La bella notizia è che si torna a fare opera lirica al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Quella che per diversi anni è stata la casa della Scala (quando la sala del Piermarini era in restauro), torna a ospitare allestimenti d’opera, grazie alla lungimiranza della società che gestisce il teatro. Primo titolo in scena, il dittico formato da Suor Angelica e Gianni Schicchi di Puccini, con l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Beatrice Venezi e la regia affidata a Davide Garattini Raimondi. Che costruisce due spettacoli molto diversi, coerentemente con l’ispirazione musicale dei lavori pucciniani, giocando sul contrasto non solo tematico, ma pure scenico tra le opere. Tutto ciò, grazie anche all’importante contributo di Paolo Vitale, che cura scene e luci, ai bei costumi di Giada Masi e con la collaborazione, in veste di assistente, di Barbara Palumbo. Così, se Suor Angelica vive di un linguaggio teatrale essenziale, giocato su pochi colori neutri, con Gianni Schicchi siamo addirittura dentro il meccanismo del teatro dal vivo, con il suo variopinto mondo. Nel primo titolo Garattini Raimondi immerge l’azione in un buio rischiarato da poche luci fredde: le suore sono sempre in scena e ciascuna di loro ha un lume e un lenzuolo, elemento, quest’ultimo, che di volta in volta diviene un fardello, un sacco, il giaciglio di un bimbo: è come se anche loro, come la protagonista, custodissero un dramma interiore e, quasi coro della tragedia greca, si facessero solidali con la sua sofferenza.
Tutt’altro clima nello Schicchi, a cominciare dall’incipit, che spiazza il pubblico. Il palco si mostra in tutta la sua profondità e disvela anche le macchine che creano lo spettacolo. L’attore Nicola Ciulla, nei panni di Buoso Donati, si presenta in scena e in rima perfetta dichiara di essere vittima del Covid. Ma non della malattia, quanto piuttosto delle chiusure dei teatri che la gestione della pandemia ha imposto, con conseguente carenza di lavoro per chi vive di spettacolo. E i parenti del malcapitato sono le maschere della Commedia dell’arte, che Garattini Raimondi muove con vivacità e garbo, valorizzando l’ironia già insita nell’intreccio pucciniano e parimenti trasmessa dalla musica, senza forzature ma sempre con un ammirevole equilibrio, illuminato da increspature poetiche.
L’allestimento, realizzato in collaborazione con l’Associazione Premio Etta e Paolo Limiti, dava spazio a molti giovani cantanti, alcuni dei quali vincitori del concorso promosso dal sodalizio. Diana Cardenas è una Suor Angelica di immediata comunicativa, dall’accento spontaneo e semplice, che sa piegare a esprimere con toccante emotività il dolore e lo smarrimento. Tutto questo senza mai essere leziosa ed esibendo un bel legato. Dal canto suo, Patrizia Patelmo è una zia Principessa di inquietante presenza scenica e di vocalità interessante, soprattutto per l’accento, che fa piazza pulita dell’impressione che il luogo ove si svolge la vicenda sia una sorta di rifugio di anime semplici. Tutte all’altezza del compito le altre interpreti: Sofia Ferrari, Francesca Vitale, Roxana Herrera, Sara Intagliata, Mara Gaudenzi, Giusy Maresca, Elena Serra.
Domenico Colaianni, pur con qualche leggera difficoltà negli acuti, disegna il ritratto di un Gianni Schicchi il cui disincanto non scivola mai nel cinismo, nel segno di una divertita ironia molto apprezzata dal pubblico. Giuseppe Infantino, Rinuccio, canta il suo stornello con la limpida schiettezza che merita, offrendo un ritratto credibile del giovane innamorato, riamato dalla Lauretta di Francesca Pia Vitale, dalla voce chiara e duttile, la cui interpretazione è venata da un genuino sorriso. L’autorevole Zita di Patrizia Patelmo si affianca all’apprezzabile Gherardo di Manuel Rodriguez. Il folto stuolo delle parti di fianco, che in realtà sono protagoniste in quest’opera corale, è di buon livello, sia per disinvoltura scenica che per l’impegno vocale, con una menzione per il tonante Betto di Lorenzo Mazzucchelli e per il Simone di Paolo Battaglia.
Beatrice Venezi si impegna molto per dare ritmo e continuità alla narrazione, puntando sui contrasti dinamici e accentuando le asperità della scrittura pucciniana, in particolare nello Schicchi, mentre in Suor Angelica evita sia l’eccesso di pastello nella prima parte dell’opera che la ridondanza tragica quando è di scena la zia Principessa.
Teatro degli Arcimboldi
SUOR ANGELICA
Opera in un atto di Giovacchino Forzano
Musica di Giacomo Puccini
Suor Angelica Diana Cordenas
La Zia Principessa Patrizia Patelmo
La Badessa, La suora Zelatrice, La maestra delle novizie Sofia Ferrari
Suor Genovieffa Francesca Vitale
Suor Osmina Roxana Herrera
Suor Dolcina Sara Intagliata
La Suora infermiera Mara Gaudenzi
Le cercatrici, le novizie Giusi Maresca
Seconda conversa Elena Serra
Mimi danzatori Chiara Pelusi, Jessica Rapelli, Cecilia Uberti Foppa
GIANNI SCHICCHI
Opera in un atto di Giovacchino Forzano
Musica di Giacomo Puccini
Gianni Schicchi Domenico Colaianni
Lauretta Francesca Pia Vitale
Zita detta “La vecchia” Patrizia Patelmo
Rinuccio, nipote di Zita Giuseppe Infantino
Gherardo, nipote di Buoso Manuel Rodriguez
Nella, sua moglie Roxana Herrera
Gherardino Chiara Merra
Betto di Signa Lorenzo Mazzucchelli
Simone, cugino di Buoso Paolo Battaglia
Marco, suo figlio Francesco Bossi
La Ciesca Mara Gaudenzi
Spinelloccio, medico Lorenzo Barbieri
Messer Amantio, notaro Filippo Rotondo
Pinellino / Guccio Nicola Ciulla
Buoso Donati Nicola Ciulla
Un operaio Alessandro Gautiero
Orchestra Filarmonica Italiana
Direttore Beatrice Venezi
Regia Davide Garattini Raimondi
Movimenti scenici e assistente alla regia Barbara Palumbo
Scene e luci Paolo Vitale
Costumi Giada Masi
Installazioni artistiche a cura di Carlo Cinque
In collaborazione con Associazione Etta e Paolo Limiti
Milano, 14 ottobre 2021