Il 25 gennaio 1982 il compianto Claudio Abbado fondava, sul modello dei Wiener Philarmoniker, una delle compagini orchestrali sinfoniche più rinomate del Belpaese: la Filarmonica della Scala; per l’occasione, venne eseguita la Terza di Mahler, solista Lucia Valentini Terrani. Per celebrare l’edizione del 40° anniversario e in apertura della Stagione 2022, il 24 gennaio viene proposta, al Teatro alla Scala, una soirée di rara emozione con, sul podio della compagine scaligera, il direttore musicale del Piermarini nonché direttore principale della Filarmonica, Riccardo Chailly. Una serata di festa, come evidente anche dalle decorazioni floreali presenti nel foyer e in platea, un tripudio di bianco, di rosa, di rosso, di azzurro, di verde.
In apertura di concerto, sui leggii degli orchestrali troviamo una nuova commissione della Filarmonica della Scala commemorativa dei 40 anni di attività e dedicata al suo direttore principale, affidata a uno dei compositori contemporanei italiani più applauditi sulla scena internazionale, fresco del successo del suo travolgente Julius Caesar all’Opera di Roma: Giorgio Battistelli. Il brano, intitolato Toccata, è un’ouverture di circa 8 minuti nella quale il musicista laziale delinea un ritratto della personalità artistica di Chailly, presenza introversa e carismatica, riflessiva e analitica. Con gestualità energica e incisiva, il maestro milanese dà, dell’eterogenea e movimentata partitura, una lettura vigorosa e concitata, dai tempi spediti e dalla ritmica frastagliata, sbalzando a tuttotondo le sonorità corrusche che velatamente richiamano alla memoria, via via, frammenti monteverdiani, straussiani, mahleriani, bruckneriani.
Segue un omaggio all’estro creativo di Igor’ Stravinskij, con due chicche mai suonate prima d’ora alla Scala, due miniature orchestrate tra 1917 e 1925 e derivanti da due brevi raccolte per pianoforte a quattro mani destinate ad apprendisti pianisti, musicate tra 1914 e 1917: due Suite per piccola orchestra. Ricorrendo a un gesto maggiormente ampio e pacato, Riccardo Chailly propende per un’interpretazione minuziosa, approfondita e compatta di questi deliziosi divertissement, enucleandone con puntualità i caratteri ironici, graffianti e spigolosi che li contraddistinguono e identificando con solidità i vari movimenti. E così, nella Suite n. 1, dopo il solenne Andante bitematico, si apprezzano il brio verace della Napolitana in ritmo di tarantella, la gagliardia dell’Española, la causticità puntuta della Balalaïka; nella Suite n. 2 si susseguono la rutilanza della Marsche con i temi della tromba e del corno, il grottesco insinuante della Valse, la floridezza brillante della Polka e il rapinoso, frenetico Galop conclusivo.
Sempre di Stravinskij viene proposto un classico, L’oiseau de feu – Suite per balletto op. 20, nella seconda delle tre versioni approntate dal compositore russo, quella del 1919 in sette pezzi. Il direttore milanese adotta un’agogica impetuosa e veemente, ottenendo dalla Filarmonica della Scala in gran spolvero un suono lussureggiante e rigoglioso, screziato di cangiantismi timbrici e di preziosi colori iridescenti, un suono smaltato e denso dove le roboanti percussioni sono cesellate, soprattutto nella Danza infernale del re Kascej e nel maestoso Finale, con possanza e marmorea icasticità.
Dopo l’intervallo, viene eseguito uno dei vertici del sinfonismo russo, cuore vivo e pulsante del tardoromanticismo in Russia, la Sinfonia n. 5 in mi min. op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Composta in pochi mesi, tra il maggio e l’ottobre del 1888, basata strutturalmente sulla reminiscenza e sulla variazione tematica, in essa lampante è il motivo dell’ineluttabilità del destino, che la permea attraversando tutti e quattro i movimenti, pervasi da una generale atmosfera di cupezza e da una variegata tavolozza coloristica e sentimentale. Alla guida di una compagine orchestrale compatta e ineccepibile, Riccardo Chailly opta per una lettura appassionata e di forte impatto, di inusitata potenza espressiva, contrassegnata da un fluido slancio melodico e da sonorità luminose e sostanziose. Nel primo movimento, il livido e misterioso Andante trapassa con naturalezza nella marzialità e nella dolcezza espansiva dell’Allegro con anima. Il successivo Andante cantabile con alcuna licenza, in re maggiore, è improntato a una nobile e desolata pacatezza, ravvivata da una penetrante intensità drammatica. Il terzo movimento, Valse: Allegro moderato, risuona come un valzer leggero e spensierato, elegante e ovattato ma, al contempo, venato di malinconia e delicata tristezza. La sinfonia si chiude con l’enfasi rilucente, trionfale e perentoria del Finale: Andante maestoso – Allegro vivace, in cui una tranquilla rassegnazione muta via via in una grandiosa, prorompente conclusione.
Teatro esaurito e fragoroso successo di pubblico, con prolungati e festanti applausi per il maestro Chailly e per la Filarmonica.
Teatro alla Scala – Stagione Filarmonica della Scala 2022
CONCERTO INAUGURALE DELLA STAGIONE 2022 PER IL 40° ANNIVERSARIO
Musiche di Giorgio Battistelli,
Igor’ Stravinskij e Pëtr Il’ič Čajkovskij
Filarmonica della Scala
Direttore Riccardo Chailly
Milano, 24 gennaio 2022