Fresco di nomina come direttore principale della Staatskapelle Dresden, Daniele Gatti conclude la sua articolata avventura in questo 84° Festival del Maggio Musicale Fiorentino con un concerto interamente dedicato alla figura di Edipo. Costruisce così un programma peculiare, andando a rispolverare i Tre preludi sinfonici per l’Edipo Re di Sofocle di Ildebrando Pizzetti, ideali per creare la giusta atmosfera per il successivo e più noto Oedipus Rex di Igor Stravinskij.
I Preludi per l’Edipo Re furono composti da Pizzetti, allora ventiquattrenne, su richiesta dell’attore Gustavo Salvini per una rappresentazione della stessa tragedia greca data al Teatro Olympia di Milano nel 1904. Poco si sa di come furono usate queste composizioni all’interno del dramma di Sofocle, ma certo è che dimostrano uno stile originale rispetto alle musiche italiane del tempo, più inclini all’impressionismo. Gatti rende bene con la sua direzione l’austerità e ieraticità architettonica di questi preludi, ma riesce a venarli di un leggero nervosismo. Appena può, inoltre, apre squarci melodici che richiamano ora soluzioni del tardo Čajkovskij (come nel secondo preludio), ora Mahler, ora certe progressioni pucciniane: insomma è una direzione che colloca Pizzetti nel proprio tempo, senza cercare sguardi avanguardistici. L’orchestra, dopo qualche attacco sporco iniziale, risponde bene al gesto, restituendo al direttore una splendida tavolozza coloristica, che trova poi la sua massima espressività nella direzione dell’Oedipus Rex stravinskyano.
Eseguito per la prima volta in forma di concerto a Parigi il 30 maggio 1927, e andato poi in scena a Vienna l’anno successivo, Oedipus Rex condensa la tragedia di Sofocle da cui è tratto in 50 minuti. Lo stile musicale è esemplificativo del cosiddetto periodo neoclassico del compositore russo, e si inserisce nell’idea di un generale “ritorno all’ordine” che tutti gli artisti delle avanguardie intraprendono dopo essersi scontrati con la realtà della guerra, in una riscoperta dei canoni artistici rigettati giusto un decennio prima. In Oedipus la scrittura si fa monumentale come un bassorilievo arcaico, cosa a cui contribuisce anche la scelta di tradurre il libretto di Jean Cocteau in latino, usato come lingua franca dal compositore data la sua condizione di esule, su ispirazione di alcune biografie di San Francesco.
La direzione di Daniele Gatti riesce in qualche modo a far emergere tutti questi aspetti, in perfetta continuità con le scelte operate in Pizzetti. L’ottima inquadratura architettonica degna di un tempio dorico viene turbata dalla messa in evidenza di tutti quegli elementi memori delle avanguardie, che aiutano a venare la composizione del turbamento che è motore stesso della vicenda narrata in questa opera-oratorio. Gli interventi enfatici di Massimo Popolizio non scalfiscono mai la tenuta dell’insieme e buona risulta anche l’inserimento delle voci nel tessuto orchestrale. Si registrano tuttavia all’inizio alcune scollature tra il coro maschile, non sempre così compatto e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, veramente in ottima forma in ogni sua componente.
Il cast risulta di ottimo livello, a partire dall’Edipo di AJ Glueckert, che ha voce perfetta per il ruolo, chiara e ben proiettata. Affronta senza timore tutti i passaggi più impervi, dimostrando, da questo punto di vista, le buone impressioni avute dal suo Bacchus in Ariadne auf Naxos. Il fraseggio non è sempre così convincente, ma riesce comunque a trovare buone soluzioni, come nell’aria “bachiana” che chiude il primo atto “Invidia fortunam odit” dove l’affermazione di sicurezza mostra già le prime avvisaglie di dubbio che porteranno alla tragedia.
Ekaterina Semenchuk è una Giocasta ottima dal punto di vista vocale, dotata di voce corposa, timbro di velluto e una linea omogenea. Precisissima nei passaggi più concitati, il mezzosoprano sa anche usare con sapienza la voce di petto negli affondi più gravi della tessitura. Dal fraseggio emerge un personaggio vagamente sensuale ma comunque distaccato nella sua aura di regalità.
Alex Esposito, Creonte, mette in evidenza una voce dal bel colore scuro, e si trova a suo agio in tutti i passaggi: quasi dispiace che il personaggio abbia spazio solo all’inizio dell’opera. Ottimo risulta anche il messaggero di Sebastian Geyer, dotato di uno strumento morbido e ben emesso, che costruisce un carattere grazie a un solido, interessante fraseggio.
Adolfo Corrado è un Tiresia che spicca soprattutto quando la tessitura batte in zona centrale, mentre Luca Bernard è un pastore malinconico e sognante sia nell’espressione che nel bel timbro.
Il concerto, eseguito tutto di seguito, riscuote un bel successo dal parte del pubblico, che chiama più volte gli esecutori a ricevere i dovuti applausi, eseguiti senza chiamate singole.
84° Festival del Maggio Musicale Fiorentino
TRE PRELUDI SINFONICI PER L’EDIPO RE DI SOFOCLE
Musica di Ildebrando Pizzetti
OEDIPUS REX
Opera-Oratorio in due atti da Sofocle
Testo di Jean Cocteau tradotto in latino da Jean Daniélou
Musica di Igor Stravinskij
Edipo AJ Glueckert
Giocasta Ekaterina Semenchuck
Creonte Alex Esposito
Tiresia Adolfo Corrado
Il pastore Luca Bernard
Il messaggero Sebastian Geyer
Voce recitante Massimo Popolizio
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Daniele Gatti
Maestro del coro Lorenzo Fratini
In forma di concerto
Firenze, 30 giugno 2022