L’etichetta Dynamic ha di recente pubblicato una prima incisione mondiale dedicata alle cantate e ariette amorose per soprano e basso continuo di Giovanni Battista Bassani (1650-1716), per la precisione l’inedita Opera VI intitolata Affetti Canori. A interpretare per la prima volta in disco queste cantate barocche per voce sola, troviamo il soprano Anna Piroli, accompagnata dal gruppo del continuo formato da Luigi Accardo al clavicembalo e organo positivo, Nicola Brovelli al violoncello ed Elisa La Marca alla tiorba e chitarra barocca.
Padovano di origini, Bassani è un autore poco noto al grande pubblico e che negli ultimi anni è stato oggetto di una serie di interventi di riscoperta, anche grazie ad alcune registrazioni edite da Brilliant Classics e Tactus. Un compositore che in vita è stato molto conosciuto, salvo poi finire in secondo piano in termini di memoria storica e attenzione musicologica, rispetto al suo ben più celebre contemporaneo Arcangelo Corelli (1653-1713). Una subalternità forse non pienamente giustificata quando si guarda alla varietà del catalogo di Bassani e la sua versatilità come compositore. Come Corelli, Bassani è stato anch’esso violinista e compositore di sonate, ma anche organista, maestro di cappella e compositore di musica vocale. Attivo nell’Italia del nord, tra il Veneto, l’Emilia e la Lombardia, Bassani si distingue sia nel repertorio di musica sacra che da camera e si cimenta anche nella composizione di oratori e opere (quest’ultime andate tutte perdute). Numerose sono poi le stampe di cantate a voce sola dal carattere amoroso, destinate molto probabilmente a esecuzioni in forma privata per un pubblico colto e aristocratico. La raccolta di cantate scelta per questa registrazione è, come citato nell’introduzione, Affetti Canori, cantate e ariette Op. VI, un lavoro della maturità pubblicato a Bologna nel 1684 e sul cui frontespizio l’autore vanta i suoi titoli di “Maestro di Cappella dell’illustrissima Accademia della Morte di Ferrara e Accademico Filarmonico di Bologna”. Se i testi ruotano attorno all’amore come fonte di sofferenza, a livello armonico Bassani fa un uso interessante dei cromatismi e di quelli che si potrebbe definire precursori delle “seste napoletane”, il tutto per cogliere in musica i risvolti infelici dell’amore. Nelle musiche di questa Opera VI troviamo lamenti, larghi patetici ma anche movimenti rapidi dal carattere risoluto, danzante o gioioso. Nella registrazione si alternano sei ariette indipendenti senza recitativi e sei cantate. La forma delle cantate non è ancora codificata in modo standardizzato come i lavori di autori successivi specialmente della scuola napoletana, ma presenta invece un numero variabile di arie in forma con da capo e recitativi che talvolta sfociano in ariosi, per un totale di movimenti che va da 3 ad un massimo di 8 (come in Ardea di due begl’occhi”).
La “voce sola” protagonista dell’incisione è quella del soprano cremonese Anna Piroli. In possesso di uno strumento leggero dal timbro chiaro, puro e limpido, Piroli plasma una linea di canto omogenea con un’ emissione che rimane sempre morbida e mai forzata nel registro acuto. Pur in assenza di particolari passaggi eccessivamente virtuosistici, Piroli mostra una bella fluidità nelle agilità e nelle variazioni, oltre a un buon controllo del fiato e delle dinamiche. Ha poi un’apprezzabile sensibilità musicale e una buona chiarezza di dizione. La voce non possiede una palette di colori vastissima ma sa comunque trovare le giuste sfumature in base alle diverse situazioni presenti testo. Stilisticamente il canto rimane sempre pertinente nel cogliere la poetica degli affetti, anche se predilige sicuramente la bellezza e raffinatezza del suono alla pura enfasi drammatica di alcune pieghe del testo.
