Il teatro come specchio della realtà, Don Giovanni come burattinaio o demiurgo che muove le fila del racconto e, alla fine, vince beffardo su tutti gli altri personaggi. Rivista a distanza di anni, la regia di Robert Carsen del capolavoro di Mozart, che inaugurò la Scala nel 2011, alla fine convince. Pur se basata su assiomi ampiamente condivisi dalla critica e quindi senza farsi portatrice di intuizioni sconvolgenti, la lettura del regista canadese si fa apprezzare per una generale coerenza e per un bel ritmo narrativo. Il coup de théâtre arriva all’inizio, non appena il direttore attacca l’ouverture: il protagonista sale sul palco dalla platea e strappa il sipario, rivelando un grande specchio che riflette la sala. Un teatro che si moltiplica all’infinito nelle scene disegnate da Michael Levine, con un palco che svela i meccanismi e le attrezzature del dietro le quinte, mosse da mimi scattanti in veste di tecnici e illuminate con sapienza dallo stesso Carsen e da Peter Van Praet. Il “dialogo” tra i protagonisti e il pubblico è costante, con i personaggi che si muovono sovente in platea e il Commendatore che si rivolge a Don Giovanni affacciandosi dal palco reale. Elegantissimi i costumi di Brigitte Reiffenstuel, pregevoli le coreografie di Philippe Giraudeau.
Dal podio, Pablo Heras-Casado sembra guardare a Don Giovanni più da una prospettiva ottocentesca che dal “Secolo dei lumi”: il suono è tornito e morbido, i tempi distesi, squisito il gusto per la limpidezza dell’impasto timbrico, sempre amorevole l’attenzione al canto. Il fraseggio stesso ha un respiro che inclina al chiaroscuro piuttosto che allo scattante nervosismo e molto belli sono i colori.
Christopher Maltman è un protagonista di grande rilievo per la disinvoltura scenica e vocale con cui affronta il ruolo: la voce chiara, ampia e omogenea è messa a servizio di un fraseggio fantasioso e ricco. La seduttività del “cavaliere estremamente licenzioso” si gioca più sul piano del canto che su quello della prestanza fisica, ma proprio per questo il personaggio è ancor più credibile. In fondo, il fascino irresistibile di quello che è stato giustamente definito l’unico archetipo prodotto dalla modernità (insieme a Faust) è anzitutto intellettuale. Al fianco di questo Don Giovanni così altero e tragico, moderno “cortegiano” capace di esercitare la fine arte della sprezzatura, sta lo strepitoso Leporello di Alex Esposito. Istrionico, quest’ultimo, simpatico mascalzone nei modi ma sempre tornito in un canto ricco di sfumature e illuminato da un fraseggio ovunque intelligente, anche nei recitativi.
Molto brave le protagoniste femminili, a cominciare dalla Donna Elvira di Emily D’Angelo, la cui imponente figura si accompagna a una voce scura, dalle sensualissime screziature, che conferiscono ulteriore valore a un’interpretazione lacerata e passionale. Forte il contrasto con la Donna Anna di Hanna-Elisabeth Müller, dal timbro luminoso, rifinita e controllatissima nel canto, sempre ben appoggiato. Vezzosa e maliziosa al punto giusto la Zerlina di Andrea Carroll, affiancata dal Masetto burbero ma scorrevole nella linea vocale di Fabio Capitanucci. Bernard Richter è il classico tenore “nordico” dalla voce chiara e duttile, interprete molto compito ma nel complesso piuttosto freddo, senza considerare alcune difficoltà nelle note acute. Il Commendatore di Günther Groissböck ha tanta voce ma anche problemi di emissione.
Molto bene ha fatto il coro, istruito da Alberto Malazzi.
Teatro alla Scala – Stagione 2021/22
DON GIOVANNI
Dramma giocoso in due atti KV 527 di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni Christopher Maltman
Commendatore Günther Groissböck
Donna Anna Hanna-Elisabeth Müller
Don Ottavio Bernard Richter
Donna Elvira Emily D’Angelo
Leporello Alex Esposito
Zerlina Andrea Carroll
Masetto Fabio Capitanucci
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore Pablo Heras-Casado
Maestro del coro Alberto Malazzi
Regia Robert Carsen
Scene Michael Levine
Costumi Brigitte Reiffenstuel
Luci Robert Carsen e Peter Van Praet
Coreografia Philippe Giraudeau
Produzione Teatro alla Scala
Milano, 29 marzo 2022