Un concerto che ha il sapore del ritorno a casa. Annalisa Stroppa, mezzosoprano bresciano di carriera internazionale, è stata festeggiatissima dal pubblico della sua città per una serata ricca di emozioni che l’ha vista esibirsi al fianco del tenore Luciano Ganci e del soprano Giorgia Serracchiani sul palco del magnifico Teatro Grande. L’appuntamento è inserito nel contesto del “Cartellone sospeso”, una originale iniziativa di un dinamico gruppo di giovani musicisti bresciani, il Bazzini Consort. Una sorta di “start up” della musica, quest’ultimo, che si articola in tante formazioni, dal duo all’orchestra, e che coinvolge giovani e giovanissimi strumentisti: lanciato nello scorso dicembre, il “Cartellone sospeso” è condizionato al reperimento dei fondi necessari per realizzarlo. Il bello è che gran parte dei concerti si sono poi effettivamente tenuti, come questo al Grande, spesso con il coinvolgimento di importanti artisti che hanno rinunciato al loro cachet per sostenere l’iniziativa. Guidato dal direttore artistico Aram Khacheh, il Bazzini Consort nella sua versione orchestrale ha accompagnato con lodevole impegno le tre voci in un programma che prevedeva anche alcune pagine solo strumentali. Apprezzabile nel suo incedere marziale la Sinfonia da Nabucco, ricchi di colori i brani dalle suite da Carmen.
Come scritto in apertura, ha brillato anzitutto la stella di Annalisa Stroppa, visibilmente emozionata nel tornare a esibirsi nella sua città. Il mezzosoprano, che ha appena terminato di cantare Adalgisa nella Norma al Regio di Torino, ha esordito con un altro personaggio belliniano, Romeo da I Capuleti e i Montecchi. E ha incantato il pubblico con la sua voce dallo splendido colore, ulteriormente valorizzata da un’emissione sostenuta e proiettata in modo eccellente, tanto da consentire un controllo completo dell’espressione. Che ha soffuso di austera, malinconica dolcezza lo straordinario arioso su cui è costruita l’ultima scena del capolavoro belliniano, prima di abbandonarsi a un canto morbido come un violoncello nella sublime aria “Deh tu bell’alma”, ove la purezza del legato si accompagna a suoni torniti e rotondi. Singolare l’affinità elettiva della voce e della sensibilità interpretativa di Annalisa Stroppa con la notturna, dolente elegia che vibra nell’estetica di colui che Wagner chiamava “il gentile siciliano”. Ma la statura di un’artista si misura anche nell’istrionica capacità di adattare la propria voce al carattere del personaggio interpretato. Così è accaduto quando, dismessi i panni en travestì dello sfortunato amante di Giulietta, il mezzosoprano ha vestito quelli sensuali e sfrontati di Carmen. Nell’Habanera, cantata con nonchalance ma anche con ironica provocazione, il timbro color del miele scuro promanava una inesausta vitalità interiore. E se la Séguidille è tutta mezze tinte, ritratto di una femminilità tesa tra languore e ironia, con la Chanson Bohème l’esaltazione bacchica è quasi parossistica.
Giorgia Serracchiani si è fatta apprezzare quale incisiva Santuzza nell’aria “Voi lo sapete, o mamma” da Cavalleria rusticana, tenendo poi testa con vigore all’impetuoso Turiddu di Luciano Ganci. Voce di bel colore chiaro soprattutto nei centri e in acuto, Serracchaini fraseggia con intelligenza, senza mai scadere nel cattivo gusto (“A te la mala Pasqua”, frase spesso urlata, è invece qui interamente sostenuta dal canto) e offre il convincente ritratto di una giovane donna smarrita. Da parte sua, Ganci attacca una Siciliana ove la luminosa bellezza del timbro si sposa perfettamente a una naturale, istintiva spontaneità. Virile nell’accento nel duetto con Santuzza, il tenore romano piega la voce a un malinconico e trasognato recitativo e a una irresistibile, languorosa espansione in “E lucevan le stelle” dalla pucciniana Tosca.
Vivissimo il successo di pubblico, premiato con un bis dei tre cantanti, “Non ti scordar di me”.
Fondazione Teatro Grande di Brescia
RECITAL D’OPERA
Giorgia Serracchiani, soprano
Annalisa Stroppa, mezzosoprano
Luciano Ganci, tenore
Orchestra Bazzini Consort
Aram Khacheh, direttore
Brescia, Teatro Grande, 31 marzo 2022