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Genova, Teatro Carlo Felice – Béatrice et Bénédict

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Il matrimonio è la tomba dell’amore? Assistendo all’intrigante regia che Damiano Michieletto ha allestito per il rarissimo Béatrice et Bénédict di Hector Berlioz sembrerebbe proprio di sì. Ispirato alla commedia di William Shakespeare Molto rumore per nulla, l’ultima fatica melodrammatica del compositore francese, che morirà sette anni dopo nel 1869, è un’opéra-comique drammaturgicamente quasi inesistente, ma di splendida fattura musicale. Berlioz scrive lui stesso il libretto francese, tagliando e sforbiciando senza pietà l’originale scespiriano, riducendo il tutto a una specie di farsa nella quale l’amore borghese e convenzionale di una coppia di innamorati (Héro e Claudio) si contrappone a quello umorale e contrastato di Béatrice et Bénédict. Ogni riferimento drammatico presente in Shakespeare viene espunto e, per giunta, Berlioz non rinuncia al pretestuoso inserimento di un personaggio (l’insopportabile Somarone) al fine di mettere alla berlina i “maestri di musica” da lui tanto odiati. Con un libretto di tal fatta ben arduo è il compito del regista.

Damiano Michieletto, creando questo allestimento per l’Opéra di Lyon in collaborazione con la Fondazione Teatro Carlo Felice, riesce nella difficile impresa e regala al pubblico una delle sue regie migliori. La scena stilizzatissima e fortemente simbolica di Paolo Fantin ricrea una sorta di studio di incisione nel quale i tanti microfoni vengono astutamente utilizzati per amplificare le voci nei lunghi recitati affidati agli stessi cantanti. Nel primo atto a prevalere sono il bianco e il nero che nella seconda parte cedono il passo a una coloratissima selva di piante e alberi simile al giardino dell’Eden, nella quale si aggirano persino Adamo ed Eva nudi, felici e (si presume) innamorati. La loro apparizione, così come quella dello scimpanzé che compare all’inizio e di due enormi farfalle variopinte, sta forse a simboleggiare l’amore libero da vincoli e contratti, ma destinato a soccombere alle regole sociali. Infatti, quando Bénédict deciderà di capitolare e chieder in moglie Béatrice, i due mimi che interpretano Adamo ed Eva verranno forzatamente vestiti con abiti da cerimonia e ingabbiati in teche di cristallo, così come precedentemente era capitato alle due farfalle.

Ci siamo dilungati molto sulla regia perché, senza dubbio, nella registrazione video di Lione del 2020 e venerdì sera a Genova, a catturare l’attenzione è proprio la messa in scena, nonostante un’esecuzione musicale a tratti splendida, grazie alla pregnante direzione d’orchestra di Donato Renzetti. Fin dall’Ouverture, per questa che è di fatto la prima esecuzione italiana della partitura di Berlioz, Renzetti ha sfoggiato una palette di mille colori, di volta in volta brioso, graffiante e persino sensuale. Una simile direzione d’orchestra avrebbe meritato un cast vocalmente all’altezza ma, fermo restando che tutti i cantanti si sono scenicamente comportati come consumatissimi attori di prosa, i soli Julien Behr (un irresistibile Bénédict) e l’ammaliante Cecilia Molinari (Béatrice) erano probabilmente all’altezza dei rispettivi ruoli. Questa opera di Berlioz non lesina difficoltà vocali, soprattutto alle voci femminili: Héro, ad esempio, andrebbe affidata a una vera belcantista, vista la difficoltà della sua bellissima aria iniziale (Je fais le voir!) chiusa da una cadenza vertiginosa e di grande difficoltà. A Genova Benedetta Torre era deliziosa in scena, ma purtroppo impari al ruolo, nonostante il bel timbro e i gentili modi. Così come per rendere giustizia all’insinuante duetto notturno che chiude il primo atto (al Carlo Felice spostato all’inizio del secondo) occorrerebbe un vero mezzosprano-contralto per impersonare il ruolo di Ursole. Eve-Maud Hubeaux invece, purtroppo, non sembra esserlo. Belli a vedersi e perfettamente padroni dei loro, marginali, ruoli Nicola Ulivieri (Don Pedro) e Yoann Dubruque (Claudio). Incerto vocalmente e piuttosto oscillante nel canto il Somarone di Ivan Thirion. Pregevole il coro preparato da Claudio Marino Moretti.
Grande successo a fine serata da parte di un pubblico nel quale la presenza di giovani ed entusiasti studenti era ben percepibile. Qualche sporadico buu nei confronti della regia è subito caduto nel vuoto.

Teatro Carlo Felice – Stagione 2022/23
BÉATRICE ET BÉNÉDICT
Opéra-comique in due atti
Libretto e musica di Hector Berlioz,
da Molto rumore per nulla di William Shakespeare

Don Pedro Nicola Ulivieri
Claudio Yoann Dubruque
Bénédict Julien Behr
Léonato Gérald Robert-Tissot
Héro Benedetta Torre
Béatrice Cecilia Molinari
Ursule Eve-Maud Hubeaux
Somarone Ivan Thirion
Mimi: Amedeo Podda (scimpanzé), Alessandro Percuoco (Adamo),
Miryam Tomè (Eva), Simone Campisi, Fabrizio Carli,
Luca De Rinaldo, Humberto Jimenez Rios

Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Direttore Donato Renzetti
Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Regia Damiano Michieletto
Scene Paolo Fantin
Costumi Agostino Cavalca
Coreografia Chiara Vecchi
Luci Alessandro Carletti

Nuovo allestimento dell’Opéra de Lyon
in collaborazione con la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Genova, 28 ottobre 2022

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