Il controtenore Max Emanuel Cenčić è stato protagonista di un recital alla Wigmore Hall di Londra insieme all’ensemble polacco di strumenti originali Orkiestra Historyczna. Per l’occasione è stato proposto un viaggio programmatico attraverso il barocco strumentale e operistico di stile italiano del primo Settecento. Eseguite pagine di Händel, Vinci, Porpora, Hasse e musiche meno note di Francesco Geminiani, Charles Avison e Francesco Scarlatti. La composizione del programma della serata si ispirava non solo alla storica rivalità tra Händel e Porpora, ma anche alla competizione dei compositori coevi di Händel per conquistarsi i favori del pubblico italiano e al successo che strumentisti e castrati del nostro paese ebbero oltremanica.
Controtenore croato, direttore artistico del Festival Barocco di Bayreuth e co-produttore esecutivo dell’etichetta Parnassus, Cenčić canta dalla tenera età di 6 anni, avendo mosso i primi passi come Piccolo Cantore a Vienna per divenire sopranista prima e controtenore poi. Cenčić è annoverato tra i falsettisti più celebri che negli ultimi vent’anni hanno reinterpretato in chiave moderna l’arte dei grandi castrati. All’ascolto dal vivo, il cantante conferma alcune delle doti evidenti anche dalle sue registrazioni, ossia un timbro rotondo e scuro e un’emissione complessivamente omogenea e senza forzature. Tuttavia, rispetto alla fruizione dell’ascolto discografico, la voce dal vivo è apparsa non troppo risonante rimanendo talvolta indietro, nonostante il cantante fosse accompagnato da un complesso di soli sei elementi e si esibisse in una sala relativamente piccola. È possibile che l’artista si sia dosato visto l’ammontare di difficoltà tecniche nel programma e infatti la voce è emersa molto meglio nell’ultimissima parte del concerto, bis compresi. Al di là di queste osservazioni, abbiamo apprezzato una grande precisione nelle colorature, gestite sempre omogeneamente senza affanni e isterismi o emissioni poco ortodosse. Cenčić gode di un bel velluto nei centri e nei bassi, mentre il registro acuto (meno esteso di quello di un sopranista) appare dal vivo meno interessante ma perlomeno senza quelle forzature metalliche che talvolta vanno per la maggiore in campo controtenorile. Apprezzabile anche una tendenza a rifuggire da effetti leziosi o stucchevoli. I fiati, pur non lunghissimi, sono ben controllati soprattutto quando si tratta di gestire lunghe volate di coloratura. È un virtuosismo, quello del Cenčić di oggi, meno esibito di un tempo e più controllato, ma pur sempre fluido, espressivo e avvolgente. La dizione è corretta al netto di qualche piccola durezza su qualche consonante.
Il primo brano proposto dal controtenore è l’aria di Senesino “All’orror delle procelle” da Riccardo Primo, re d’Inghilterra, opera di Händel andata in scena nel 1727 come celebrazione del coraggio eroico di Giorgio II, appena incoronato. L’esecuzione non è elettrizzante o eroica a sufficienza anche se si apprezzano colorature ben fluide e centri ben timbrati. Segue “Sta l’alma pensosa” da Gismondo, re di Polonia (Roma, 1727 – Teatro delle Dame), la cui registrazione integrale è stata di recente consegnata al disco (qui la nostra recensione). Il suono è forse meno suntuoso che nella registrazione, ma comunque impreziosito da dei bei colori e da un canto espressivo.
Non poteva poi mancare il rivale di Händel, Porpora, con l’aria “Core avezzo al furore” da Polifemo, opera rappresentata a Londra nel 1735. L’esecuzione è all’insegna del furore con affondi, volatine di colorature e salti, tutti ben curati. Si cambia completamente carattere a conclusione della prima parte del concerto con “Deggio morire, o stelle” da Siroe, re di Persia di Händel (Londra, 1728). In questo brano interpretato dal Senesino, Cenčić coglie con una buona varietà di sfumature e un fraseggio dai toni dolenti il triste senso di ingiustizia che anima il brano.
Dopo l’intervallo si prosegue con un altro brano del Gismondo di Vinci, “Bella pace”, ricco di trilli e colorature. È poi la volta di “Se dolce m’era già” da Floridante di Händel, eseguita dalla Royal Academy of Music nel 1721 con Senesino nel ruolo del titolo: l’aria, presa a tempi piuttosto lenti, manca un po’ di corpo nel timbro e anche il fraseggio risulta un po’ appiattito, anche se la linea di canto è apprezzabile. Sempre di Händel viene eseguita “La tigre arde di sdegno” da Admeto, re di Tessaglia (1726) dove il cantante mantiene controllo dell’emissione nonostante un testo che incita alla rabbia. Un finale all’insegna dei fuochi d’artificio barocchi con “Non sempre oprar da forte” da Cajo Fabricio di Hasse, opera eseguita per la prima volta a Roma nel 1732 con un cast che contava ben sei castrati. Cenčić coglie i contrasti di quest’aria con varietà di dinamiche e colori, sciorina colorature e trilli, e sfoga in acuto a voce piena. Un finale sicuramente d’effetto, come testimoniato dai calorosi e ripetuti applausi.
Orkiestra Historyczna sotto la direzione carismatica di Martyna Pastuszka dimostra buona inventiva musicale e ottima varietà di intenti esecutivi. Non brilla sempre per intonazione e tende ad eccedere negli effetti calcando sulle corde degli archi ma la vitalità dell’organico è innegabile. Pregevoli gli interventi del clavicembalo, dell’arciliuto e del primo violino. Il programma ha riservato uno spazio considerevole alla musica strumentale con una sonata per violino (Op. 1 n. 1) di Francesco Geminiani, tre concerti grossi di Francesco Scarlatti (n. 1,3 e 4) e il Concerto grosso n. 6 di Charles Avison.
In conclusione, è stato un concerto in crescendo che dopo una partenza sottotono ha riservato i momenti migliori alla fine, concludendosi con una vera festa barocca a colpi di arie di bravura, intelligentemente lasciate al termine, dove l’interprete vi è arrivato ancora in pieno controllo e senza stanchezza, essendosi dosato nelle arie iniziali. I due bis generosamente concessi al pubblico sono stati “Se fiera belva” da Rodelinda di Händel e “Torna cinto” da Gismondo, re di Polonia di Vinci. Un finale col botto, tra variazioni virtuosistiche ed effetti barocchi che hanno conquistato il pubblico.
Wigmore Hall – Stagione 2021/22
RECITAL DI CANTO
Musiche di Händel, Porpora, Vinci, Hasse,
F. Scarlatti, Avison e Geminiani
Max Emanuel Cenčić, controtenore
{oh!} Orkiestra Historyczna
Martyna Pastuszka, primo violino e direttore
Londra, 22 settembre 2021