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Verona, Teatro Filarmonico – Così fan tutte

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Una storia universale di finzione e verità. Il regista Yamal das Irmich colloca le vicende dei protagonisti del mozartiano Così fan tutte, in scena al Filarmonico di Verona, entro lo spazio patinato di un’America anni Cinquanta, dove tutto sembra essere perfetto. Un luogo sicuro, borghese, ben presente nell’immaginario collettivo, ma qui caratterizzato da un bianco e nero che vuole esprimere la sostanziale finzione che innerva le relazioni tra i personaggi, il loro quieto adeguarsi a quanto la morale borghese propone: fidanzamento, matrimonio, famiglia… Un piccolo mondo stile “Mulino bianco” che viene scombussolato dall’idea di Don Alfonso, una sorta di Cherubino o don Giovanni cresciuto e disilluso, di mettere alla prova la fedeltà reciproca delle coppie. Una provocazione che vedrà il maturo nobiluomo affiancato dalla giovane e vivace Despina, femminista ante litteram, con la quale si confronta in uno spazio che somiglia molto allo studio televisivo di certi reality. Con “l’apparir del vero”, cadono le barriere, si palesano i reali sentimenti e il mondo – scene e costumi compresi – acquista colore. Un’idea, quella del giovane regista, sicuramente interessante e coerente con la poetica di Mozart-Da Ponte che tuttavia perde mordente nello svolgersi dell’intreccio, soprattutto nel secondo atto, ove il gioco registico si fa meno incalzante. Lo stesso dicasi per le scene di Angelo Finamore: la pedana mobile del primo atto svela vari ambienti ben arredati e funzionali a fare da sfondo alle schermaglie tra i cantanti, mentre nel secondo atto il palco appare troppo grande e vuoto. Nella loro laccata eleganza, sono molto belli i costumi firmati da Silvia Bonetti; funzionali le luci di Paolo Mazzon.

Dal podio, Francesco Ommassini lavora di cesello per restituire un Mozart leggero, liricheggiante, lontano anni luce da certe corrusche letture del tempo che fu. Il tutto con un suono orchestrale generalmente bello, morbido, vario nelle sfumature, ma al quale manca talvolta quell’accensione di ritmo che conferirebbe un passo altrimenti teatrale all’incedere narrativo. Gli stessi recitativi potrebbero essere più mossi, personali, incisivi. Forse, quello che manca, è una più chiara allusione alla fondamentale ambiguità di questa musica sublime, sì, ma anche così amaramente disincantata e potenzialmente esplosiva nella sua consistenza drammatica. In fondo, l’amore più puro, se non perde slancio, si risolve comunque nella menzogna; la fedeltà si sfalda nel tepore di un erotismo al cui fascino si cede non senza turbamenti; l’amicizia viene messa a dura prova e le idealità più alte si scontrano con una realtà ove il compromesso e forse anche il gioco hanno largo spazio.

Ben assortito il cast, a cominciare da un Alfonso Antoniozzi che, se vocalmente non vanta più la morbidezza e la facilità di un tempo, è interprete intelligente e disegna il ritratto di un Don Alfonso di sano e scettico buon senso. Vittoria Yeo viene a capo con onore della difficile parte di Fiordiligi: il suo canto è ovunque solido, luminoso e ben sostenuto, mentre la Dorabella di Chiara Tirotta è tanto efficace nell’abbandono sensuale quanto nella civettuola vivacità. Caratteristica, quest’ultima, che non manca alla Despina di Enkeleda Kamani, spiritosa senza troppe affettazioni e smancerie. Il Guglielmo di Alessandro Luongo si segnala per l’aristocratica interpretazione e per una voce sonora, piena e ben emessa, mentre Marco Ciaponi è un eccellente Ferrando per la pregevole bellezza del timbro e la ricchezza di sfumature con cui porge sempre il canto.

Teatro Filarmonico – Stagione lirica 2021
COSÌ FAN TUTTE
Ossia La scuola degli amanti
Dramma giocoso in due atti di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Fiordiligi Vittoria Yeo
Dorabella Chiara Tirotta
Guglielmo Alessandro Luongo
Ferrando Marco Ciaponi
Despina Enkeleda Kamani
Don Alfonso Alfonso Antoniozzi

Orchestra e coro della Fondazione Arena di Verona
Direttore Francesco Ommassini
Maestro del coro Vito Lombardi
Regia Yamal das Irmich
Scene Angelo Finamore
Costumi Silvia Bonetti
Luci Paolo Mazzon
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona

Verona, Teatro Filarmonico, 31 ottobre 2021

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