Per il nuovo appuntamento della Stagione sinfonica del Teatro alla Scala, il direttore musicale del Piermarini, Riccardo Chailly, punta su uno dei compositori a lui più congeniali, frequentato spesso in passato: Gustav Mahler. Ben nota è la sintonia mahleriana, di lunga data, del maestro milanese, che ha affrontato partiture del musicista di Kaliště già ai tempi della Royal Concertgebouw Orchestra e, successivamente, dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi e della Gewandhausorchester Leipzig, con tanto di registrazioni dei cicli integrali delle sinfonie di Mahler.
Per l’occasione, sui leggii dell’Orchestra del Teatro alla Scala troviamo uno dei vertici del sinfonismo tardoromantico mitteleuropeo, assente dalle tavole scaligere dal 2017, quando fu diretta da Daniele Gatti: la Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione” per soprano, contralto, coro e orchestra. Essa fu composta tra 1887 e 1894, quando un trentenne Gustav Mahler era direttore a Budapest e Amburgo; la prima si ebbe a Berlino nel 1896.
Con gesto pulito ed efficace Chailly ottiene, da una compagine orchestrale compatta e in gran spolvero, un Mahler al contempo austero e maestoso, fluido e scarnificato, cangiante e solido. Quella del maestro milanese è una lettura introspettiva e, insieme, sontuosa, intenta a cesellare, con purezza ed essenzialità, ogni singolo dettaglio – un colore, una sfumatura, un accento – ma attenta, altresì, a non perdere di vista la tenuta d’insieme e l’architettura generale, sbalzate con vigoria e precisione.
L’iniziale Allegro maestoso. Mit durchaus ernstem und feierlichem Ausdruck, una Todtenfeier (rito funebre) di bruckneriana grandiosità e possanza, risuona dinamico e terso, solenne ma mai soverchiante, dall’agogica perlopiù spedita e dalle sonorità variegate, in una calibrata alternanza di suoni densi e corposi contrapposti ad altri maggiormente alleggeriti.
Dopo una pausa di pochi minuti, suggerita dallo stesso compositore per meglio sottolineare il messaggio dolente del primo movimento e per effettuare uno stacco netto, segue la rarefatta, languida trasparenza dell’Andante moderato. Sehr gemächlich! Nie eilen!. Il Ländler, articolato in uno schema di rondò e intriso di reminiscenze di sapore viennese, è pervaso da un’aura di tenera nostalgia. Il terzo movimento, In ruhig fließender Bewegung, è una versione orchestrale ampliata della melodia di Des Antonius von Padua Fischpredigt, uno dei celeberrimi Lieder della raccolta Des Knaben Wunderhorn: lo Scherzo risulta guizzante, pungente e sferzante, simile a una mutevole e sarcastica danza macabra.
Senza interruzione apprezziamo la sacralità dolce e sommessa di Urlicht: Sehr feierlich, aber schlicht, anch’essa una poesia tratta dal Wunderhorn. Come già nell’esecuzione scaligera del 2011 con Gustavo Dudamel, troviamo il contralto svedese Anna Larsson, in sostituzione delle due interpreti inizialmente previste (Wiebke Lehmkul e, in un secondo momento, Alisa Kolosova). L’artista, avvolta in un abito rosso con lungo coprispalle di pizzo blu, si distingue per una pregiata vocalità di velluto, di colore scuro ed emessa morbidamente, nonché per la cura nel fraseggiare, pregno di inflessioni.
Chiude la sinfonia il monumentale Im Tempo des Scherzo. Wild herausfahrend, rappresentazione mahleriana dell’Ultimo Appello e della resurrezione a una vita ultraterrena, affrontato da Chailly con potenza espressiva, pathos rigoroso e maiestatico, scandaglio dei particolari, rutilanti sonorità di tellurica consistenza. Al posto della prevista Anna Prohaska si esibisce, in una sobria mise blu elettrico, il soprano statunitense Erin Morley, qui al suo debutto milanese, che spicca per la musicalità rifinita e per una voce garbata e luminosa. Energici e icastici gli interventi dell’inappuntabile Coro del Teatro alla Scala, guidato con mano sapiente e decisa da Alberto Malazzi, di forte impatto e di presa sugli ascoltatori sin dalle battute iniziali “Aufersteh’n, ja aufersteh’n wirst du, mein Staub, nach kurzer Ruh!”, cantate a cappella quasi a fior di labbra, fino al tripudiante finale portatore di un messaggio di speranza: “Aufersteh’n, ja aufersteh’n wirst du mein Herz, in einem Nu! Was du geschlagen Zu Gott wird es dich tragen!”.
Teatro quasi esaurito e festante successo di pubblico, con poco meno di dieci minuti di scroscianti applausi e ripetute chiamate al proscenio degli artisti. Una serata foriera di un sogno di rinascita e rigenerazione, quanto mai benaugurante per il difficile presente che stiamo vivendo.
Teatro alla Scala – Stagione sinfonica 2021/22
Gustav Mahler
Sinfonia n. 2 in do min. “Resurrezione” per soli, coro e orchestra
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore Riccardo Chailly
Maestro del coro Alberto Malazzi
Soprano Erin Morley
Contralto Anna Larsson
Milano, 1 aprile 2022