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Novara, Teatro Coccia – I viaggi di Gulliver

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Resilienza, brutta parola, che rende tuttavia l’idea dei tempi che viviamo e della situazione davvero difficile dei teatri. Il Teatro Coccia di Novara, a un anno dal primo lockdown, continua a non darsi per vinto e utilizza ancora questo termine per la stagione appena aperta (qui il link). Dopo il team che la scorsa primavera diede vita ad Alienati, la prima opera smart working nata appositamente per lo streaming, il teatro novarese sembra votarsi sempre di più all’opera contemporanea di breve durata e, da fine febbraio a giugno inoltrato, propone nuovi format, commissioni inedite e si apre alla creatività, dando spazio ai giovani formati nella sua accademia (qui il link) e stabilendo connessioni con la città. Certo il Coccia è chiuso al pubblico, ma la sua laboriosità attraversa le vie di Novara, orfane del teatro ma non della fantasia dimostrata inventandosi nuovi spettacoli in streaming che attestano la volontà di esistere (e resistere) in forme di teatro musicale meno tradizionali e scontate, con tutti i pro e i contro del caso.

L’avvio della stagione ha lo scopo di interessare i bambini al mondo dell’opera lirica, ma non mancheranno anche altre declinazioni dell’opera da camera, come l’opera buffa di Luciano Chailly Una domanda di matrimonio, tratta da un lavoro di Anton Cechov, prevista per il 28 maggio. L’appuntamento forse più atteso è per il 12 giugno, con l’omaggio a Dante Alighieri per i 700 anni dalla sua morte che vedrà l’andata in scena della prima assoluta di Rapimenti d’amore, del compositore Cristian Carrara su libretto di Davide Rondoni. Nel cast Sonia Prina, Quirijn de Lang, Salvatore Grigoli, Valerio Borgioni e Ettore Agati diretti dalla bacchetta di Matteo Beltrami alla testa dell’Orchestra I Virtuosi Italiani. Regia e scene di Andrea Chiodi. Il filone della brevità sarà una costante della stagione, che presenterà, per il ciclo “Micro Opere”, due prime assolute della durata poco superiore ai dieci minuti, commissionate dal Coccia e frutto della benemerita Accademia AMO del teatro stesso: Un paio in tre (13 marzo), con musica di Paola Magnanini e Dormire, guarire forse (12 maggio), su musica di Salvatore Passantino. Per queste due prime operine in calendario ci si è valsi della collaborazione del librettista Vincenzo De Vivo e del giornalista e scrittore Stefano Valanzuolo che firma la drammaturgia.

Intanto ha preso il via il ciclo intitolato “Chi ha paura del melodramma?”, un progetto a cura di Alberto Jona in collaborazione con Controluce Teatro d’Ombre, che mira ad avvicinare, attraverso piccole operine tascabili, il mondo dei bambini ai meccanismi, alle forme e al linguaggio musicale del melodramma; insomma tutte le arti che in esso confluiscono, così che, giocando, si insegna loro a conoscerlo e ad amarlo. Il format comprende due opere. L’incipit di entrambe è affidato a Bianconiglio, celebre personaggio di Alice nel paese delle meraviglie, il coniglio costantemente in ritardo, qui interpretato dal giovane e bravo attore Leonardo Pesucci, che in maniera rocambolesca giunge in teatro dalle strade di Novara con tutti i mezzi possibili, entra nel foyer tutto trafelato, non trova più il biglietto nelle tasche dalle quali tira fuori di tutto; poi finalmente ci riesce e, grazie alle maschere, si introduce nei meandri del teatro e si fa aprire i palchi all’interno dei quali trova diversi personaggi delle fiabe più note: la “porta” attraverso cui accedere al racconto dell’opera che si vedrà sulla scena.

La seconda di queste opere da camera sarà, il 17 aprile, la già nota Cendrillon di Pauline Viardot (nella nuova versione di Paola Magnanini), mentre la prima, della quale riferiamo, I viaggi di Gulliver, trasmessa sul canale YouTube del Coccia il 27 febbraio (qui il link), è un’opera da camera per teatro d’ombre ispirata all’omonimo romanzo di Jonathan Swift, su testo di Rosa Mogliasso e musica di Bruno Moretti. Fu eseguita per la prima volta al Teatro Verdi di Firenze per la Stagione dell’Orchestra Regionale Toscana nel 2011, venne ripresa nel 2014 in Svizzera, ancora in Italia e in Germania, ed oggi è stata proposta a Novara in una nuova versione. Lo spettacolo, per la messa in scena e la regia, è curato dal gruppo Controluce Teatro d’Ombre che ha in Alberto Jona il suo appassionato mentore. I costumi, davvero splendidi, sono di Giuseppe Palella, un arcobaleno di fantasia intinta nel sogno, valsosi anche della sapiente collaborazione artigiana, per i centrini che ornano gli abiti, dalla Casa di Giorno Don Aldo Mercoli.

