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Ferrara, Teatro Comunale – Don Giovanni

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Per la programmazione estiva 2022, il Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara ha proposto una nuova produzione di Don Giovanni in collaborazione con Korea Foundation Daegu Opera House. L’opera è stata presentata al pubblico con una campagna di marketing accattivante, a partire dalla locandina stessa che recita “Il mirabolante Circo Mozart presenta Don Giovanni, il più grande domatore di tutti i tempi”, con annesso disegno in stile d’altri tempi di un domatore e una tigre. L’idea del circo ha permeato non solo la rappresentazione vera e propria, ma anche l’esterno del teatro: nella Rotonda Foschini, accanto al Comunale, gli spettatori sono stati accolti da un quartetto d’archi formato da alcuni orchestrali in abiti d’epoca (che suonavano brani da opere mozartiane) e da alcune comparse che invitavano il pubblico ad accomodarsi nel teatro/circo (con i classici “venghino, venghino”, etc.). Una trovata simpatica che ha contribuito, insieme a una politica di prezzi dei biglietti accessibili, a riempire il teatro di giovani, forse alcuni di loro per la prima volta all’opera.

Il Don Giovanni di Ferrara è ambientato in un circo e i personaggi del dramma giocoso mozartiano sono parte integrante di un mondo popolato da domatori, acrobati e pagliacci. Va detto subito che, nonostante la trasposizione, la regia di un ’“esordiente” come Adriàn Schvarzstein (clown, attore, regista teatrale e di circo), coadiuvato nella messinscena da Jurate Sirvyte Rukstele e da Moni Ovadia, non arreca alcun danno alla drammaturgia dell’opera: certo, non siamo più in una Siviglia sei-settecentesca, ma in definitiva l’impianto, sostanzialmente tradizionale, è di qualità e gestito con intelligenza. Molto gradevoli e fantasiosi i costumi, come pure le scenografie funzionali di Lilli Hartmann.
Se durante l’ouverture assistiamo all’esibizione di un’acrobata (Angela Francavilla), che ci tuffa direttamente nel mondo circense, nelle scene successive il gioco scenico è quasi sempre ben condotto e rispettoso del libretto. Certo, è un po’ inconsueto vedere Leporello vestito da pagliaccio e Don Giovanni da domatore, ma l’azione, soprattutto nella mascherata del Finale Primo e nei travestimenti del Secondo Atto, acquista un sapore comico boccaccesco, che, a nostro avviso, mette bene in luce le origini italiane, da commedia dell’arte, del libretto di Da Ponte. Il regista poi fa spesso agire gli attori nella platea con risultati interessanti di interazione con il pubblico.
Da segnalare la scelta di cambiare il Finale Secondo, tagliando tutta la scena successiva alla morte di Don Giovanni, che però, nella versione proposta a Ferrara, non muore affatto; anzi, con ulteriore beffa, riesce a rapire una ragazza sul palco e a portarsela nella sua roulotte. Purtroppo, la trovata in sé è simpatica e, appunto, decisamente boccaccesca, ma, a nostro avviso, sulla scena non è stata realizzata in modo cristallino. In più, il Commendatore è stato posizionato in un palco laterale, lontano dalla scena, non rendendo chiare immediatamente le dinamiche tra i personaggi. Al netto di queste smagliature, ne è risultato uno spettacolo colorato, accattivante e, soprattutto, ben recitato dall’inizio alla fine.

Sul piano vocale, va ricordato che la compagnia di canto è composta da un gruppo di giovanissimi selezionati e preparati da Leone Magiera. Al di là di qualche incertezza, le prove sono più che positive. A cominciare da quelle di Guido Dazzini e Giulio Riccò: voci interessanti, sostenute da grande capacità di recitazione e movimento sulla scena (e spesso anche nella platea, in mezzo al pubblico), perfettamente inserite in uno splendido lavoro di squadra. Molto bene Giulio Riccò nell’Aria del Catalogo e, in generale, nel creare un Leporello screziato, bilanciato tra il buffonesco e il mefistofelico servo del protagonista. Guido Dazzini crea un Don Giovanni teatrale e manipolatore, in linea con le intenzioni della regia, più vicino alla commedia dell’arte che alle successive speculazioni romantiche. Si segnala anche il vigoroso Masetto di Valerio Morelli, che canta bene e recita altrettanto bene. Buona la prova di Alessandro Agostinacchio come Commendatore, anche se, a nostro avviso, nel Finale Secondo, averlo fatto cantare nel palco laterale non ha aiutato l’ascolto.
Senza dubbio, buone prove attoriali di Yulia Merkudinova, Donn’Anna, e di Marta Lazzaro, Donna Elvira, con recitativi sempre opportunamente scanditi e attenzione interpretativa che rimedia a qualche imprecisione nelle arie. Bene anche Gesua Gallifoco, convincente nelle arie di Zerlina e nel duetto con Don Giovanni. Buono, infine, il contributo del tenore Younggi Moses Do nel ruolo di Ottavio, che canta entrambe le arie del personaggio.

La direzione musicale è affidata a Daniel Smith, che dirige l’Orchestra Città di Ferrara con precisione e attenzione agli aspetti drammaturgici; si segnala il continuo, non solo nei recitativi, di Marija Jovanovic. Il Coro del Teatro Comunale di Ferrara, diretto da Francesco Pinamonti, canta con professionalità.
Alla fine dello spettacolo, pubblico festante e successo per tutto il cast, direzione e regia a riconoscimento di una produzione decisamente di sicuro effetto.

Teatro Comunale “Claudio Abbado”
DON GIOVANNI
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Lorenzo da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Don Giovanni Guido Dazzini
Il Commendatore Alessandro Agostinacchio
Donna Anna Yulia Merkudinova
Don Ottavio Younggi Moses Do
Donna Elvira Marta Lazzaro
Leporello Giulio Riccò
Masetto Valerio Morelli
Zerlina Gesua Gallifoco
acrobata Angela Francavilla

Orchestra Città di Ferrara
Coro Teatro Comunale di Ferrara
Direttore Daniel Smith
Maestro del Coro Francesco Pinamonti
Maestro al cembalo Marija Jovanovic
Direttore musicale Leone Magiera
Regia Adrian Schvarzstein
Messo in scena con la collaborazione di Moni Ovadia
Scene e costumi Lilli Hartmann
Luci Marco Cazzola
Movimenti coreografici Jurate Sirvyte Rukstele
Nuova produzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
in collaborazione con Korea Foundation Daegu Opera House

Ferrara, 1 luglio 2022

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