Al Teatro Coccia di Novara, dove l’attività operistica non si è mai fermata, neanche nei mesi più bui della pandemia, la stagione (questa volta a ciclo di anno solare) si apre con una sala colma di pubblico per il nuovo allestimento de La Cenerentola di Rossini. Il dato è confortante: significa che quando si esce dai binari di scelte talvolta sofisticate e rischiose, adottate da questo teatro in altre occasioni, la città risponde. Ed è un peccato che gli appuntamenti del cartellone appena apertosi, per quanto ricco, non riservino all’opera tradizionalmente intesa che soli due appuntamenti. Infatti, dopo questo Rossini, si dovrà aspettare fino al prossimo maggio per Tosca di Puccini.
Per La Cenerentola lo spettacolo, che reca la firma registica di Teresa Gargano, è un confortante tuffo nella tradizione e adotta la modalità dell’allestimento storico, con scene dipinte d’antan (dei laboratori scenografici Sormani-Cardaropoli Srl) e costumi della sartoria teatrale Arrigo Costumi. I quadri scenici si susseguono all’interno di un arco scenico e un sipario a drappi rossi che, come un teatro di burattini, introducono alla vista degli interni della decadente dimora di Don Magnifico, con la cappa della cucina dove Angelina sgobba notte e dì, o i giardini fioriti e le stanze monumentali del palazzo del principe Ramiro, con finte prospettive di colonne in tessuto dipinto a colori pastello. Dal punto di vista figurativo l’impressione è quella di uno spettacolo un po’ naive, come fosse uscito da bozzetti scenografici che prendono vita con una regia che Gargano rende animata, scorrevole e ben congeniata nell’equilibrio sottile fra comicità e patetismo che dona a questo allestimento un amabile sapore antico.
Se la parte visiva dello spettacolo scorre liscia come l’olio, inseguendo i cliché dell’opera comica che fanno rivivere il clima favolistico della fiaba buonista a lieto fine senza complicazioni registiche cervellotiche, sul piano musicale questa Cenerentola novarese ha il maggior punto di interesse nell’accuratissima direzione di Antonino Fogliani. Forte di una frequentazione col repertorio rossiniano consolidata nel tempo, la sua bacchetta è ritmicamente animatissima e vivida di luce, dai tempi serrati eppure capace di inserire in concertati ed ensemble una tinta espressiva attenta alla cantabilità, come fosse consapevole che Rossini non è solo gioia fisica del suono ma anche eleganza che avvolge le melodie quasi accarezzandole, formulando un congegno orchestrale che l’Orchestra Filarmonica Italiana e il Coro Colsper assecondano in pieno. Il suono è appunto sempre pulito, terso e luminoso nel gestire alla perfezione il rapporto col palcoscenico, dove si apprezza una compagnia di cantanti in gran parte formata da giovani, ad eccezione del veterano Simone Alberghini, che dopo essere stato tante volte sulle scene Dandini di riferimento veste oggi i panni di Don Magnifico. Lo fa da par suo, facendo appello alla classe di un canto che conosce i segreti dello stile rossiniano e dipana i sillabati delle due arie senza inutili bamboleggiamenti, con equilibrio stilistico che lo conferma artista di affidabile esperienza.
Bella sorpresa, almeno per l’Italia, è Il baritono Emmanuel Franco, messicano ma noto in Germania per le sue tante apparizioni al festival estivo di Wildbad; ha il repertorio comico rossiniano nelle sue corde e in questa occasione si mostra un Dandini vitalissimo e simpatico, che canta con bella voce di baritono e nelle agilità della sua cavatina di sortita si destreggia al meglio. Al Don Ramiro del tenore cinese Chuan Wang non manca coraggio nella salita ai do acuti di “Se fosse in grembo a Giove” e per di più esegue il da capo di “Dolce speranza” con tanto di variazioni. Eppure l’emissione, nel canto di grazia, manca ancora di morbidezza, mentre agli acuti una quadratura sonora che lo porti a rendere i suoni più rotondi. Alla giovane Mara Gaudenzi viene affidato il non facile compito di vestire i panni della protagonista. Lo fa con buona consapevolezza scenica, che fa di lei una Angelina minuta, graziosa, fresca e spontanea. Certo la voce, forse anche per un vibrato ancora non del tutto controllato, non possiede vera magia timbrica, ma nel canto di coloratura si disimpegna con onore e arriva a eseguire puntualmente il rondò finale, con una coloratura che non sarà stratosferica eppure viene sgranata con croccante incisività.
Il cast si completa, nell’ambito di un buon lavoro collettivo di squadra, con le ottime sorellastre di Caterina Dellaere (Tisbe) e Maria Eleonora Caminada (Clorinda) e con l’Alidoro promettente ma ancora un po’ acerbo nell’emissione di Francesco Leone, al quale, forse prudentemente, viene omessa l’impervia aria di Alidoro “Là dal ciel nell’arcano profondo”, sostituita con la più semplice “Vasto teatro è il mondo”, pagina di sapore mozartiano composta per la prima assoluta dell’opera da Luca Agolini, detto Luchetto “lo zoppo”, compositore che sostenne Rossini nei tempi stretti che accompagnarono il debutto dell’opera. Dello stesso autore è anche il piacevole coro che apre il secondo atto, “Ah! Della bella incognita l’arrivo inaspettato”, con le gustose risate sulla parole “Ci ho gusto. Ah ah ah ah!”, solitamente omesso nelle esecuzioni correnti ma che in questa occasione Fogliani ha deciso di ripristinare. Mancava all’appello l’aria di Clorinda “Sventurata! mi credea” e poi l’esecuzione avrebbe assunto un sapore quasi filologico.
Successo finale festoso e meritato per un buon inizio di stagione nei giorni in cui Novara festeggia il suo Santo Patrono, San Guadenzio. Ultima notizia. Col nuovo anno il Coccia ha aperto, all’interno del proprio sito web, un nuovo modo attraverso il quale il teatro si avvicina al pubblico. Con il Sipario Virtuale, infatti, in continuo aggiornamento, si offriranno approfondimenti sugli spettacoli in scena, con curiosità e interviste agli interpreti. La piattaforma potrà essere utilizzata anche per mandare in onda spettacoli nati per lo streaming.
Teatro Coccia – Stagione 2022
LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Jacopo Ferretti
Musica di Gioachino Rossini
Angelina Mara Gaudenzi
Don Ramiro Chuan Wang
Don Magnifico Simone Alberghini
Dandini Emmanuel Franco
Alidoro Francesco Leone
Tisbe Caterina Dellaere
Clorinda Maria Eleonora Caminada
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro Colsper
Direttore Antonino Fogliani
Maestro del coro Francesca Tosi
Assistente Musicale e Maestro al fortepiano Nicola Pascoli
Regia Teresa Gargano
Assistente alla regia Salvatore Sito
Scenografie Sormani-Cardaropoli Srl
Sartoria teatrale Arrigo Costumi
Produzione Fondazione Teatro Coccia
Novara, 20 gennaio 2022