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Contralto – Nathalie Stutzmann, contralto e direttore (Erato CD)

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Si intitola “Contralto” l’ultimo album di Nathalie Stutzmann pubblicato da Erato il 15 gennaio di quest’anno e disponibile anche sulle principali piattaforme digitali con 6 tracce aggiuntive, per un totale di 27 brani, di cui 7 (5 arie e 2 sinfonie di Lotti)  sono prime incisioni mondiali. Noi di Connessi all’Opera abbiamo ascoltato e andremo a recensire la versione digitale. Come in molte delle sue registrazioni dell’ultimo decennio, Stutzmann è impegnata nel doppio ruolo di interprete solista e direttore di Orfeo 55, il complesso barocco da lei fondato nel 2009 e, per uno scherzo amaro del destino, sciolto poco dopo la conclusione di questa registrazione per mancanza di finanziamenti. Si tratta quindi di un addio in disco a questa formazione ormai celebre. Il cd segna un ritorno al barocco, un repertorio esplorato in maniera personalissima negli ultimi dieci anni insieme a Orfeo 55, ma relativamente tardi da un punto di vista di carriera, dal momento che buona parte della stessa è stata dedicata al repertorio sinfonico e liederistico contraltile di matrice tedesca e alla melodia francese. Non è dato sapere se questo sarà l’ultimo album di musica barocca del contralto francese, ma viste le circostanze, è sicuramente un testamento artistico di questo capitolo decennale con Orfeo 55.

Come il titolo della registrazione lascia facilmente presagire, protagonista dell’album è la voce di contralto femminile e più precisamente il contralto barocco dell’opera seria settecentesca. Se Vivaldi e Händel costituiscono il nucleo portante del programma troviamo anche pagine di Porpora, Caldara, Lotti, Bononcini e Gasparini. L’idea dell’album, come spigato dalla Stutzmann nel video promozionale dell’album, nasce dalla realizzazione da parte della stessa che molti dei ruoli – oggi considerati territorio esclusivo di controtenori – erano in realtà stati concepiti e interpretati originariamente da interpreti femminili che oggi verrebbero classificati come contralti. Per contestualizzare il tutto, l’elenco delle tracce riporta anche il cognome della prima interprete preceduto dall’articolo “La” (es. “La Tesi”) a sottolineare la fama divistica di alcune cantanti settecentesche. Ecco che l’album diventa un tributo ai contralti femminili del ‘700 che venivano affiancati ai soprani e a volte oscurati dalle vere stelle dell’epoca, i castrati. Si tratta di un elenco numeroso che include Vittoria Tesi, Diana Vico, Anna Vincenza Dotti, Anna D’Ambreville-Perroni, Francesca Vanini-Boschi, Teresa Mucci, Maria Maddalena Pieri, Anastasia Robinson, Francesca Bertolli, Giuditta Starhemberg, Anna Girò, Anna Marchesini, Anna Bagnolesi. A queste interpreti non spettavano solo parti en travesti o ruoli subalterni al soprano ma anche ruoli principali e a tal riguardo il cd fornisce una panoramica veramente completa di tutte le possibilità di questa voce così astratta e misteriosa e soprattutto rara al giorno d’oggi. Le pagine strumentali inserite nell’album non sono casuali ma sono invece state scelte specificatamente da opere che videro i contralti impegnati in ruoli principali. Come sottolineato nelle note al cd, va ricordato che nel primo Settecento la musica veniva composta e plasmata intorno alle peculiarità vocali degli interpreti piuttosto che concepita per un registro vocale predeterminato. Inoltre il termine contralto, o contraltista, venne dapprima utilizzato per i castrati contralti, per distinguerli dai castrati soprani o sopranisti.

Dopo lo scioglimento di Orfeo 55 la carriera della Stutzmann ha preso il volo nella direzione orchestrale con riconoscimenti importanti, ultima la nomina a Direttore della Philadelphia Orchestra per la stagione 2021/2022, impegno che si aggiunge a quello di Direttore principale della Kristiansand Symphony in Norvegia. La carriera di cantante ne ha probabilmente risentito in termini di assiduità di impegni ma non si tratta ancora di un capitolo chiuso visto che la voce, al netto di qualche cambiamento legato all’età (minor rotondità e controllo del vibrato nel registro acuto), è ancora piuttosto intatta. Il punto di forza rimane sicuramente quel velluto scuro e voluttuoso da vero contralto, uno dei pochi rimasti, e non solo in nel repertorio barocco. I centri suonano ancora ben timbrati mentre i bassi, sfoggiati con sprezzo in diverse arie, sono diventati ancora più fascinosamente cavernosi, ma con naturalezza e senza effetti caricaturali. La palette di colori e dinamiche è ampia. L’artista fraseggia e modula con originalità, mentre la dizione italiana appare perfettibile e con qualche durezza consonantica di troppo. La caratterizzazione degli affetti barocchi e l’espressività sono talvolta portate enfaticamente agli estremi a discapito della linea vocale. Si evince una particolare attenzione interpretativa alle sezioni B, sempre ben curate e mai pure sezioni di passaggio. Come nota puramente tecnica constatiamo che i trilli risultano un po’ approssimati mentre i passaggi da contralto barocco di agilità sono ancora ben sgranati, anche se non a velocità trascendentali.

