Uno spettacolo elegante, sobrio, lunare, ha inaugurato la 68ª edizione del Festival Puccini di Torre del Lago. La regista Manu Lalli, che cura anche scene e costumi di Madama Butterfly, legge il dramma della geisha giapponese secondo una duplice prospettiva: da un lato la violenza dell’essere umano nei confronti della natura, dall’altro quella dell’uomo nei confronti della donna. È in particolare questo tema a trovare plastica restituzione nel racconto registico, che si concentra sull’universo femminile di cui Cio-Cio-San è immagine archetipica e baricentro. Un universo fatto di creature fragili ed eteree, facilmente preda delle voglie maschili, che abitano la foresta di verdi alberi dalla quale è abbracciata la “casa a soffietto” della protagonista. Gli alberi, all’inizio rigogliosi, come accade per l’amore di Butterfly, si inaridiscono a poco a poco fino a diventare secchi nell’ultimo atto. Il mondo maschile si trova rappresentato da un Pinkerton tanto spavaldo quanto seducente, da un Goro lezioso, da uno Yamadori tracotante e – unica parziale eccezione – da uno Sharpless sinceramente preoccupato di quanto accadrà. Il palco del teatro all’aperto, affacciato sullo specchio d’acqua del lago di Massaciuccoli, è così un giardino florido nel primo atto, ravvivato da fiori rossi portati dai figuranti, ma poi si spoglia progressivamente, così come le donne sono inizialmente vestite di rosso, ma dal secondo atto in poi appaiono solo vestite di bianco, il colore del lutto per i giapponesi. La stessa Kate Pinkerton, una volta compreso lo strazio di Butterfly, toglierà anch’essa il soprabito rosso per restare in bianco, esprimendo così la propria femminile solidarietà. Contribuiscono alla suggestione dell’insieme le belle luci di Gianni Mirenda e, regalo forse non previsto dagli organizzatori, una magnifica luna piena che solca il cielo notturno ponendosi in ideale dialogo con la musica di Puccini.
Dal podio, Alberto Veronesi tiene le fila del discorso musicale nel segno di una quieta routine che, se da un lato assicura una sufficiente tenuta soprattutto in rapporto al palcoscenico, dall’altro rende poco giustizia alla magnifica scrittura pucciniana. Il coro, istruito da Roberto Ardigò, risulta non sempre a fuoco.
Francesca Tiburzi è una Cio-Cio-San di bel timbro vocale, soprattutto nei centri, ricco di cremosa consistenza, ha acuti sonori e ben proiettati, piega il fraseggio a una pregevole varietà di accenti, secondo una asciuttezza espressiva che bandisce ogni forma di leziosità. Siamo certi che questa giovane artista saprà ulteriormente approfondire la complessità del personaggio di Butterfly, frutto di una più intima interiorizzazione del tormento che la agita, per rendere ragione in modo incisivo del cambiamento da fanciulla innocente a eroina dalla statura tragica.
Vincenzo Costanzo, che ha interpretato Pinkerton quasi 300 volte in dieci anni di carriera, offre all’ufficiale americano tutta la spavalda baldanza della sua giovinezza e lo fa esibendo una esattezza musicale encomiabile. La voce è bella, scura e rotonda, omogenea in ogni registro, con acuti squillanti e pieni. La naturale comunicativa del timbro si unisce a una innegabile disinvoltura scenica, sortendo così l’effetto di un Pinkerton “simpatico mascalzone” nel primo atto (molto bravo nel duetto, ove unisce vigore di accento a impeto passionale) ma sinceramente pentito – e maturato anch’esso – nel terzo.
Laura Verrecchia quale dolente ed espressiva Suzuki ha una bella linea di canto, mentre lo Sharpless di Alessandro Luongo, con la sua voce morbida, chiara ed estesa, non è solo preciso e musicale, ma pure interprete attento e convincente. Petulante al punto giusto il Goro di Francesco Napoleoni, tonante lo zio Bonzo di Adriano Gramigni, incisivo lo Yamadori di Yinshan Fan, di bel materiale vocale la Kate Pinkerton di Rosa Vingiani. Di livello tutti gli altri: Ivan Caminiti (l’ufficiale del registro), Valentina Pernozzoli (la madre), Lan Yao (la zia), Dario Zavatta (Yakuside), Licia Piermatteo (la cugina).
Teatro Puccini – 68° Festival Puccini
MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in due atti di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
Musica di Giacomo Puccini
Cio-Cio-San Francesca Tiburzi
Suzuki Laura Verrecchia
F.B. Pinkerton Vincenzo Costanzo
Sharpless Alessandro Luongo
Goro Francesco Napoleoni
Il Principe Yamadori Yinshan Fan
Lo Zio Bonzo Adriano Gramigni
Il Commissario Imperiale Zhihao Ying
L’ufficiale del Registro Ivan Caminiti
Kate Pinkerton Rosa Vingiani
La Madre Valentina Pernozzoli
La Zia Lan Yao
Yakuside Dario Zavatta
La Cugina Licia Piermatteo
Orchestra e Coro del Festival Puccini
Direttore Alberto Veronesi
Maestro del coro Roberto Ardigò
Regia, scene e costumi Manu Lalli
Disegno luci Gianni Mirenda
Sound designer Luca Bimbi
Assistente alla regia Lorenzo Mucci
Torre del Lago Puccini, 13 luglio 2022 (prova generale)