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Lunaria. Songs to the moon – Elisa Balbo, soprano, Michele D’Elia, pianista (Illiria CD)

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Non un semplice cd. Non la solita luna. Il soprano Elisa Balbo e il pianista Michele D’Elia con “Lunaria. Songs to the moon”, appena pubblicato da Illiria, conducono l’ascoltatore in un viaggio ricchissimo di suggestioni, non solo musicali, ma pure letterarie ed emotive. Alla luce della luna.

Sappiamo quanto l’astro notturno abbia affascinato e continui ad affascinare gli umani e quanto, da Shakespeare a Leopardi, da Bellini a Debussy, abbia ispirato l’arte. Non facile dunque essere originali accostando un argomento tanto frequentato. Ma i nostri interpreti ci riescono, anche grazie al contributo creativo di Luca Micheletti, marito di Elisa Balbo, nonché uomo di teatro (e di cultura) a 360 gradi, essendo attore, regista e baritono, nonché colto studioso. Micheletti firma infatti tre brevi ma densi saggi per accompagnare l’ascolto dei complessivi 19 brani inclusi nel cd, divisi in tre sezioni: “contemplazioni”, “visioni” e “sogni”. Tre tappe lungo le quali si dipana l’infilata di perle musicali costruita dai pezzi scelti, perle illuminate tutte dalla luce argentea della luna, per un viaggio che attraversa le tradizioni di diversi Paesi, dalla Francia all’Italia, sino a Germania e Russia. Dal punto di vista cronologico, i brani vanno dalla prima metà dell’Ottocento a inizio Novecento, con la bella sorpresa di un pezzo inedito, appositamente scritto per questa raccolta dal giovane compositore Luca Fialdini, classe 1993.

Ammirevole la capacità di Elisa Balbo di intercettare il clima di ciascun brano (la “tinta”, direbbe Verdi) e di restituirlo con efficacia, piegando una voce naturalmente morbida e luminosa a un’espressività cangiante. Così, se in “Vaga luna” di Bellini ciò che emerge è l’esemplarità di un fraseggio che esalta la dolcissima melodia, in Verdi (la giovanile “Nell’orror di notte oscura”) il colore di voce si fa scuro e l’incedere dolente, conservando pur sempre una evidente attenzione al senso delle parole. Prima dei due celebri italiani, Balbo ricama la musica floreale di “Chère nuit”, forse la composizione più nota di Alfred Bachelet, cesella con gusto il Saint-Säens di “Le lever de la lune” e dipinge con rara precisione sia la raccolta dolcezza di Clara Schumann che l’inquietudine di Mendelssohn.

Tra gli autori delle parole ci sono alcuni grandi poeti. Anzitutto Paul Verlaine per la cui “Clair de lune” Fauré stende una elegantissima trama sonora, restituita con singolare grazia da Balbo, mentre Reynaldo Han sospende in un canto estatico i versi sognanti dello scrittore francese, compagno di Rimbaud. Funziona perfettamente l’accostamento di queste ultime due pagine al calmo melodizzare di Francesco Paolo Tosti per d’Annunzio: davvero bella “Van li effluvi de le rose”, forse anche per il suo rifuggire l’eccessiva orecchiabilità che talvolta caratterizza la scrittura del compositore chietino. Molto interessante appare quindi il susseguirsi di due versioni della più nota “O falce di luna calante”: l’una, più semplice e carezzevole, di Tosti, l’altra – più colta e articolata – di Respighi.

Si coglie chiaramente una eco del canto di Arlecchino ne I pagliacci nella bella “Serenata francese” di Leoncavallo, testimonianza della lunga stagione in cui il compositore calabrese girò l’Europa (e l’Egitto) esibendosi nei Caffè e componendo tanti pezzi per voce e pianoforte. È invece una piccola, preziosissima ninna nanna quella scritta da Puccini su versi di Carlo Marsili, come la celebre “Wiegenlied” di Brahms, che Elisa Balbo distilla con incantato stupore. È densa nell’accompagnamento pianistico e semplice nella linea melodica la ninna nanna scritta da Richard Strauss e quasi si piega a una tensione più impegnata nella sua parte conclusiva. Ha un respiro letterario aulico “Oh! Quand je dors” di Victor Hugo, messa in musica da un Liszt apollineo.

L’itinerario si chiude con i fremiti impressionisti di Debussy e Mallarmè, ove la voce di Elisa Balbo vibra di una sottile sensualità, e sull’orizzonte dischiuso dal canto romantico di Rachmaninov. Il colore dorato del timbro del soprano trova straordinario sostegno nella spiccata musicalità e nella cura del suono proprie di Michele D’Elia, tanto preciso nell’esecuzione quanto nobile nel fraseggio.

LUNARIA. SONGS TO THE MOON

Elisa Balbo, soprano
Michele D’Elia, pianoforte

Etichetta: Illiria
Formato: cd con libro (106 pagine)

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