CortinAteatro 2021 – Il barbiere di Siviglia
Pace e gioia. Il barbiere di Siviglia sbarca sulle Dolomiti d’Ampezzo, all’Alexander Girardi Hall, in una produzione di taglio giovane, con un direttore vincitore di stage, un regista al debutto operistico e una compagnia che schiera nomi noti a voci emergenti. Anzitutto, detto a favor di organizzazione, è una produzione dedicata. Si apprezza così lo sforzo di immaginare un Rossini tagliato a misura della stagione CortinAteatro. Budget risicato, ma buone idee: ne esce un Barbiere che sa molto di avanspettacolo grazie al fresco taglio registico di Tommaso Franchin, alle scene di Fabio Carpene, ridotte all’essenza ma funzionali al gioco comico (bella la quinta mobile glitterata e frusciante) e alle indovinate luci di Manuel Garzetta a sottolineare il clima da varietà.
Jacopo Cacco si destreggia in questa sua prima prova operistica con serietà e sicurezza. Riferimento saldo per le voci, sceglie tempi comodi, che non sempre sottolineano la concitazione rossiniana in particolare nell’ouverture, nel concertato che chiude il primo atto e nel temporale. Non coadiuvato, in questa serata, da un’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta che (forse a causa dei molti e diversi impegni) fa trasparire un po’ di stanchezza.
Paola Gardina è una Rosina vispa e vivace: la voce è omogenea, le agilità ben sgranate, il passaggio fluido e sicuri gli acuti. Domina la scena e si fa apprezzare per una comicità mai caricata. Biagio Pizzuti fornisce un’ottima prova nel suo don Bartolo. La voce è compatta e proiettata, le inflessioni buffe sempre garbate: il ruolo gli sta a pennello. Francisco Brito si disimpegna in modo spigliato nel ruolo di Almaviva, cogliendo i momenti migliori nelle arie e nei concertati, mentre i recitativi risultano nel complesso più timidi. Luci e ombre nella prova di Bruno Taddia quale Figaro: padrone della scena e della partitura, non esibisce però una vocalità adeguata al ruolo del titolo. La zona centrale e grave risultano impoverite, gli acuti un po’ spinti. Taddia è un artista serio e versato per il repertorio brillante: eccede tuttavia, in questa occasione, nell’uso di falsettoni e cliché. Figaro è sì un factotum, ma la sua vera qualità è il suono, che esprime prima di ogni cosa l’inarrestabile vitalità del personaggio. Enrico Rinaldo è un Basilio divertente, scenicamente e vocalmente adeguato. Voce brunita e buona proiezione per il Fiorello di Alex Martini, mentre Federica Gasparella è una Berta garbata, di corda sopranile. Buona la prestazione dell’ufficiale di Giacomo Contro. Completa la locandina il Coro La Stele diretto da Matteo Valbusa.
A precedere questo Barbiere, la presentazione di Pazzo per l’opera di Alberto Mattioli in collaborazione con la rassegna “Una montagna di libri”: un’ora divertente e appassionante, in cui Mattioli, in dialogo con Francesco Chiamulera, racconta croci e delizie di una vita spesa tra teatri e produzioni non solo da giornalista e critico ma soprattutto da primatista della platea. [Rating:3/5]
CortinAteatro 2021
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Commedia per musica in due atti di Cesare Sterbini
Musica di Gioachino Rossini
Il conte d’Almaviva Francisco Brito
Bartolo Biagio Pizzuti
Rosina Paola Gardina
Figaro Bruno Taddia
Basilio Enrico Rinaldo
Berta Federica Gasparella
Fiorello Alex Martini
Ufficiale Giacomo Contro
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Coro La Stele
Direttore Jacopo Cacco
Maestro del coro Matteo Valbusa
Regia Tommaso Franchin
Scene e costumi Fabio Carpene
Light designer Manuel Garzetta
Nuovo allestimento
Cortina d’Ampezzo, Alexander Girardi Hall, 12 agosto 2021