Tra le ariette si segnalano “Occhi amorevoli” che apre la registrazione all’insegna del dolce lamento di un povero mendicante che chiede l’elemosina “agli occhi di bella dama” per citare il titolo descrittivo dell’aria (concept questo ripreso dal video realizzato per questa registrazione – link al termine); il largo iniziale viene seguito da una sezione centrale vivace e un da capo dove Piroli abbellisce con gentilezza per poi chiudere con dei suoni deliziosamente ovattati e sospesi. “Fiero tiranno amor” ha carattere più spiccato e la voce si libera maggiormente, pur rimanendo pulita e controllata. In “M’è grato il languire” la linea di canto rende la dolce rassegnazione e l’abbandono all’idea di morire per l’amato. “Dolce mio bene”, che chiude la registrazione, è caratterizzata da un canto ben spianato che Piroli abbellisce e sfuma con grazia.
Veniamo ora alle cantate. In Luci brune ho il cor ferito spicca “Pugnar con due pupille” dove il soprano sfoggia acuti cristallini e accentua il testo in linea con il carattere spiritoso del movimento. In Sconsolata gemea si segnalano i contrasti di “Di’, di’ pur sarei contento” che alterna il carattere risoluto e spedito del presto iniziale e del da capo a un adagio centrale dolcemente sofferto nell’autoconvincimento che “dolci saran le pene”. Bello anche il movimento finale “Mio cor dunque, preparati” dove il canto va via via smorzandosi fino a un diminuendo finale che sancisce l’arrivo del “tempo di morir”. In Ardea di due begl’occhi si apprezzano le fioriture di “Eri pur felice o core” e l’aria “Che mi giova dir che v’adoro”, sopra un basso ostinato a tempo di Ciaccona. L’aria “Che ti costa o bocca avara”, tratta dall’ omonima cantata è una delle arie più belle della registrazione grazie a toni dolcemente supplichevoli. Vogliamo per ultimo segnalare l’aria “Ombre fosche” dalla cantata Lungi dal ben ch’adoro, dove il canto dalle eleganti sfumature viene impreziosito da una lunga e controllatissima messa di voce sulla parola “lontano”, perfettamente inserita sulla frase musicale e sull’accompagnamento del continuo.
Luigi Accardo al clavicembalo e organo positivo supporta la voce sola con un accompagnamento puntuale, musicalmente ferrato per estro e incisività, e dal tocco misurato, senza risultare mai invasivo o troppo caricato. Il violoncello di Nicola Brovelli aggiunge la giusta calda espressione patetica o amorosamente languida e l’incisività di accento nei passaggi più ritmicamente scanditi, mentre Elisa La Marca alla tiorba e chitarra barocca fornisce un accompagnamento che sa essere suggestivo ma anche ricco e vitale. Tutto il comparto del continuo si dimostra funzionale al canto.
Le note al cd, disponibili in italiano e inglese, sono curate dal musicologo Marco Bizzarini e ripercorrono con chiarezza le principali tappe della carriera di Bassani, “musico delle inquietudini amorose”. L’acustica della registrazione è ben curata e l’ascolto rimane piacevole e suggestivo per tutta la sua durata, per altro non eccessiva (56 minuti), nonostante la presenza di ben 32 tracce. In conclusione, un tassello degno di nota nel processo di riscoperta della musica di Bassani, con delle pagine interessanti e ben eseguite da un bravo gruppo di interpreti.
AFFETTI CANORI
Cantate e ariette per soprano e basso continuo Op. VI
Musica di Giovanni Battista Bassani
Anna Piroli, soprano
Luigi Accardo, clavicembalo e organo positivo
Nicola Brovelli, violoncello barocco
Elisa La Marca, tiorba e chitarra barocca
Etichetta: Dynamic
Formato: CD
Registrazione effettuata presso la Chiesa dell’Ascensione di Nostra Signora
a Brancere (Cremona) tra il 12 e il 15 luglio 2020