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Padova, Teatro Verdi – Don Pasquale

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“Han messo in scena poeti di ogni razza / sciocco marito e una moglie pazza”. Il giovane Felice Romani, nel libretto del Turco in Italia rossiniano, fa pronunciare queste parole al poeta Prosdocimo, segnalando così uno dei più abusati topoi del teatro comico europeo. Non è dunque apparentemente un soggetto nuovo quello del Don Pasquale di Donizetti, anche se come commedia musicale si trova effettivamente in una posizione particolare nella storia del repertorio operistico: superata la grande tradizione dell’opera buffa italiana e la follia farsesca rossiniana, Don Pasquale è un capolavoro ormai più prossimo alla civiltà borghese, intelligente, frivolo, un po’ cinico e smaliziato. Un’attualizzazione della tradizione comica italiana che prelude al malinconico divertimento Belle Époque di Miseria e nobiltà di Scarpetta.

Proprio a questo aspetto “di costume” del libretto e della musica di Donizetti guarda l’allestimento andato in scena al Teatro Verdi di Padova. Regia attualizzante ma non troppo quella proposta da Giuseppe Emiliani, ambientata nei “ruggenti” anni ’20 del secolo scorso: in realtà, pur spostando cronologicamente i costumi in avanti di un secolo, lo spettacolo rimane perfettamente aderente allo spirito della commedia. Insomma, una regia che si basa su un libretto di suo particolarmente riuscito senza volervi aggiungere significati che vadano al di là del gioco teatrale, esaltandone la struttura drammaturgica e costruendo uno spettacolo godibile, basato sulla collaborazione tra i cantanti e su una direzione orchestrale curata e interessante.
Un gioco tra interno ed esterno: su questa semplicissima disposizione dello spazio si costruisce la scenografia di Federico Cautero. Un velo materializza una parete fittizia che separa la stanza (e il giardino nell’ultimo quadro del terzo atto) della casa di Don Pasquale dall’esterno, equivalente con il proscenio: una trovata semplice, ma efficace a livello scenico anche se, in alcuni momenti, ha forse contribuito ad affievolire le voci dei cantanti; molto belli gli effetti virtuali con alcune trovate che hanno arricchito lo spettacolo senza distogliere l’attenzione dall’azione teatrale. Coerenti con la rappresentazione attualizzante i costumi di scena di Stefano Nicolao.

Nel cast, si impone l’esperienza del protagonista Roberto Scandiuzzi, sfaccettato e irresistibile Don Pasquale sia nella grottesca smania di matrimonio del primo e del secondo atto che nell’umiliazione e nella catarsi del terzo. Voce di basso profondo ancora corposa, Scandiuzzi sa costruire un personaggio vivo sulla scena e nel canto, regalando momenti di pura teatralità. Pierpaolo Martella delinea un dottor Malatesta viscido e truffaldino e incarna perfettamente il ruolo tipico del factotum. Decisamente positiva la prova di canto: con voce omogenea e buona emissione, il cantante esegue bene la cantilena dell’aria d’esordio “Bella siccome un angelo”, ma anche brani brillanti come il duetto con Norina del primo atto e quello con Don Pasquale nel terzo.
Ernesto è Pietro Adaini, tenore dalla voce delicata e gradevole, che si distingue nell’aria del secondo atto “Cercherò lontana terra” e, in generale, per il timbro accattivante. Brillante Norina è infine il soprano Rosalia Cid Tarrio, che crea un personaggio a tutto tondo, vero e proprio polo drammaturgico antagonista rispetto al Don Pasquale di Scandiuzzi. Eccellente attrice, esegue molto bene sia la famosa aria del primo atto che le scene più marcatamente comiche. Completa la locandina il notaro di Antonio Feltracco.

Ferdinando Sulla dirige con cura e precisione l’Orchestra Regionale Filarmonica Veneta. Il giovane direttore calabrese conferisce un piglio scattante ed euritmico alla partitura donizettiana sin dalla splendida Sinfonia per poi seguire con perizia i cantanti in assoli ed ensemble. Unico neo riscontrabile il volume sonoro che saltuariamente copre le voci, complice probabilmente il fatto che spesso gli interpreti cantano in posizione piuttosto arretrata sul palcoscenico. La partitura inoltre è sottoposta a qualche taglio per velocizzare il ritmo dello spettacolo. Prova brillante e divertente anche per il Coro Iris Ensemble diretto da Marina Malavasi.
Il pubblico, letteralmente in visibilio, ha applaudito lungamente e con grande trasporto tutto il cast alla fine della recita.

Teatro Comunale Giuseppe Verdi – Stagione Lirica 2021
DON PASQUALE
Opera buffa in tre atti
Libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti
Musica di Gaetano Donizetti

Don Pasquale Roberto Scandiuzzi
Dottor Malatesta Pierpaolo Martella
Ernesto Pietro Adaini
Norina Rosalia Cid Tarrio
Un notaro Antonio Feltracco
Figuranti: Valerio Mazzucato, Marta De Rossi, Elisa Grilli, Chiara Pellegrin

Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Direttore Ferdinando Sulla
Coro Iris Ensemble
Maestro del coro Marina Malavasi
Regia Giuseppe Emiliani
Scene, video mapping Federico Cautero
Costumi Stefano Nicolao
Disegno luci Andrea Gritti

Padova, 31 ottobre 2021

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