e con qualche acuto ben assestato, così come Anna Maria Chiuri, forte di un fraseggio accuratissimo, conferma la sua intelligente visione di un’Amneris innamorata più che mossa dall’ira di una furente gelosia. Sebastian Catana è un professionale Amonasro, Rafał Siwek un buon Ramfis e Simon Lim un Re vocalmente un po’ alterno.
Dalla direzione di Marco Armiliato si è già riferito su queste colonne e si confermano le impressioni già espresse.
Successo finale per tutti, con punte di entusiasmo per Monica Conesa.

Arena Opera Festival 2022
AIDA
Opera in quattro atti
Libretto di Antonio Ghislanzoni
Musica di Giuseppe Verdi

Il Re Simon Lim
Amneris Anna Maria Chiuri
Aida Monica Conesa
Radamès Jorge de León
Ramfis Rafał Siwek
Amonasro Sebastian Catana
Un messaggero Francesco Pittari
Sacerdotessa Yao Bohui
Primi ballerini Anna Sophia Scheller,
Eleana Andreoudi, Alessandro Staiano

Orchestra, Coro, Corpo di ballo e Tecnici dell’Arena di Verona
Direttore Marco Armiliato
Maestro del coro Ulisse Trabacchin
Regia e scene Franco Zeffirelli
Costumi Anna Anni
Coreografia Vladimir Vasiliev
Coordinatore del Corpo di Ballo Gaetano Petrosino
Allestimento Fondazione Arena di Verona

Verona, 24 luglio 2022

image_print
Connessi all'Opera - Tutti i diritti riservati / Sullo sfondo: National Centre for the Performing Arts, Pechino