Già noti sono i legami tra Vincenzo Bellini e il territorio lariano, in particolare con la cittadina di Moltrasio. Bene ha fatto, dunque, il Teatro Sociale di Como a presentare, come secondo titolo musicale della Stagione Notte 2022/2023, uno dei capolavori del belcanto belliniano, da far tremare le vene e i polsi, Norma. L’opera manca da queste tavole dal 2009, quando nei panni della protagonista si è distinta un’impeccabile Maria Billeri; ora viene riproposta in un nuovo allestimento che ha debuttato, nelle scorse settimane, a Brescia, una coproduzione tra il circuito di OperaLombardia e il Teatro Verdi di Pisa.
Dopo Il cappello di paglia di Firenze (2011), Rigoletto (2017) e Macbeth (2019), torna nella città di Volta la regista Elena Barbalich, che dà vita con gusto ed efficacia a uno spettacolo concettoso, dalla marcata dimensione astratta, proteiforme, simbolica. Le belle scene laccate, asettiche e luminose di Tommaso Lagattolla, un susseguirsi ordinato e coeso di superfici riflettenti e specchianti, tubi al neon, forme geometriche – con la preponderanza del cerchio – e sipari mobili, traspongono la vicenda in un universo atemporale e crepuscolare, a metà tra l’ancestrale mondo celtico e un futuro psichedelico. A tale suggestivo clima concorrono anche gli elaborati costumi, di foggia differente, a firma di Lagattolla stesso, dominati dalle sfumature del bianco, del blu e del nero, con inserti di luce o di colore rosso, un gradevole e seducente profluvio di tessuti diversi, di forte impatto estetico. Nell’ottica della regista veneziana, Norma rappresenterebbe un punto di passaggio tra il terso rigore del Neoclassicismo e il dinamismo Sturm und Drang del Romanticismo. Sul palcoscenico vediamo così, giustapposti, la linearità fredda, rigida e piatta del mondo maschilista degli invasori romani, e l’esoterismo femminile, organico e animista del cosmo dei Druidi, conflitto che sfocerà nel catartico rogo finale, che sembra anticipare il wagneriano Crepuscolo degli dèi. Rifacendosi alla tragedia Norma, ou L’infanticide di Louis-Alexandre Soumet, Barbalich insiste, particolarmente, sulla riuscita caratterizzazione di Norma come nuova Medea, una sorta di menade sfaccettata e prorompente, dalla personalità instabile e oscillante, dalle innumerevoli reazioni emotive, pervasa di passioni brucianti e imprevedibili. Fondamentale è, poi, il tema della maternità, connesso al culto di Ceridwen, la Dea Madre della mitologia celtico-gallese che si identificava con la luna, nonché collegato alla madre Terra. Viene dunque dato risalto alla maternità di Norma, grazie soprattutto a un’installazione circolare nella quale verranno messi a riposare i due figli della protagonista, adagiati in posizione fetale come nel grembo materno, in un’impalpabile interpretazione biologico-affettiva. Uno spettacolo, in sintesi, convincente e affascinante pur nella sua razionale astrazione, esteticamente allettante, vivacizzato dalla netta illuminazione di Marco Giusti, dalle cromie vivide quali blu, azzurro, rosso, arancione, bianco argentato.
Il ventisettenne Alessandro Bonato, alla guida dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali, dà dell’elaborata partitura belliniana una lettura scattante e vibrante, senza un minimo calo di tensione, improntata a sonorità dense e corpose, soverchianti nelle percussioni, e dall’agogica perlopiù vorticosa. Si apprezza, altresì, il raffinato lavoro di cesello riscontrabile, per esempio, nell’attesa cavatina “Casta diva”, dove il giovane maestro propende per tempi maggiormente dilatati e per un suono lunare di argentea bellezza, o nel duetto “Deh! con te, con te li prendi”, di serica tenerezza. Una direzione, quella di Bonato, pregnante e giocata su forti contrasti, nella quale si giustappongono atmosfere barbariche e corrusche e altre pure e tonali.
Complessivamente ben assemblato il cast proposto. Nel ruolo del titolo troviamo Martina Gresia. Classe 1997, il soprano romano ha vinto, a febbraio dell’anno in corso, il Concorso AsLiCo (per il ruolo, però, di Donna Anna nel Don Giovanni). L’artista esibisce una vocalità tornita e morbida, nell’insieme omogenea, che ha il suo punto di forza in un registro medio-grave avvolgente e di colore caldo. Si registrano, parimenti, alcune acerbità dettate, si suppone, dalla giovanissima età, specialmente nel registro acuto, a tratti difficoltoso, e nelle agilità non sempre a fuoco. Con un fraseggio nitido e incisivo, Gresia impersona convincentemente una Norma tormentata e combattuta, sacerdotessa altera e ieratica e, al contempo, donna ferita e appassionata, in perenne concitazione, preda dei sentimenti che le lacerano il cuore, quasi fino a farlo scoppiare.
La russa Veta Pilipenko è un’Adalgisa statuaria ed elegante, dalla voce di seducente tinta ambrata e di buon peso, emessa con omogeneità. La recitazione è curata e intimistica, la dizione è chiara, l’interpretazione è aggraziata e polita, delineando il mezzosoprano con freschezza una fanciulla dolce e soave. Il Pollione di Antonio Corianò emerge per uno strumento tenorile robusto e vigoroso, di schietto colore mediterraneo e dal metallo squillante, che corre con facilità nella sala teatrale, a tratti stentoreo nell’emissione delle note alte. Il suo è un generale romano prestante e virile, scenicamente efficace.
Ben noto al pubblico comasco è il basso Alessandro Spina, che dipinge con autorevolezza, portamento aristocratico, vocalità bronzea e dizione esemplare un Oroveso solenne e austero. Voce di velluto e duttile, piace la Clotilde compunta di Benedetta Mazzetto; il tenore Raffaele Feo (Flavio) brilla per la musicalità puntuale e per la buona tecnica. Energici e icastici gli interventi del Coro OperaLombardia, guidato con piglio deciso da Massimo Fiocchi Malaspina.
Teatro quasi esaurito. Al termine, successo entusiastico da parte di un pubblico vivace ed eterogeneo, prodigo di applausi a scena aperta (ma anche di squilli di cellulare e di scartamenti di caramelle), con roboanti acclamazioni soprattutto per Gresia, Bonato, Corianò e Pilipenko.
Teatro Sociale – Stagione 2022/23
NORMA
Opera in due atti
Libretto di Felice Romani
Musica di Vincenzo Bellini
Norma Martina Gresia
Adalgisa Veta Pilipenko
Pollione Antonio Corianò
Oroveso Alessandro Spina
Clotilde Benedetta Mazzetto
Flavio Raffaele Feo
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro OperaLombardia
Banda di palcoscenico Associazione Filarmonica “Isidoro Capitanio”
Banda Cittadina di Brescia
Direttore Alessandro Bonato
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Regia Elena Barbalich
Scene e costumi Tommaso Lagattolla
Luci Marco Giusti
Assistente alla regia Costanza Degani
Assistente alle scene Antonella Voicu
Assistente ai costumi Donato Didonna
Coproduzione Teatri di OperaLombardia e Teatro Verdi di Pisa
Nuovo allestimento
Como, 16 ottobre 2022