Mattatore fino al midollo, scatenato sulla scena sia che si tratti di un’opera in costume o di un concerto di canto, Vittorio Grigolo ha stravinto lunedì sera al Teatro alla Scala con un recital che impaginava senza patemi una carrellata di hits di successo tratti dalle più celebri opere del repertorio, un po’ nello stile dei gloriosi Concerti Martini&Rossi di antica memoria, nei quali grandi protagonisti della scena lirica (dalla Callas alla Simionato, da Di Stefano a Bruscantini) intrattenevano amabilmente la platea radiofonica con il loro “cavalli di battaglia”. Ecco allora il nostro italianissimo tenore aretino destreggiarsi, splendidamente accompagnato al pianoforte da Vincenzo Scalera, fra pagine del più schietto Romanticismo musicale e i languori opéra-comique di scuola francese.
Si inizia subito al meglio con un’ottima esecuzione del donizettiano Duca d’Alba, ossia l’aria “Angelo casto e bel”. A seguire la celeberrima “Furtiva lagrima” da L’elisir d’amore, dove gli sfinimenti si alternano a momenti di acceso trasporto, un poco sulla falsariga del grande Giuseppe di Stefano, tenore che a tratti Grigolo sembra voler evocare nella passionalità interpretativa e nelle scelte di repertorio. Brusco cambio di clima con una “Donna è mobile” dal verdiano Rigoletto, affrontata con piglio quasi militaresco dal tenore, passato poi a cesellare una “Gelida manina” dalla Bohéme di Puccini con molto pathos (e cantata in tono).
Trascolorando nelle francesissime atmosfere di Jules Massenet arriva “Il sogno” di Des Grieux dalla Manon, con pianissimi meglio sostenuti del solito, charme replicato da Grigolo nell’aria di Roméo “Ah! Lève-toi, soleil”. Durante l’esecuzione della pagina di Charles Gounod il tenore trova persino il modo di “rotolarsi” sul palcoscenico per meglio interpretare il personaggio. Si salta poi a piè pari nel Verismo italiano con una bella esecuzione del “Lamento di Federico” dall’Arlesiana di Cilea e, soprattutto, con un superbo recitativo e aria dalla Tosca di Puccini. Raramente negli ultimi tempi ci è capitato di ascoltare un “E lucevan le stelle” così vissuto e partecipato.
La fine del concerto coincide con una performance straniata e straniante del nostro Vittorio il quale, simulando la presenza di un pubblico virtuale, regala quattro bis: il suo magnifico debutto nel ruolo di Don José dalla Carmen di Bizet con “L’aria del fiore”, uno stentoreo e poco intimizzato “Pourquoi me réveiller” dal Werther di Massenet, una intrigante e solare “‘A vucchella ” di Tosti e un esplosivo “O sole mio”, molto nazional-popolare ma pienamente giustificato.
Teatro alla Scala – Stagione 2020/21
RECITAL DI CANTO
Arie di Donizetti e Salvi, Donizetti, Verdi,
Puccini, Massenet, Gounod, Cilea
Vittorio Grigolo, tenore
Vincenzo Scalera, pianoforte
Milano, 22 febbraio 2021
Qui il video del concerto:
https://www.youtube.com/watch?v=XbH7fcu-WSM&t=2174s&ab_channel=TeatroallaScala