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Milano, Teatro alla Scala – L’elisir d’amore

Fucili puntati sul povero tenore Paolo Fanale, ieri sera al Teatro alla Scala, durante la rappresentazione de L’elisir d’amore. Dopo la sua interpretazione di “Una furtiva lagrima”, infatti, il loggione si è scatenato in accese contestazioni inframmezzate, per la verità, anche agli applausi. Il suo Nemorino non ha certo convinto durante tutta la recita, ma massacrarlo così violentemente dopo l’esecuzione della sua Romanza (per altro, forse, la pagina che il tenore palermitano ha meglio eseguito) è parso esageratamente crudele. Anche perché in questo stesso teatro, ma con opere meno celebri e forse meno conosciute, abbiamo visto ingollare senza batter ciglio prestazioni vocali a volte imbarazzanti.

Comunque sia, questo Elisir non ha funzionato sotto molti aspetti, a cominciare dalla brutta regia firmata da Grischa Asagaroff, scontata e infarcita di gag dal gusto irrancidito e ben poco divertente (quello che succede durante il duetto “Chiedilo all’aura lusinghiera” è al limite di una recita parrocchiale), nonostante le bellissime scenografie di Tullio Pericoli e i suoi divertenti costumi. Un allestimento, dunque, da archiviare con decisione e senza rimpianti.

Per questa ripresa dell’intramontabile capolavoro di Gaetano Donizetti la direzione d’orchestra è stata affidata al giovane Michele Gamba. La sua interpretazione ci è parsa piuttosto rigida e poco poetica. A volte troppo soverchiante, Gamba non sembra sempre in grado di sostenere con sollecitudine i cantanti. Predilige tempi serrati e lascia poco spazio al languore e alla malinconia, pur ben presenti in questa partitura. Quando alleggerisce il braccio e stacca tempi più distesi, i risultati sono apprezzabili come in “Adina credimi”, musicalmente ben risolto. Molto ben diretta anche la scena con Giannetta e il coro (istruito da Alberto Malazzi) all’inizio del secondo atto.

Adina era la giovane Bendetta Torre, bella voce italiana capace di fraseggiare con espressione e sentimento. Il soprano genovese ha  eseguito con giusta malizia e begli accenti  il duetto con Dulcamara  (nonostante le sciocchezzuole coreografiche che le impone la regia) e ha avuto l’unico limite nel giungere quasi esausta all’esecuzione del suo difficile Allegro conclusivo “Il mio rigor dimentica”. È molto piaciuto il Belcore interpretato da Davide Luciano, baritono a suo agio con questo ruolo al limite del grottesco. Luciano ha saputo renderlo giustamente gagliardo e gradasso, ma senza scivolare in volgarità incongrue. Molto applaudito a fine serata anche il Dulcamara di Giulio Mastrototaro che ha sfoggiato voce tonitruante, ma scarsa sottigliezza di fraseggio nella sua celeberrima cavatina “Udite, udite, o rustici” e ha avuto il torto di rendere quasi antipatico il suo personaggio. Mastrototaro ha preso comunque quota nel secondo atto e ha eseguito con giusti e sapidi accenti i suoi duetti con Adina e Nemorino. Brava anche Francesca Pia Vitale nel breve, ma fondamentale, ruolo di Giannetta.
Paolo Fanale, vittima designata, ha presenza scenica e il giusto fisico per il ruolo, ma la sua musicalità non è parsa immacolata. Il suo Nemorino era ben poco poetico e incapace di evidenziare il lato naïf e patetico di un personaggio fra i più adorabili della storia del melodramma. Nemorino può essere sognante e quasi fanciullesco come fecero Schipa e Valletti e come fa oggi Meli, o solare ed esuberante come facevano un Di Stefano e un Pavarotti. Ieri, purtroppo, non abbiamo avuto né l’uno né l’altro. Nei passaggi di tessitura più acuta, inoltre, Fanale spingeva e forzava il suono in modo ben poco gradevole, soprattutto in un’opera del belcanto, estetica vocale alla quale L’elisir d’amore certamente appartiene. [Rating:2.5/5]

Teatro alla Scala – Stagione d’opera e balletto 2020/21
L’ELISIR D’AMORE
Melodramma giocoso in due atti di Felice Romani
da Le philtre di Eugène Scribe
Musica di Gaetano Donizetti

Adina Benedetta Torre
Nemorino Paolo Fanale
Dulcamara Giulio Mastrototaro
Belcore Davide Luciano
Giannetta Francesca Pia Vitale
Attore Davide Gasparro

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Michele Gamba
Maestro del coro Alberto Malazzi
Regia Grischa Asagaroff
Scene e costumi Tullio Pericoli
Luci Hans-Rudolf Kun riprese da Marco Filibeck

Milano, 9 novembre 2021