Abbiamo assistito anche alla seconda recita di Tosca di Giacomo Puccini, presentata dal Teatro Giuseppe Verdi di Trieste nell’allestimento di Hugo de Ana, che firma anche regia e costumi, proveniente dal teatro Comunale di Bologna. Lo spettacolo si riconferma coinvolgente nelle sue atmosfere cupe, claustrofobiche, rese più opprimenti dal moltiplicarsi di piani visivi che portano all’esasperazione il barocco della Roma papalina. Le scelte registiche sono funzionali, ma a tratti poco efficaci drammaturgicamente, lasciando i protagonisti come spaesati e concentrando quasi l’attenzione sui personaggi secondari, quasi Tosca, Mario e Scarpia fossero essi stessi schiacciati e smarriti in quella confusione di volute e linee contorte, in cui ogni prospettiva e ordine sembrano perdersi, come ogni logica nell’ordine della Storia che fa da sfondo alla vicenda.
Kristina Kolar, primadonna del Teatro di Rijeka in Croazia, ma sempre più impegnata sulle scene internazionali, tratteggia una Floria Tosca vocalmente convincente. Timbro scuro – aveva incominciato la carriera come mezzosoprano – dalle venature metalliche e dotato di buon volume, gestisce con sicurezza la tessitura ostica con un bel medio sonoro e acuti svettanti ben proiettati. Si perde un po’ in “Vissi d’arte”, che manca della dovuta concentrazione, ma compensa ampiamente nel corso delle altre pagine dove media abilmente fra la dimensione della donna Floria e quella della tragicienne Tosca che si riappropria del proprio ruolo nella sfida finale lanciata a Scarpia, prima di gettarsi dagli spalti di Castel Sant’Angelo. Raffaele Abete veste i panni di Mario Cavaradossi a cui presta una voce robusta, di un bel timbro tenorile sostenuto tuttavia da una tecnica ancora da perfezionare a tratti, perché il suono si pieghi a una maggiore varietà di sfumature dinamiche e permettano a uno strumento interessante di portare a compimento le proprie potenzialità. Il Mario che ne scaturisce ha la baldanza e l’irruenza delle passioni amorose e ideologiche che accendono gli animi giovanili, piuttosto che le sottigliezze, il fascino suadente e i ripiegamenti dell’uomo adulto. Il ruolo del Barone Scarpia è affidato in questo secondo cast a Stefano Meo: voce ampia di grande volume, propende anch’egli per un canto declamatorio, di impronta verista, cogliendo più il lato irruente, esteriormente sadico del personaggio che quello mellifluo, peraltro apertamente irriso nel monologo di apertura del secondo atto. Nonostante certi passaggi mancassero di questa cantabilità da libidinoso seduttore (come la frase ascendente “Già mi struggea l’amor della diva”), Meo convince, ottenendo una calorosa accoglienza da parte del pubblico.
Riconfermano la buona impressione complessiva Cristian Saitta quale Angelotti, Dario Giorgelé un Sagrestano, Motoharu Takei Spoletta, Min Kim Sciarrone e Giuliano Pelizon un carceriere. Nel ruolo del Pastore la bella voce della giovanissima Isabella Maria Bisacchi, ottimamente preparata dal Maestro Cristina Semeraro, i cui Piccoli Cantori della Città di Trieste si riconfermano come una delle realtà più significative della vita musicale tergestina. Come sempre all’altezza la prova del Coro diretto egregiamente da Paolo Longo. La direzione del Maestro Christopher Franklin stenta ancora a uniformare il colore dell’Orchestra del Teatro Verdi, indugiando eccessivamente in una lettura analitica, più attenta a dare risalto alle singole sezioni che unità narrativa alla partitura. Il pubblico dimostra tuttavia di apprezzare gli sforzi profusi da tutti gli artisti tributando caldi applausi a tutti.
Teatro Lirico Giuseppe Verdi – Stagione lirica e di balletto 2022
TOSCA
Opera lirica in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
dall’omonimo dramma di Victorien Sardou
Musica di Giacomo Puccini
Floria Tosca Kristina Kolar
Mario Cavaradossi Raffaele Abete
Il barone Scarpia Stefano Meo
Cesare Angelotti Cristian Saitta
Il sagrestano Dario Giorgelè
Spoletta Motoharu Takei
Sciarrone Min Kim
Un carceriere Giuliano Pelizon
Un pastore Isabella Maria Bisacchi
Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione
Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Direttore Christopher Franklin
Maestro del coro Paolo Longo
Con la partecipazione de I Piccoli Cantori della Città di Trieste
diretti da Cristina Semeraro
Regia, scene e costumi Hugo de Ana
Luci Valerio Alfieri
Allestimento Fondazione Teatro Comunale di Bologna
Trieste, 5 marzo 2022