Le 5 arie inedite sono tra le più interessanti e ben cantate dell’album: Stutzmann è morbida e malinconica in “Sotto un faggio o lungo un rio” da Euristeo di Caldara; mostra delle belle dinamiche e sfumature nel canto elegante della siciliana “Empia mano” da La fede tradita e vendicata di Gasparini; usa efficacemente colori e agilità a fini espressivi in “Mira d’entrambi il ciglio” da Statira di Porpora; è orgogliosamente vendicativa in “Degli Elisi dal soggiorno” da Ginevra principessa di Scozia di Vivaldi; infine in “Caro Addio, dal labbro amato” da Griselda di Bononcini il contralto francese piega e colora efficacemente la melodia sulla parola per poi concludere con una deliziosa cadenza.
Tra i brani noti troviamo due arie di Goffredo dal Rinaldo di Händel tra cui “Mio cor, che mi sai dir?” e la celebre “Gelido in ogni vena” da Farnace Vivaldi. Rispetto alla ormai storica interpretazione di Cecilia Bartoli con Il Giardino Armonico, la versione della Stutzmann punta ancora di più enfaticamente sui contrasti, tra uso attoriale del testo e utilizzo del timbro contraltile a colorare una scena quasi terrificante più che raggelante, mentre si perde invece l’ampiezza lirica delle arcate di fiato che vengono a volte spezzate a scopo interpretativo. Riuscitissimo invece il carattere allucinato della sezione B. Un simile tratto enfatico che sfocia anche nel parlato, lo troviamo in “Tradita, spezzata” da Semiramide riconosciuta di Porpora. Giusta e ben articolata l’interpretazione di “Svena, uccidi, abbatti, atterra” da Bajazet di Vivaldi, mentre la coloratura barocca viene ben sgranata in “Dal crudel che m’ha tradita” da Tamerlano di Händel. Infine, tra le arie non inedite ma eseguite di rado, vogliamo citare “Torbido intorno al core” da Meride e Selinunte di Porpora, dall’interpretazione struggente e la fiera aria di battaglia “Vado, vado al campo” da Sosarme, re di Media di Händel.

Stutzmann è abituata a dirigere cantando e in sede di registrazione la difficoltà di dare le spalle all’orchestra viene eliminata, ma la doppia veste di cantante-direttore rappresenta comunque un fattore di complessità di cui tenere conto. Appare evidente come la personalità e lo stile senza compromessi della Stutzmann vengano trasferiti interamente alla sua orchestra, che mostra un’ottima varietà di dinamiche e di carattere, spaziando tra dinamismo, enfasi, malinconia, furore, vendetta, galanteria ed evocazione. Come brani prettamente strumentali troviamo due Sinfonie da L’incoronazione di Dario di Vivaldi e da Alessandro Severo di Lotti oltre a Ouverture e danze tratte da opere di Händel. Particolarmente pregevoli gli interventi solistici strumentali ad accompagnamento delle arie, specialmente il violoncello obbligato nell’aria “Di verde ulivo” da Tito Manlio di Vivaldi, il solo del primo violino in “Caro addio, dal labbro amato” da Griselda di Bononcini e l’accompagnamento del fagotto e chalumeau in “Sotto un faggio o lungo un rio” da Euristeo di Caldara. Riteniamo invece un po’ eccessivo il tocco marcatamente rock degli archi in “Gelido ogni vena” da Farnace di Vivaldi.

Suzanne Aspden firma le note al CD ripercorrendo con efficacia e sintesi il fenomeno delle voci femminili del ‘700 delineando le peculiarità principali delle interpreti a cui questo disco presta tributo. Per gli amanti della musica barocca si tratta sicuramente di un cd da aggiungere alle proprie collezioni. Il programma della registrazione è ampio e ben articolato tra rarità e arie note, mentre l’interprete dimostra tutta la sua maturità artistica con carisma e uno stile distintivo e riconoscibile.

CONTRALTO
Nathalie Stutzmann, contralto
Orfeo 55
Etichetta: Erato/Warner Classics
Formato: CD
Registrazione effettuata tra il 27 gennaio e il 2 febbraio 2019
alla Salle des concerts di Arras, Francia

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