Il Teatro del Maggio inaugura la nuova stagione lirica proponendo per la prima volta al pubblico in sala la nuova produzione di Così fan tutte, uno degli spettacoli realizzati nel corso dell’ultimo inverno e visti solo in streaming (e da noi recensito in tale occasione – qui il link), come anche Linda di Chamounix e Rigoletto che si vedranno su questo palco nei prossimi mesi.
Poco da dire ancora sullo spettacolo di Sven-Eric Bechtolf che rimane tanto accattivante nelle scene e nelle luci, quanto banale e farsesco, se non avvilente, nella regia: si salva parzialmente solo per il focus sulla gelosia di Guglielmo, il quale nel secondo atto è più preoccupato di sapere come avanza la seduzione di Fiordiligi che di provare quella di Dorabella; tuttavia alla fine sopravvivono solo le nuove coppie riassortite.
Il cambiamento di bacchetta si fa invece sentire. Al posto del previsto Zubin Mehta, troviamo infatti sul podio Ádám Fischer. Il direttore ungherese opta per un taglio classico, dalle sonorità piene, ma agili: la tensione narrativa si fa palpabile anche nei tempi più lenti, e il direttore chiede all’orchestra scarti, dinamiche e colori in linea con il Mozart internazionale. Vi è poi una decisa attenzione al sostegno delle voci, anche se alcuni scollamenti salvati in extremis e la scelta di tempi talvolta un filo troppo lenti, fanno pensare a un non eccessivo numero di prove per trovare la perfetta sinergia tra buca e palco.
Nel cast, rispetto allo scorso marzo, migliora il livello delle prestazioni. Si apprezzano in particolare le performance di Mattia Olivieri, sonoro e disinibito Guglielmo, Benedetta Torre, spigliata e centratissima Despina, e Matthew Swensen, che al netto di un timbro biancastro non seducentissimo, esegue le sue due arie col giusto trasporto e tono elegiaco.
Un buon cambio risulta essere la Dorabella di Kate Lindsey, arrivata all’ultimo a sostituire la prevista Vasilisa Berzhanskaya. Il mezzosoprano statunitense è dotato di uno strumento ben proiettato, con un’estensione che ben si confà al ruolo della sorella minore dell’opera mozartiana. Il timbro è attraente, ma non eccessivamente scuro, e la voce si schiarisce nelle salite all’acuto. L’interprete poi è attenta e calibrata e sa fraseggiare con gusto e proprietà di accenti, fattore questo che trova il suo culmine nel recitativo accompagnato “Ah scostati!” prima dell’aria “Smanie implacabili”.
Valentina Naforniţa rimane una Fiordiligi apprezzabile soprattutto per il bel colore scuro della voce, mentre le agilità delle arie si confermano problematiche. Dal canto suo Thomas Hampson, pur muovendosi in modo assai disinvolto sulla scena, praticamente parla più che cantare il ruolo di Don Alfonso, senza grandi modulazioni e con una fin troppo udibile presenza del suggeritore.
Nonostante i buoni elementi, tuttavia, lo spettacolo fa fatica a decollare veramente, e anche il pubblico, già poco numeroso (forse le date sono percepite ancora come troppo estive), riserva applausi a scena aperta non sempre convinti; più decisi quelli finali a marcare un buon successo, ma con un retrogusto un po’ routinier.
Teatro del Maggio – Stagione lirica 2021/22
COSÌ FAN TUTTE
Dramma giocoso in due atti K. 588 di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Fiordiligi Valentina Naforniţa
Dorabella Kate Lindsey
Guglielmo Mattia Olivieri
Ferrando Matthew Swensen
Don Alfonso Thomas Hampson
Despina Benedetta Torre
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro concertatore e direttore Ádám Fischer
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Regia Sven-Eric Bechtolf
Scene Julian Crouch
Costumi Kevin Pollard
Luci Alex Brok
Video Josh Higgason
Nuovo allestimento
Firenze, 30 agosto 2021