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Savona, Teatro Chiabrera – Tosca

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Il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, fedele a una linea di far teatro musicale nel segno della più sana tradizione, propone nella sua consueta stagione autunnale un nuovo allestimento di Tosca di Puccini che fa registrare il tutto esaurito e un trionfo, diciamolo, d’altri tempi, con intensissimi applausi a scena aperta, dopo i momenti solistici più noti, per interpreti tutti di cartello, scelti per attirare un pubblico evidentemente sensibile a un modo di proporre l’opera fortunatamente non  ancora del tutto tramontato: quello pensato per chi ama le voci e si muove per seguirle.

Ci si affida quindi, ancora una volta, dopo il felice esito della Traviata del 2020, che vide l’esordio di Rosa Feola a Savona nei panni di Violetta, a Renata Scotto, che fu una grande Tosca e oggi firma la regia di uno spettacolo pulito, chiaro, didascalico, ma non per questo banale, coadiuvata da Renato Bonajuto per un disegno registico che si sviluppa nel segno di una teatralità avvincente. L’impianto scenico di Michele Olcese, modulabile di atto in atto con stilizzata concretezza, utilizza colonne color panna che dalla Chiesa di Sant’Andrea della Valle passano a delimitare gli interni di Palazzo Farnese (l’atto più riuscito), per poi ritrovarsi anche a margine del quadro degli spalti di Castel Sant’Angelo. Se le scene mirano all’essenziale, il bel gioco di luci di Andrea Tocchio, che lascia il proscenio in una penombra verso la quale i cantanti accedono per essere illuminati in volto, e i costumi di Artemio Cabassi, di grande eleganza, con tocchi di ricercatezza che contribuiscono anche al bell’effetto del Te Deum (a suo modo ricco di quella solennità liturgica utile nel trasmettere, anche attraverso la diffusione in sala di nuvole profumate d’incenso, quel senso di oppressione di un potere ecclesiastico chiuso in se stesso e incancrenito nei suoi riti), aiutano la regia, attenta al dettaglio drammatico, a costruire (almeno per chi è più predisposto nel farlo) personaggi autentici, garantendo allo spettacolo quell’impatto teatrale che la stessa direzione d’orchestra di Giovanni Di Stefano, seppure alla testa di un’orchestra non sempre precisissima quanto a pulizia di suono, ottiene con un respiro orchestrale scabro e concreto, ma anche con un ultimo atto dove, in apertura, l’alba romana vive di colori e atmosfere giuste.

È pur vero che i meriti di questa Tosca provengono soprattutto da una compagnia che, per una sola recita delle quattro in programma, ha visto tornare a Savona Anna Pirozzi nei panni di Tosca, affiancata da due interessanti debutti, quello di Federico Longhi e di Matteo Lippi per la prima volta impegnati nei rispettivi panni di Scarpia e Cavaradossi. Per Anna Pirozzi si sono confermate le qualità vocali di sempre, che vanno dalla indubbia bellezza della voce, piena, corposa, opulenta, eppure capace di piegarsi alla mezza voce e di trovare oasi di intimismo in un pregevole e acclamatissimo “Vissi d’arte”, nel quale non si fatica certo a capire che si è dinanzi a una cantante di rango, dotata di uno strumento vocale che la conferma fra i migliori soprani italiani del momento. Alla sua Tosca, seppure ben cantata, manca tuttavia l’anima dell’interprete: della diva, della donna innamorata e gelosa, della cantante capace di costruire il personaggio nella mente prima di risolverlo bene sulla scena. Non sono limiti, bensì è un invito, ora che la carriera l’ha portata e divenire una delle nostre migliori cantanti, a maturare una quadratura espressiva e interpretativa che ci si aspetta da una artista del suo livello.
All’opposto Federico Longhi, che di Anna Pirozzi è maestro e amico da anni (il loro commosso abbraccio a sipario chiuso, durante gli applausi scroscianti con il quale il pubblico li ha accolti alla fine del secondo, l’ha ben attestato), pur con mezzi vocali meno preziosi, anche se con una attenzione maniacale all’uso della parola in senso teatrale, è al suo primo Scarpia ma figura già come interprete di riferimento per questa parte. Lo è grazie alla maschera scenica costruita senza bieche e gratuite esagerazioni, ma con il giusto dosaggio del gesto che lo rende subdolo e sottile nel dipingere le pieghe libidinose che, fin dal ghigno sardonico che gli attraversa il volto, permettono di leggere, prima ancora che i suoni prendano corpo con un canto sempre impeccabile, l’indole meschina dell’uomo votato agli strumenti del potere e del capriccio.
Una vera sorpresa è il canto “libero”, pulito e schiettamente tenorile di Matteo Lippi, che da subito attacca un “Recondita armonia” generoso, dove alla pulizia del suono si affianca il bel legato e la sicurezza in acuto. La prova è in crescendo, fino a un “E lucevan le stelle” che conferma come questo tenore, comunque già molto attivo all’estero, meriti di essere accolto con più frequenza sui nostri palcoscenici.
Anche i ruoli di contorno sono selezionati con cura. Giovanni Battista Parodi è un Cesare Angelotti di lusso, così come Domenico Colaianni fa del suo Sagrestano un cameo di portentosa teatralità. Poco insinuante lo Spoletta di Nicola Di Filippo, mentre ottimo è lo Sciarrone di Paolo Ingrasciotta. Completano la locandina degli interpreti il Carceriere di Riccardo Montemezzi e il Pastore di Gabriele Lombardi.
Del successo trionfale si è già detto, con una passerella finale di applausi durante la quale era una gioia ammirare sul palco Renata Scotto soddisfatta dei tanti consensi meritati da una Tosca con la quale il Teatro dell’Opera Giocosa ha colpito nel segno.
Si replica domani pomeriggio, 9 ottobre, con Clarissa Costanzo nei panni della protagonista.

Teatro dell’Opera Giocosa – Savona
TOSCA
Opera in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini

Tosca Anna Pirozzi
Cavaradossi Matteo Lippi
Scarpia Federico Longhi
Cesare Angelotti Giovanni Battista Parodi
Il Sagrestano Domenico Colaianni
Spoletta Nicola Di Filippo
Sciarrone Paolo Ingrasciotta
Un carceriere Riccardo Montemezzi
Un pastore Gabriele Lombardi

Orchestra Sinfonica di Savona
Coro del Teatro dell’Opera Giocosa
Direttore Giovanni Di Stefano
Maestro del coro Gianluca Ascheri

Regia Renata Scotto
Regista collaboratore Renato Bonajuto
Scene Michele Olcese
Costumi Artemio Cabassi
Light Designer Andrea Tocchio

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera Giocosa in coproduzione con
Rete Lirica delle Marche e Teatro Politeama Greco Lecce
Savona, Teatro Chiabrera, 7 ottobre 2022

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