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Festival Castell de Peralada 2022 – Hadrian (con Thomas Hampson)

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A 100 chilometri da Barcellona, vicino a Figueres, la città del Museo Dalí, la famiglia proprietaria del Castello di Peralada offre da più di trent’anni un Festival tra i mesi di luglio e agosto, dando spazio alla musica classica, al balletto e soprattutto all’opera lirica. Dopo la parentesi forzata della pandemia, l’anno scorso è ripresa la collaborazione con il Teatro Real di Madrid ed è stata eseguita una Tosca in forma di concerto con Kaufmann e Radvanovky (qui la nostra recensione). Quest’anno viene riproposta la stessa formula con le due ultime produzioni della stagione appena conclusa al Teatro Real. La prima, in forma semiscenica e rappresentata solo due giorni dopo le recite madrilene, è Hadrian, secondo titolo lirico del noto cantautore statunitense-canadese Rufus Wainwright, che ha partecipato anche a precedenti edizioni del Festival. L’opera è composta su un testo di Daniel MacIvor ispirato alla biografia dell’imperatore Adriano e, alla lontana, al famoso romanzo Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, rispetto al quale la morte del giovane Antinoo, amante dell’imperatore, viene causata da intrighi politici e gelosia coniugale, secondo le consuetudini più tipiche del melodramma.

Va detto subito che i quattro atti durano complessivamente due ore e mezza e che il primo e la scena finale potrebbero essere più brevi e concisi. L’orchestrazione è talvolta un po’ densa e ne soffrono alcune delle voci scritturate, in particolare quella di Plotina (la moglie di Traiano che pare sia stata la principale fautrice di Adriano al momento della successione): per di più, il soprano Alexandra Urquiola ha sostituito all’ultim’ora Ainhoa Arteta, e la tessitura del ruolo non è affatto comoda. Anche Christian Federici (Turbo, il generale romano amico dell’imperatore ma contrario ai suoi amori) ha preso il posto di Ruben Amoretti, ma con grande successo.
Il ruolo del titolo è stato scritto pensando alla voce di Thomas Hampson, e malgrado non sia passato molto tempo dalla prima assoluta (2018), in questa occasione la voce dell’immenso artista americano risulta appannata, anche se il fraseggio è sempre quello di un fuoriclasse. Benissimo nei panni di Sabina, l’imperatrice e moglie di Adriano, il soprano Vanessa Goicoetxea, che ha uno dei momenti migliori dell’opera, l’aria dell’atto secondo “Will you have Egypt with me?”. Ugualmente bravo il tenore Santiago Ballerini che, nel ruolo per niente facile di Antinoo, canta, recita e si muove in modo davvero notevole.

La struttura dell’opera, tonale e per alcuni aspetti “tradizionale”, con arie o monologhi, duetti e perfino un concertato, è, come detto, molto potente nella parte centrale. Non si può tralasciare il grande momento di Adriano all’inizio dell’atto quarto, di grande effetto e bella fattura.
L’opera è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Mapplethorpe: le suggestive immagini del grande fotografo accompagnano infatti lo sviluppo dell’azione (la regia dell’allestimento è firmata da Jörn Weisbrodt, marito del compositore e con questi presente alla recita e ai saluti finali).

Più che notevole il contributo dell’orchestra e del coro del Teatro Real diretti rispettivamente da due esperti quali Scott Dunn e Andrés Máspero. In locandina figuravano anche altri cantanti impegnati in parti minori ma per niente facili: vanno ricordate almeno le prestazioni del soprano Berna Perles, dei tenori Vicenç Esteve e Albert Casals e del baritono Gregory Dahl.
Durante l’unico intervallo, una buona parte del pubblico ha deciso di andarsene; gli spettatori rimasti hanno applaudito con generosità.

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