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Festival della Valle d’Itria 2021 – Concerto di Marianna Pizzolato

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“Il canto degli ulivi“. Così si chiama la rassegna che il Festival della valle d’Itria di Martina Franca realizza nelle masserie pugliesi, in un contesto che definire “magico” non è retorico: il colore rosso della terra, le pareti bianche e basse delle costruzioni, il verde lucido delle foglie di ulivo e il contorcersi dei tronchi verso un cielo blu all’imbrunire. La masseria Belvedere, sita nel comune di Mottola, ha ospitato un bel concerto del mezzosoprano Marianna Pizzolato, un originale itinerario che potremmo definire dal salotto al teatro, apertosi con arie da camera scritte tra Sei e Ottocento, per finire con alcune arie da opere del sommo Gioachino Rossini. La cantante siciliana ha offerto una prova di grande livello per bellezza di voce, proprietà stilistica e intensità di interpretazione, riuscendo a intercettare per ogni brano il suo carattere e restituendolo sempre con grazia ed eleganza. Al pianoforte, l’ottima Daniela Pellegrino, non semplice accompagnatrice ma musicista sensibile al canto e capace di un suono di particolare bellezza.

La serata si è aperta con i “languori del Giordanello in dolci bruttissimi versi”, per dirla col Gozzano de “L’amica di nonna Speranza”: un “Caro mio ben” distillato con affettuosa eleganza da Pizzolato, prima degli apollinei sospiri di “Sebben crudele”, tratta da La costanza in amor vince l’inganno (o beata ingenuità!), opera del 1701 di Antonio Caldara. Il Cigno di Pesaro nella sua versione salottiera si è palesato nella malinconica “Légende de Marguerite”, canzone costruita sulla stessa melodia di “Una volta c’era un re” da Cenerentola, e quindi nella vivace “Canzonetta spagnuola”. Non è mancato un omaggio al Bellini notturno di “Vaga luna”, restituita con dolcezza di fraseggio, e a quello meno noto de “La farfalletta”, ove ha brillato la malizia dell’interprete. Prima di addentrarsi metaforicamente sul palcoscenico, Pizzolato ha eseguito il raro “Console ta petite mère” del marchigiano Giuseppe Gariboldi (1833 – 1905: si chiamava proprio così), autore anche del brillante Idylle – improptu per solo pianoforte.

Il clou della serata è giunto tuttavia con le pagine rossiniane tratte da due capolavori, entrambi del 1813: Tancredi e L’italiana in Algeri. La prova di Pizzolato ha reso ragione – una volta di più – della predilezione del Nostro per il registro vocale di mezzosoprano, capace di esprimere tanto l’eroismo e il virile affetto di un giovane soldato come Tancredi quanto la sensualità e l’ironia di una femme fatale come Isabella. La voce di Marianna Pizzolato ha una calda brunitura messa a servizio di una linea di canto morbida e omogenea nei vari registri, l’accento è sempre misurato, tanto nell’ammiccare del sorriso quanto nel languore estatico. La coloratura è nitida e scorrevole, espressiva e mai fine a se stessa, grazie anche a un gusto raffinato, a una eccellente musicalità e a una singolare attenzione alla parola.
Vivo successo e due bis: il siciliano “Alla liparota” di Alberto Favara e un commovente “J’ai perdu mon Eurydice”.

Festival della Valle d’Itria 2021 – Il canto degli ulivi
CONCERTO DI MARIANNA PIZZOLATO
Musiche di Giordani, Caldara, Rossini, Gariboldi, Bellini

Mezzosoprano Marianna Pizzolato
Pianoforte Daniela Pellegrino

Mottola, Masseria Belvedere, 27 luglio 2021

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