Un allestimento super tecnologico e un palcoscenico galleggiante, sulle acque del lago di Costanza: dal tradizionale Bregenzer Festspiele dei Wiener Symphoniker diretti dal maestro Enrique Mazzola, Rai Cultura propone il Rigoletto di Giuseppe Verdi, in onda venerdì 5 agosto alle ore 21.15 su Rai 5. La produzione, firmata da Philipp Stölz, ha inaugurato nel luglio del 2019 la 74esima edizione del Festival. Stölzl, regista teatrale e cinematografico, noto per le sue produzioni di successo nei principali teatri d’opera europei così come per i suoi video musicali per Madonna o la band tedesca Rammstein, ha dato vita a uno scenario spettacolare sul più grande palcoscenico lacustre del mondo. Nel cast Vladimir Stoyanov è Rigoletto, Stephen Costello è il duca e Mélissa Petit è Gilda. Lo spettacolo ha attirato 200.000 visitatori ed è stato seguito da quasi 2 milioni di telespettatori in Germania, Austria e Svizzera. Qui la recensione di Stefano Balbiani
Le acque riflettenti del lago di Costanza e il suggestivo panorama naturale; l’imponente palcoscenico galleggiante nel teatro all’aperto del Seebühne; un allestimento tecnologico e di forte presa sul pubblico; l’utilizzo di acrobati, stuntmen e di trovate scenografiche di sicuro impatto: questi sono, essenzialmente, gli elementi precipui degli spettacoli messi in scena solitamente al Bregenzer Festspiele. Caratteristiche che ritornano anche nello spettacolo allestito nel 2019 nella rinomata kermesse austriaca: parliamo di uno dei titoli più amati del catalogo verdiano, Rigoletto.
Alla regia troviamo il bavarese Philipp Stölzl, artista affermato specialmente nei paesi tedescofoni (forse qualcuno ricorderà il Benvenuto Cellini grottesco e disenyano del 2007 al Salzburger Festspiele, oppure il suo Trovatore fumettistico del 2013 al Theater an der Wien e alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino); una personalità poliedrica, che si è dedicata anche al cinema (citiamo, uno fra tutti, il film del 2008 North Face) e a video musicali di cantanti quali Madonna, Mick Jagger e i Rammstein. Stölzl dà vita a uno spettacolo colorato, esuberante, ironico, a tratti caricaturale e dalla marcata atmosfera circense: la corte di Mantova è infatti trasposta in un caleidoscopico e straniante circo, popolato di pagliacci, saltimbanchi, violenti scimpanzé ammaestrati, bambole meccaniche, fenomeni da baraccone, giocolieri. Certo, un’idea di fondo se vogliamo non proprio nuova, pure Robert Carsen ha ambientato nel 2013 il suo Rigoletto di Aix-en-Provence in un circo privato (ma con risvolti a luci rosse), sviluppata però dal regista tedesco in maniera completamente differente rispetto al collega canadese. In questa lettura creativa ed eccentrica, nella quale non manca lo spazio per l’approfondimento delle personalità e dei sentimenti dei personaggi, Rigoletto è un clown, il Duca il direttore della compagnia, Sparafucile un lanciatore di coltelli vestito da scheletro e Maddalena una soubrette sua assistente, Monterone un mago illusionista, e così via. Al clima circense contribuiscono anche i variopinti e sfaccettati costumi di Kathi Maurer, le luci firmate da Georg Veit e Stölzl, la monumentale scenografia di Heike Vollmer e dello stesso Stölzl: un’imponente e irriverente testa di pagliaccio che sbuca dall’acqua lacustre e che, nel corso della recita, assume sempre più le fattezze di un inquietante teschio, e due gigantesche mani in movimento, una delle quali impugna una mongolfiera: in essa, librandosi in aria, Gilda intona l’aria “Caro nome”.
Alla guida dei Wiener Symphoniker, Enrique Mazzola predilige una direzione serrata e coesa, intrisa di drammaticità e dalle sonorità brillanti, attenta ad agevolare le voci in palcoscenico e dall’agogica perlopiù spedita.
Il baritono bulgaro Vladimir Stoyanov, in possesso di una vocalità piena e ricca di armonici, dalla linea di canto solida, dà vita a un protagonista sobrio e potentemente espressivo, curato nella dizione e mai sopra le righe. Lodevole la Gilda del soprano francese Mélissa Petit, interprete aggraziata dalla voce cristallina e dalla timbrica luminosa, emessa con morbidezza e gusto. Il tenore americano Stephen Costello è un Duca di Mantova sfrontato e aitante, dallo strumento vocale vigoroso, sfacciato in acuto e musicale, di colore caldo e avvolgente, e dalla dizione non sempre rifinita. Granitico e autorevole lo Sparafucile del basso-baritono ungherese Miklós Sebestyén; nell’insieme apprezzabile e abbastanza omogenea vocalmente il mezzosoprano austriaco Katrin Wundsam nei doppi panni di Giovanna e Maddalena; perfettibili i comprimari.
Photo credit: Bregenzer Festspiele / Anja Köhler