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Cremona, Monteverdi Festival 2021 – L’Orfeo

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Qualcuno ha detto che il mito non è mai accaduto perché, in realtà, il mito accade sempre. Dunque, ogni volta che qualcuno esegue musica, è come se Orfeo tornasse a cantare e a commuovere con il suo canto. È come se si rinnovasse il tentativo (vano) di vincere con la forza della musica financo il limite estremo della morte. Non è un caso che all’origine del melodramma ci sia fatalmente il mito del cantore di Tracia e che questo mito torni ciclicamente nella storia del teatro in musica. Queste riflessioni venivano alla mente ascoltando L’Orfeo di Claudio Monteverdi in scena al Teatro Ponchielli di Cremona nell’ambito del Monteverdi Festival.

L’allestimento è firmato da Andrea Cigni, che costruisce uno spettacolo raffinato, segnato da un gusto estetico particolarmente ricercato, che trae ispirazione dalla pittura e vuole sottolineare la dimensione magica e onirica del mito. Particolarmente curati i movimenti dei protagonisti, secondo una gestualità meditata e rituale. Magnifiche le scene e i costumi di Lorenzo Cutùli, valorizzate dalle luci di Fiammetta Baldiserri e animate dagli interventi coreografici di Isa Traversi: il tutto in un ideale itinerario che dai boschi verdeggianti dei primi due atti, attraversa il liquido mondo degli inferi del terzo e quarto atto, sino alla lucente salita al cielo dell’ultimo.

Eccellente la parte musicale, affidata alla solida preparazione e alla evidente passione di Antonio Greco: finezza e precisione caratterizzano le diverse famiglie strumentali che nell’opera sono chiamate a ritrarre il mondo pastorale e quello ultraterreno. Vario il ventaglio espressivo, dall’elegia languida delle musiche pastorali alla vibrante drammaticità dell’Averno, in un arco narrativo teso e fortemente comunicativo. Lo stesso vale per l’accompagnamento del canto: il basso continuo si fa così motore pulsante della costruzione drammatica e la parola ne viene valorizzata nelle sue diverse inflessioni.

Mauro Borgioni è uno straordinario Orfeo, con quel suo timbro singolare, a cavallo tra il tenore e il baritono: l’accento è sempre incisivo, il canto fluido, la presenza scenica efficace. Nel suo approccio alla partitura non c’è solo una pregevole articolazione prosodica, ma la capacità di estrarre da ogni frase l’intrinseco contenuto musicale. Molto bravi anche gli altri interpreti. Roberta Mameli convince nel duplice ruolo de La musica e di Proserpina, così come Giuseppina Bridelli, dal canto luminoso quale Messaggera e Speranza. Austero il Caronte di Alessandro Ravasio, ottimi Davide Giangregorio e Luca Cervoni nei panni rispettivamente di Plutone e Apollo, dolce e delicata Cristina Fanelli quale Euridice. Di pregio l’esecuzione di pastori, ninfe e spiriti infernali: Raffaele Giordani, Roberto Rilievi, Danilo Pastore, Guglielmo Buonsanti, Paola Cialdella, Isabella Di Pietro, Renato Cadel.
Nell’economia dell’opera i cori rivestono un ruolo decisivo quanto quello del protagonista: un coro di nome, dunque, ma di solisti di fatto. Come è accaduto a Cremona, dove il gruppo corale istruito da Diego Maccagnola, si è fatto apprezzare per precisione e intonazione, nonché per profondità espressiva.

Monteverdi Festival 2021
L’ORFEO
Favola pastorale di Alessandro Striggio
Musica di Claudio Monteverdi

Orfeo Mauro Borgioni
La Musica / Proserpina Roberta Mameli
Messaggera / Speranza Giuseppina Bridelli
Caronte Alessandro Ravasio
Plutone Davide Giangregorio
Euridice Cristina Fanelli
Apollo Luca Cervoni

Orchestra del Monteverdi Festival Cremona Antiqua
Coro del Monteverdi Festival Cremona Antiqua
Direzione e cembalo Antonio Greco
Maestro del coro Diego Maccagnola
Regia Andrea Cigni
Scene e costumi Lorenzo Cutùli
Light designer Fiammetta Baldiserri
Coreografie Isa Traversi
Assistente regia Luca Baracchini
Assistente ai costumi Veronica Pattuelli
Allestimento e produzione
Fondazione Teatro A. Ponchielli Cremona

Cremona, Teatro Ponchielli, 24 giugno 2021

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