Il soprano Diana Damrau, accompagnato al piano da Maciej Pikulski, ha fatto tappa Wigmore Hall di Londra per un eclettico recital di canto dedicato al Lied tedesco, alla mélodie francese e alla canzone spagnola. Un vero boato da stadio ha accolto la cantante tedesca al suo ingresso e il supporto del pubblico non è mai venuto meno per tutto il concerto, facendosi ancora più caloroso sul finire, segno che Damrau è ancora amatissima da giovani e non. Nonostante non fosse in stato di salute ottimale a causa di una lieve indisposizione, l’interprete si è donata anima e corpo con generosità in un programma impegnativo di 25 brani, con un intervallo nel mezzo, ma altrimenti senza alcuna pausa strumentale.
Il personaggio è conosciutissimo e i suoi successi non hanno bisogno di introduzione. Se ultimamente Damrau ha avuto fortune alterne nelle sue interpretazioni operistiche, specialmente in ruoli belcantistici (vedi la registrazione delle regine donizettiane dove non ha convinto appieno), nelle vesti di concertista Damrau non solo è totalmente a suo agio, ma dimostra di essere credibile e di avere la stoffa per questo tipo di repertorio. Ne aveva già dato prova nei suoi concerti liederistici con Helmut Deutsch in giro per l’Europa. Certo non siamo di fronte alle voci suntuose e drammatiche dalle tinte ricche di alcune concertiste del passato, ma Damrau dimostra di avere l’intelligenza di scandagliare il testo e dare vita al risvolto emozionale di ciascun brano, che diventa una sorta di micro-quadro con identità autonoma. È una brava attrice, ha carisma e possiede quell’istinto per la caratterizzazione che le permette di cambiare velocemente approccio pezzo dopo pezzo. Insomma l’interprete rifugge dalla noia e il programma del concerto scorre che è un piacere. Il passare degli anni si nota solo in una minore sicurezza negli attacchi in pianissimo o mezzavoce e in qualche nervosismo nell’emissione. Alla purezza o dolcezza del timbro Damrau preferisce invece una notevole varietà espressiva di accenti e colori. Comoda sui centri, quando è richiesto, arriva anche a sfogare in acuto con adeguato sostegno e in generale tende a utilizzare uno spettro ampio di dinamiche, seppur dosando con cautela i momenti in forte e fortissimo.
Il concerto si apre con il ciclo di Schumann Frauenliebe und leben Op. 42, un ciclo di 8 lieder di Schumann, che segue le fasi del ciclo di vita di una donna. Damrau pesa con dovizia ogni parola in “Seit ich ihn gesehen”; coglie lo slancio emotivo di “Er, der Herrlichste von allen”; gioca con gli accenti di “Ich kann’s nicht fassen nicht glauben”; è dolce, devota e sognante in “Du Ring an meinem Finger”; differenzia bene le dinamiche in “Helft mir, ihr Schwestern”; è sospirante e palpitante in “Süsser Freund, du blickest” e trasmette la desolazione e il senso del vuoto della morte in “Nun hast du mir den ersten Schmerz getan”. Si cambia atmosfera, tono e Paese con Duparc. Damrau continua comunque a caratterizzare in maniera spiccata ogni brano invece di prediligere un approccio edonistico o puramente basato sulla lussureggiante bellezza del suono. È questo il caso di “L’invitation au voyage”, pieno di carattere e ricchezza descrittiva. “Extase” coglie l’estasi nella contemplazione della morte di un amato, mentre una dose di dolcezza ulteriore sarebbe stata auspicabile in “Chanson triste” anche se il brano risulta a fuoco.
Dopo l’intervallo, Damrau ci porta in Spagna con una selezione di canzoni di Granados, Turina e Obradors. “No Iloréis ojuelos” di Granados le si addice per temperamento, spirito e inventiva musicale. “Tu pupila es azul” di Turina si conclude con vocalizzo melismatico di stampo ispanico. Di Obradors vengono proposte tre canzoni da 3 Poemas: “Al Amor” dove Damrau si diverte e ammicca con il pubblico; “Del Cabello más sutil” dove l’interpretazione si fa un po’ smorfiosa e troppo lavorata; “Chiquitita la novia” che si conclude con un suono stile zanzara sulla parola mosquitero seguito da un olè spagnoleggiante con tanto di gesto scenico con mani e gambe. Un tocco di manierismo forse eccessivo, ma che conquista la simpatia del pubblico in sala.
Uno degli autori che sono più cari a Damrau ovvero Richard Strauss, del quale ha inciso il repertorio liederistico più celebre sia con il piano che con l’orchestra, viene lasciato al termine del concerto. Peccato che la cantante, vista la lunghezza del programma e l’indisposizione latente, debba combattere con qualche cenno di stanchezza e cercare di reprimere qualche piccolo colpo di tosse. In programma ben sette brani: “Einerlei” cantato con un delicato stupore; “Das Rosenblad” dai toni intimi e reminiscenti; “Ständchen” scandito con chiarezza; “Wiegenlied” dove il fraseggio potrebbe essere più ampio; “Allerseelen” dove la voce si apre veramente solo sul finale e “Zueignung” dove nonostante la fatica evidente la cantante mantiene il controllo regalando un bel crescendo e affondo sul finale. Piccolo incidente simpatico con “Freundliche vision”: il brano viene cantato due volte dal momento che la cantante non è soddisfatta della prima resa facendo notare ai presenti che si aspettava di cantare un altro brano ed era stata così presa alla sprovvista. Il pubblico apprezza la genuinità, ride e le perdona la svista.
Maciej Pikulski si è dimostrato un eccellente accompagnatore e solista in possesso di una vivida immaginazione musicale e di un estro raffinato. La sua esperienza con cantanti di fama è evidente, dal momento che Pikulski fornisce un contributo sensibile e mai prevaricante. Quando al termine, dopo chiamate ripetute, Diana Damrau ha annunciato che avrebbe concesso un bis cantando Morgen di Strauss (uno dei suoi cavalli di battaglia), Pikulski ha supportato la collega creando un’atmosfera magica di sospensione, soprattutto in conclusione del brano. In sala è calato un silenzio totale, quasi surreale. Ecco, non poteva esserci conclusione migliore a un buon concerto in cui entrambi gli interpreti si sono donati al 100%.
Wigmore Hall – Stagione 2021/22
RECITAL DI CANTO
Musiche di Schumann, Duparc, Strauss, Granados, Turina, J. Obradors
Diana Damrau, soprano
Maciej Pikulski, pianoforte
Londra, 12 ottobre 2021