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Milano, Teatro alla Scala – Ariadne auf Naxos

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A soli tre anni di distanza, torna al Teatro alla Scala uno dei titoli metateatrali nati dalla collaborazione tra il compositore Richard Strauss e il poeta, drammaturgo e librettista Hugo von Hofmannsthal: Ariadne auf Naxos (Arianna a Nasso). L’elegante spettacolo, a firma di Sven-Eric Bechtolf e, per l’occasione, ripreso da Karin Voykowitsch, già visto da chi scrive al suo debutto salisburghese nel 2012, riambienta la vicenda nell’Austria fin de siècle. Se al Salzburger Festspiele, diretta da Daniel Harding, venne proposta la prima versione dell’opera, quella del 1912 introdotta da un divertissement operistico attorno a Le bourgeois gentilhomme di Molière, oggi viene eseguita l’edizione del 1916 in un prologo e un atto, come già alla Wiener Staatsoper quando l’allestimento, debitamente modificato e adattato da Bechtolf, è stato regolarmente messo in scena negli ultimi dieci anni.

Le belle e candide scenografie di Rolf Glittenberg mostrano la gran sala del palazzo del ricco aristocratico viennese con sul fondo del palcoscenico, durante il prologo, un’ampia vetrata che affaccia su di un parco, sostituita nell’atto unico da una fila di poltroncine rosse dalle quali “l’uomo più ricco di Vienna” e i suoi ospiti assistono alla rappresentazione; la desolazione dell’isola di Nasso è resa da pianoforti schiantati posti al proscenio e ravvivata da lampadari di cristallo. Elaborati e piacevoli alla vista i costumi di Marianne Glittenberg, un vivace profluvio di stili e colori, dall’abito gold e maculato di Bacchus ai copricapi piumati delle tre ninfe, dalla gonna rossa a palloncino di Zerbinetta al vestito multicolore di Harlekin; evocative e atmosferiche le luci di Jürgen Hoffmann. Complessivamente, assistiamo a una produzione garbata, innocua e ironica, che scorre tranquillamente, tutto sommato nel solco della tradizione, con movenze convenzionali e con qualche banalità di troppo (per esempio la caratterizzazione stucchevole del Maestro di ballo, effeminato, sopra le righe e onnipresente in scena).

Debutta al Piermarini il tedesco Michael Boder, interprete di riferimento, a livello internazionale, di partiture straussiane e di compositori novecenteschi e contemporanei come Berg, Schönberg, Reimann ed Henze. Con gesto morbido e arioso, ottenendo dalla compagine orchestrale un suono di puro smalto, Boder propende per una lettura onesta e misurata, rifinita e levigata, che va felicemente in porto senza intoppi o sbavature ma, invero, anche priva di particolari guizzi interpretativi. Una direzione, in conclusione, risultata corretta, pulita e calibrata, con poco mordente.

Il cast scritturato è, nel complesso, abbastanza convincente. Come già nel 2019, nei panni della Primadonna e di Ariadne troviamo Krassimira Stoyanova. Supportata da una tecnica sicura, da un sapiente dosaggio dei vari registri e da una voce dalla timbrica cremosa, che ha il suo punto di forza in note alte luminose e ben salde (mentre quelle gravi risuonano appannate e deboli), il soprano bulgaro emerge per il portamento signorile e per una recitazione curata, dinamica e differenziata: se la Primadonna è civettuola e vanesia, intenta a limarsi le unghie e a ricevere gli omaggi degli astanti, Ariadne è maggiormente tragica e drammatica, ma pur sempre umana (e visibilmente infastidita dall’invadenza della compagnia di comici).
Dopo aver cantato nella Seconda di Mahler a inizio mese, si esibisce per la prima volta su queste tavole in un’opera Erin Morley, proponendo uno dei suoi cavalli di battaglia. La sua è una Zerbinetta vispa, brillante e aggraziata, fisicamente leggiadra e peperina, dalla vocalità educata, cristallina e delicata; nell’aria “Großmächtige Prinzessin” – accolta da numerosi e prolungati applausi a scena aperta – sciorina con naturalezza un virtuosismo puntuto e pirotecnico, con picchettati, acuti e sovracuti nitidi e tersi, e un fraseggio limpido.
Debutta alla Scala il tenore statunitense Stephen Gould (Der Tenor/Bacchus), voce da Heldentenor vigorosa e ampia, con qualche slittamento di intonazione in acuto, scenicamente imponente e statuario, preciso nella dizione. Al posto della prevista Sophie Koch, alla nostra recita il ruolo en travesti del Komponist è interpretato dal mezzosoprano israeliano Rachel Frenkel, in possesso di una voce chiara, di colore sopranile e asprigna in alto. Il Musiklehrer del baritono Markus Werba si distingue per uno strumento vocale pastoso e tornito, voluminoso ed emesso con morbidezza, nonché per il fraseggiare dovizioso di accenti. Corrette le quattro maschere della Commedia dell’Arte, l’elegante Rafael Fingerlos (Harlekin), Jinxu Xiahou (Scaramuccio), il sonoro Jongmin Park (Truffaldin), Leonardo Navarro (Brighella); musicali e luminose le tre ninfe, Caterina Sala (Najade), Svetlina Stoyanova (Dryade) e Olga Bezsmertna (Echo). Esuberante il Tanzmeister del tenore Norbert Ernst; puntuali i brevi interventi di Sung-Hwan Damien Park (Ein Lakai), Hyun-Seo Davide Park (Ein Offizier), Paul Grant (Ein Perückenmacher). Vocalità calda e graffiante, l’attore austriaco Gregor Bloéb impersona con verve e sapido umorismo il ruolo parlato dell’Haushofmeister, il maggiordomo sprezzante e compassato.
Al termine, caloroso successo da parte del folto pubblico (perlopiù turisti stranieri) che gremiva il teatro.

Teatro alla Scala – Stagione d’Opera e Balletto 2018/2019
ARIADNE AUF NAXOS
Opera in un atto con prologo
Libretto di Hugo von Hofmannsthal
Musica di Richard Strauss

Der Haushofmeister Gregor Bloéb
Ein Musiklehrer Markus Werba
Der Komponist Rachel Frenkel
Der Tenor/Bacchus Stephen Gould
Ein Offizier Hyun-Seo Davide Park
Ein Tanzmeister Norbert Ernst
Ein Perückenmacher Paul Grant
Ein Lakai Sung-Hwan Damien Park
Zerbinetta Erin Morley
Primadonna/Ariadne Krassimira Stoyanova
Harlekin Rafael Fingerlos
Scaramuccio Jinxu Xiahou
Truffaldin Jongmin Park
Brighella Leonardo Navarro
Najade Caterina Sala
Dryade Svetlina Stoyanova
Echo Olga Bezsmertna

Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Michael Boder
Regia Sven-Eric Bechtolf ripresa da Karin Voykowitsch
Scene Rolf Glittenberg
Costumi Marianne Glittenberg
Luci Jürgen Hoffmann
Coproduzione Wiener Staatsoper con Salzburger Festspiele

Milano, 15 aprile 2022

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