Gilda? Una ragazza che “sbaglia”. Nella loro adesione acritica al politicamente corretto, molti protagonisti della lirica odierna (responsabili artistici, registi e cantanti) ritengono che questo personaggio verdiano sia “imperdonabile” perché il suo comportamento non è compatibile con i canoni del presente. È imperdonabile perché non si ribella o non ammazza il Duca. Non è escluso che prima o poi ci pensi qualche regista a ribaltare il finale (come nella “Carmen che non muore” di Firenze), ma intanto la morale è chiara: per farsi “perdonare” e accettare fino in fondo anche i personaggi dei melodrammi devono essere uniformi e conformi alla nostra epoca.
A questa vulgata si adegua, nelle sue note di presentazione, anche Giuseppe Emiliani, che ha firmato l’edizione di Rigoletto proposta la scorsa estate in piazza degli Eremitani a Padova e ripresa di recente al Teatro Mario Del Monaco di Treviso (il 18 e il 20 novembre andrà in scena al Teatro Sociale di Rovigo). Il regista si prodiga nella consueta tirata politicamente corretta sulle scelte sbagliate di Gilda e la questione del “femminicidio”. Come sempre, tutto deve essere ridotto al presente, equiparato agli odierni fatti di cronaca, e il giudizio morale o moralistico deve prevalere su tutto, anche se si tratta di personaggi teatrali. Ma se accettiamo questo modo di ragionare, è evidente che con Gilda “sbagliano” anche Verdi, Piave e Hugo, gente che per gli aedi del politicamente corretto non capiva granché di drammaturgia e di sentimenti umani. Bisogna anche dire, tuttavia, che all’atto pratico nello spettacolo di Emiliani non c’è traccia di queste inutili elucubrazioni. A dirla tutta, non c’è quasi traccia di regia: gli interpreti entrano, escono, cantano e recitano in modo che definirei, più che tradizionale, convenzionale, qualche volta facendo ricorso al proprio bagaglio di esperienze teatrali. La staticità è diffusa: il Duca canta spesso seduto, il coro è per lo più immobile.
La componente più interessante dell’allestimento è la scenografia virtuale di Federico Cautero. Nel 2020, per l’edizione concepita sempre a Treviso dallo stesso team in piena pandemia e trasmessa in streaming, le proiezioni, nei primi due atti, rievocavano i luoghi classici dell’azione, mentre il terzo era ambientato in un teatro in rovina. Tolta qualche superflua suggestione onirica, il risultato era piacevole. Qui l’impianto scenico, semplicissimo, quasi minimal, è formato da una apertura circolare al centro del palco preceduta da pochi gradini; quindi un tavolo, una sedia, nient’altro. A creare movimento e a suggerire le diverse ambientazioni ci pensano le videoproiezioni: dettagli tratti dagli affreschi realizzati da Giulio Romano per Palazzo Te a Mantova, ma anche visioni ora realistiche come la tempesta che accompagna l’uccisione di Gilda (forse il momento più suggestivo dello spettacolo), ora simboliche come la grande pupilla che domina la scena finale. Pregevoli i costumi tradizionali di Stefano Nicolao.
Sul podio dell’Orchestra di Padova e del Veneto troviamo Sebastiano Rolli, che senza dubbio ha una grande padronanza del repertorio di metà Ottocento e ha fama di direttore particolarmente ferrato sul piano filologico. Proprio per questo sorprende la mancanza di un criterio preciso nell’inserimento e nel taglio delle puntature. Il baritono, per esempio, le omette quasi tutte. Il tenore, viceversa, ripristina tutti gli acuti di tradizione, compreso il re naturale che chiude la cabaletta “Possente amor mi chiama” (eseguita senza il “da capo”). Una lettura, dunque, in bilico tra fedeltà al testo verdiano e omaggio alla tradizione, probabilmente funzionale alle esigenze vocali degli interpreti. Per il resto, la direzione di Rolli assicura all’esecuzione adeguata teatralità e spessore drammatico, creando climi espressivi contrastanti, inserirti in un flusso narrativo teso e coinvolgente.
Sebastian Catana è un Rigoletto dal timbro non molto scuro, se vogliamo un po’ generico, ma nel complesso solido nell’emissione, tolta qualche fissità in acuto. Nel fraseggio non spicca per scavo analitico, ma risulta comunque espressivo e bilancia con efficacia drammatica la declamazione e le aperture melodiche. Nei panni di Gilda, Yulia Merkudinova parte un po’ in sordina, con una vocalità che sembra esile e quasi incolore, ma si riprende nel corso della recita e delinea un personaggio credibile: l’emissione è nel complesso corretta, sufficientemente agile quando occorre, l’interprete immedesimata e capace di rendere l’evoluzione drammatica del personaggio.
Marco Ciaponi è un Duca di Mantova dalla voce chiara e caratterizzata da un leggero vibrato stretto che tuttavia non disturba. I suoi punti di forza sono gli acuti sicuri e squillanti (compreso, come accennato, il re sopracuto nella cabaletta del secondo atto) e la linea di canto sfumata e molto elegante nel rendere l’aspetto amoroso del personaggio: in “Parmi veder le lagrime” il tenore rispetta lodevolmente i segni d’espressione prescritti da Verdi. L’aspetto cinico e aggressivo del Duca può essere ulteriormente approfondito, ma la prova è nell’insieme apprezzabile.
Perfetti quanto a physique du rôle i due fratelli sicari: Antonio Di Matteo è uno Sparafucile imponente, dalla voce adeguatamente scura, Martina Belli una Maddalena sensuale e vocalmente corretta. Tra i comprimari si distinguono Nicolò Ceriani, che dà un buon rilievo alla parte di Monterone, e Alex Martini, ineccepibile Marullo. Funzionali gli altri: Alice Marini, Giovanna, Emanuele Giannino, Matteo Borsa, Emil Abdullaiev, Conte di Ceprano, Andreina Drago, Contessa di Ceprano. Puntuali gli interventi del Coro Lirico Veneto.
Teatro Mario Del Monaco – Stagione 2022/23
RIGOLETTO
Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
dal dramma Le roi s’amuse di Victor Hugo
Musica di Giuseppe Verdi
Il Duca di Mantova Marco Ciaponi
Rigoletto Sebastian Catana
Gilda Yulia Merkudinova
Sparafucile Antonio Di Matteo
Maddalena Martina Belli
Giovanna Alice Marini
Il Conte di Monterone Nicolò Ceriani
Marullo Alex Martini
Matteo Borsa Emanuele Giannino
Il Conte di Ceprano Emil Abdullaiev
Contessa di Ceprano Andreina Drago
Orchestra di Padova e del Veneto
Coro Lirico Veneto
Direttore Sebastiano Rolli
Regia Giuseppe Emiliani
Scene Federico Cautero per 4Dodo
Costumi Stefano Nicolao per Atelier Nicolao
Light Design Andrea Gritti
Produzione Comune di Treviso, Teatro Mario Del Monaco
Comune di Padova, Comune di Bassano del Grappa, Comune di Rovigo
Treviso, 6 novembre 2022