Questa operina di poco più quarantacinque minuti utilizza un attore-cantante che veste i panni di Gulliver raccontando le tappe più incredibili del suo viaggio nella terra di Lilliput e dialogando con una voce femminile che incarna i diversi personaggi di quel popolo in miniatura, mentre l’ensemble strumentale (Giovane Ensemble Guido Cantelli) ben diretto da Andreas Gies si interfaccia a sua volta con i due attori e cantanti restituendo climi espressivi della narrazione con lieve ironia. Il compositore insiste sull’idea musicale del ritmo, declinato utilizzando i più diversi temi di danza, dal valzer all’habanera, dalla gavotta alla giga, fino al fox-trot, strizzando l’occhio al teatro di varietà, al musical e alla commedia musicale. A ogni ritmo di danza si abbina un carattere o uno stato d’animo, e il gioco è fatto.

L’operina si dipana con accattivante scorrevolezza e piace anche perché sulla scena ci sono il Gulliver del baritono Federico Cavarzan e il soprano Giulia Bolcato impegnata nei diversi personaggi con i quali Gulliver si confronta, entrambi bravissimi a cantare, recitare e far vivere di giovanile freschezza questo mondo fantastico e immaginario. L’impegno maggiore è per il Gulliver di Cavarzan, che è in scena dall’inizio alla fine dell’opera, abilissimo nel passare dalla recitazione al canto intonando con bella voce baritonale motivetti accattivanti, fra cui il “Sempre libero degg’io trasformar la noia in gioia”, che ovviamente fa il verso alla celeberrima aria di Violetta dalla Traviata, o l’arietta a ritmo di java “Su due gambe procedono gli Yahoo”. Il sobrio spettacolo, delicato e lieve nel raccontare avventure, immagini e atmosfere con la tecnica dell’ombra, trasporta lo spettatore, giovanissimo o maturo che sia, in un mondo d’indefinitezza che, anche nella visione in streaming, svela la magia della fiaba attraverso il filtro di un’onirica distanza dal reale che affascina e coinvolge con poetica leggerezza.

Così il Teatro Coccia trova una sua via d’evasione, un modo di interfacciarsi col fragile presente, percorrendo vie che discostano la sua programmazione da quella di tutti gli altri teatri d’opera italiani, attualmente chiusi agli spettatori ma aperti per realizzare spettacoli legati a un concetto più tradizionale di proporre l’opera in o per lo streaming. Meditando su ciò che è stato presentato e si vedrà nei mesi a venire, sembra che al Coccia l’opera lirica comunemente intesa, nell’accezione di repertorio, interessi assai poco, tanto che le scelte di una stagione così configurata (anche quella precedente si era mossa su questa linea) potrebbero apparire rischiose al momento in cui il teatro dovesse riaprire i battenti.

Teatro Coccia, Novara – Resilienza Inverno Primavera 2021
I VIAGGI DI GULLIVER
Libretto di Rosa Mogliasso
Musica di Bruno Moretti

Direttore Andreas Gies
Messinsegna e regia Controluce Teatro d’Ombre
Sagome originali Cora De Maria
Ripresa allestimento Alberto Jona
Costumi Giuseppe Palella

Con
Giulia Bolcato (soprano), Federico Cavarzan (baritono), Leonardo Pesucci (attore)
Ombre Cora De Maria, Marco Intraia, Jenaro Meléndrez Chas
Attori Scuola del Teatro Musicale
Francesco Messina, Sofia Piazzalunga, Alice Varenna, Adriano Voltini

Regia Video Roberto Recchia
Aiuto regia Mirco Michelon (Accademia AMO)
Direttore di scena Francesca Longoni (Accademia AMO)
Giovane Ensemble Guido Cantelli
Produzione Fondazione Teatro Coccia

Streaming Teatro Coccia Novara, 27 febbraio 2021

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