Milano, Teatro alla Scala – Adriana Lecouvreur

Chi si aspettava una qualche contestazione nei confronti di Yusif Eyvazov – in quanto marito di Anna Netrebko… in quanto Anna amica di Valery Gergiev… in quanto Valery amico e sostenitore di Vladimir Putin – sarà rimasto certamente deluso. Un successo caloroso ha infatti accolto il giovane tenore azero, interprete venerdì sera di Maurizio nella scaligera Adriana Lecouvreur, al termine dell’opera di Francesco Cilea. Successo condiviso con il direttore d’orchestra Giampaolo Bisanti, con Maria Agresta, interprete del ruolo di Adriana e con Alessandro Corbelli, irresistibile Michonnet. A non guastare la festosa accoglienza ci ha pensato persino Anita Rachvelishvili, principessa di Bouillon in pessima serata, che temendo pavidamente eventuali contestazioni si è dileguata alla fine dello spettacolo non presentandosi al pubblico come doverosamente avrebbe dovuto fare.

Fatto salvo questo spiacevole incidente, lo spettacolo è decollato nei migliori dei modi già ad apertura sipario per merito della bella scenografia di Charles Edwars e della regia di David McVicar, forse vistosamente e banalmente tradizionali per alcuni, sicuramente splendidamente fedeli alle indicazioni del libretto per altri, e per la gagliarda direzione d’orchestra di Bisanti. Lo spettacolo è notissimo, essendo una coproduzione con Londra, Barcellona, Vienna, Parigi e San Francisco, e se in questa riproposta scaligera qualcosa è andato inevitabilmente perso in fatto di freschezza e idee registiche, ci hanno pensato i due protagonisti a rinverdirne la vitalità e l’efficacia scenica. Era infatti palese il feeling fra Eyvazov e Agresta, entrambi capaci di sottolineare la giovinezza dei rispettivi personaggi, anche a costo di appannarne in parte l’allure divistico (Lei) e il machismo d’accatto (Lui) di certi interpreti anche celebri.

Il timbro di Yusif Eyvazov, si sa, non vanta particolari attrattive, ma il tenore azero in virtù di una tecnica sorvegliatissima e di un evidente impegno interpretativo riesce a farlo dimenticare. Entra e sfuma con maestria “La dolcissima effige”, nel secondo atto canta con molto pathos “L’anima ho stanca”, non urla ma accenta con baldanza quella pagina musicalmente atroce de “il russo Mencikoff” nel terzo atto, spicca il volo nel malinconico, crepuscolare e meraviglioso duetto del quarto atto “No la mia fronte”. La sua presenza scenica non sarà travolgente, ma è dignitosissima e lo squillo negli acuti (finalmente un tenore squillante!) è innegabile.
Al suo fianco Maria Agresta cesella con languore il difficile ruolo di Adriana, puntando sul ritratto di una giovane donna innamorata piuttosto che su quella di una Diva che recita comunque e sempre. In tal senso il fatidico monologo di Fedra “Giusto Cielo!  Che feci in tal giorno?” appare davvero un poco fiacco e insignificante, ma l’aria d’entra “Io son l’umile ancella” e soprattutto il melanconico “Poveri fiori” son benissimo cantati, con tutte le smorzature e le mezzevoci richieste, con dizione esemplare e sincerità di accento. Un assoluto maestro di dizione e fraseggio è anche Alessandro Corbelli, affettuoso Michonnet, ormai in difficoltà con gli  acuti (che il ruolo del resto non sollecita particolarmente) ma oggi attore-cantante di altissima levatura, persino in grado di strappare risate e sorrisi a scena aperta nel primo atto.
Ben poco si può invece salvare della prestazione di Anita Rachvelishvili, cavernosa e gutturale nei gravi, urlacchiante negli acuti, palesemente in cattiva forma vocale. Alessandro Spina è un Principe fin troppo bonario, ma elegante e Carlo Bosi un efficiente Abate. Gradevoli le prove di Caterina Sala, Madamigella Jouvenot, Svetlina Stoyanova, Madamigella Dangeville, Francesco Pittari, Poisson, e Costantino Finucci, Quinault.

La direzione di Giampaolo Bisanti manca, forse, nei primi due atti di un po’ di languore e calore ma prende decisamente quota nel prosieguo: i colori lividi e vespertini del quarto atto sono magnificamente resi, la sua sintonia con i due protagonisti è manifesta, Adriana Lecouvreur si palesa infine per quel capolavoro assoluto che forse non è. [Rating:4/5]

Teatro alla Scala – Stagione 2021/22
ADRIANA LECOUVREUR
Commedia-Dramma di Eugène Scribe ed Ernest-Wilfrid Legouvé
ridotta in quattro atti per la scena lirica da Antonio Colautti
Musica di Francesco Cilea

Adriana Lecouvreur Maria Agresta
Maurizio, Conte di Sassonia Yusif Eyvazov
Michonnet Alessandro Corbelli
La principessa di Bouillon Anita Rachvelishvili
Il principe di Bouillon Alessandro Spina
L’abate di Chazeuil Carlo Bosi
Madamigella Jouvenot Caterina Sala
Madamigella Dangeville Svetlina Stoyanova
Poisson Francesco Pittari
Quinault Costantino Finucci
Un maggiordomo Paolo Nevi

Orchestra e coro del Teatro alla Scala
Direttore Giampaolo Bisanti
Maestro del coro Alberto Malazzi
Regia David McVicar
Scene Charles Edwards
Costumi Brigitte Reiffenstuel
Luci Adam Silverman
Coreografia Andrew George
Coproduzione Royal Opera House, Covent Garden;
Gran Teatre del Liceu; Wiener Staatsoper;
Opéra National de Paris; San Francisco Opera

Milano, 4 marzo 2022