Un tripudio di applausi e alcune standing ovation hanno accolto il concerto di canto proposto da Jakub Józef Orliński alla Wigmore Hall di Londra. L’asso pigliatutto della nuova generazione di controtenori ha ricevuto una vera e propria trattamento da star da parte di una sala in sold out per la prima volta dopo la pandemia. Era il suo terzo concerto nella bella sala vittoriana londinese e per l’occasione Orliński ha proposto un singolare programma che alternava pagine di musica barocca – incluse alcune anticipazioni dal suo nuovo album – all’arte della canzone polacca del secondo Ottocento, una musica raramente eseguita e riletta in chiave contro-tenorile. Il giovane cantante era accompagnato al pianoforte da Michal Biel.
Abbiamo già avuto modo di inquadrare il personaggio in una nostra precedente recensione del CD Facce D’amore (qui il link) a cui rimandiamo per un quadro introduttivo. La voce di Orliński ha delle qualità indubbie che sono confermate anche all’ascolto dal vivo. Come già osservato nell’articolo sopra citato, siamo in presenza di una voce che è un tutt’uno, perfettamente omogenea ed emessa con naturalezza, senza alcuna disconnessione di registro, con alti cristallini, centri marmorei e un registro basso molto ricco che è poi la voce baritonale naturale del giovane falsettista. I fiati a dir la verità non sono lunghissimi, mentre le colorature seppur veloci risultano forse ancora un po’ acerbe, ma la voce è flessibile al punto giusto e non c’è alcuna asprezza metallica o isteria nell’articolazione. La voce si espande poi in sala senza problemi.
Anche se non ci si trova di fronte a un interprete consumato dalla musicalità lavorata e dalle mille sfumature, Orliński ha una dote rara (insieme alla bellezza della voce unita a quella dell’aspetto), ossia ci sa fare con il pubblico e pure terribilmente bene. Questo piaccia o non piaccia è una dote. Il ragazzo è sicuro di se e con la sua simpatia a tratti gigiona, ma comunque irresistibile, crea un contatto diretto con il pubblico fin da subito, volendo introdurre il programma del concerto già dopo il primo brano. Un atteggiamento che per altri potrebbe essere controproducente, ma che con lui funziona alla grande. Bastano poche battute, un sorriso, un ammiccamento oltre all’incipit di un brano e il pubblico cade letteralmente ai suoi piedi.
Durante il concerto, il controtenore ha dato il meglio di sé nei brani dal canto spianato e dal carattere dolce, elegiaco, candido o sacro. In questi frangenti la voce di Orliński affascina all’istante. In “Non t’amo per il ciel” da Il fonte della salute aperto dalla grazia nel Calvario di Johann Joseph Fux, il controtenore esibisce un canto ben levigato dai toni dolci e dalle variazioni garbate nel da capo. In “Giusto Dio” da La Giuditta di Francisco António de Almeida, Orliński sfoggia una candida purezza nell’invocare la bontà del Salvatore: bella la messa di voce su Giusto Dio nel da capo mentre i trilli sono perfettibili. Forse in onore del pubblico inglese, il cantante ha deciso di proporre diversi brani di Purcell. La sua è una versione di questa musica fin troppo libera, certamente fresca e giovane, ma forse non quello che il pubblico inglese è storicamente abituato ad ascoltare. Non che Purcell vada lasciato esclusivamente agli inglesi, ma è indubbiamente vero che questa è una musica raffinata e ostica nella sua apparente semplicità per quantità di sottigliezze e per maturità musicale richiesta. Gli spettatori sembrano comunque gradire. Nella celebre “Music for a while”, nonostante una discreta espressività Orliński scandisce le parole in maniera eccessivamente marcata e il brano perde un po’ della sua magia. “Fairest Isle” da King Arthur gli si addice di più grazie a un canto spianato ed estatico. “Here the Deities approve” da Welcome to all the pleasures rende forse meno con il pianoforte rispetto alla versione orchestrale.
Nella seconda metà del concerto vengono eseguiti tre brani di musica barocca: “Siam prossimi al porto” dal Rinaldo di Händel, sentito al punto giusto e con delle belle sfumature nel da capo; “Dovrian quest’occhi piangere” da Scipione il giovane di Luca Antonio Predieri, dove il controtenore mostra delle belle dinamiche e scende ai gravi con sicurezza e a chiusura “Amen, Alleluia” in re minore, un brano di Händel raramente eseguito dal canto melismatico dove Orliński abbellisce con gentilezza la linea di canto con l’ultimo Amen che si spegne meravigliosamente in un nulla.
La vera sorpresa del programma è stata la proposta del repertorio polacco, sia per la sua rarità che per la sua bellezza. Sono state proposte 9 canzoni di Mieczyslaw Karlowicz, compositore morto prematuramente all’età di 32 anni. Il cantante coglie via via il mistero, la calma, il sogno, il pianto e a altre atmosfere di queste liriche. Peccato che gli applausi interrompano un ciclo che forse andrebbe ascoltato nella sua interezza, senza interruzioni. Da notare anche come il suo polacco scorra con omogeneità nel canto, senza alcuna durezza gutturale. “Lza” di Stanislaw Moniuszko è sofferta ed enigmatica, mentre “Przaśniczka” è veloce e turbinosa con una dizione ben articolata e innestata perfettamente sulla ritmica.
Michal Biel, al piano, fornisce una valida sponda al collega, con un accompagnamento garbato ed elegante. Tra i due c’è una forte complicità, il che è palese anche all’ascolto. Belle le sue introduzioni e chiusure, sempre suggestive.
Al termine applausi scroscianti e chiamate ripetute. La giovane star concede tre bis: “Strike the viol” di Purcell, eseguita in maniera vitale ma con qualche effetto di troppo; “Alla gente a Dio diletta” dalla linea di canto dolcemente abbellita e infine “Vedrò con mio diletto” di Vivaldi, brano che lo ha reso celebre grazie a un video virale su Youtube. Il pubblico se lo aspettava e il controtenore lo ha gentilmente accontentato.
Per i fan di Orliński è in uscita la sua nuova registrazione per Erato con Il Pomo D’oro che si intitola Anima Aeterna, dedicata alle arie sacre e ai mottetti del ‘700. Il cantante ha anche anticipato che le canzoni polacche con il pianoforte eseguite dal vivo costituiranno il nucleo di un’ulteriore registrazione in uscita il prossimo anno.
Wigmore Hall – stagione 2021-2022
RECITAL DI CANTO
Musiche di Fux, Purcell, Händel, Karlowics, Predieri, Moniuszko
Jakub Józef Orliński, controtenore
Michal Biel, pianoforte
Londra, 8 ottobre 2021